Il leader 5 stelle pubblica un video per commentare l'esito delle elezioni. Ammette la sconfitta ma dice: "Quest'Italia è formata da generazioni di pensionati che non pensano ai loro nipoti". Sul blog ringrazia gli elettori e poi pubblica una lunga poesia di Kipling che parla di attesa e speranza. Su Twitter cita la Canzone del Maggio" di Fabrizio De Andrè
Un silenzio lungo una notte, parlamentari soli a commentare il risultato 5 stelle (21 per cento contro il 40 di Matteo Renzi) e poi, a metà giornata il video del leader. Beppe Grillo analizza il risultato del Movimento 5 stelle con un messaggio sul suo blog. “Adesso ci state prendendo in giro”, dice. “Vi capisco. Mettete proprio il coltello nella piaga. Abbiamo perso. Non è una sconfitta, siamo andati oltre la sconfitta. #vinciamopoi, sì #VinciamoPoi”. Risponde alle battute cercando di riprendere le ironie che sono circolate in rete contro il Movimento. Gli avversari politici hanno ripreso lo slogan della campagna M5S (“Vinciamo noi”) e l’hanno ribaltato. Ma poi continua: “Abbiamo il tempo dalla nostra, è ancora presto. Quest’Italia è formata da generazioni di pensionati che forse non hanno voglia di cambiare, di pensare un po’ ai loro nipoti, ai loro figli, ma preferiscono stare così. Son dei numeri che non si aspettava nessuno, però noi siamo lì, siamo il primo movimento italiano, il secondo partito. Abbiamo preso il 21-22%, abbiamo preso l’IVA, senza avere voti in nero e siamo lì senza aver promesso niente a nessuno, né dentiere né 80 euro. Io sarei anche ottimista, quindi: non scoraggiatevi”. Qualcuno aveva provato a ipotizzare le dimissioni del leader 5 stelle. Era lui stesso a dire: “Se non vinciamo lascio”, ma tutto lascia intuire che i cofondatori M5S cercheranno di resistere al terremoto. “Vedo messaggi: ‘Cosa facciamo? Andiamo avanti?’. Certo che andiamo avanti. Siamo la prima forza di opposizione, faremo opposizione sempre di più, sempre meglio e cercheremo di rallentare il dissanguamento, lo spolpamento di questo Paese, che ci sarà. Noi saremo precisi, puntuali, e ci saremo sempre, non preoccupatevi. Ora Casaleggio è in analisi per capire perché si è messo il cappellino e poi tutti insieme vedremo che cosa fare. State tranquilli, dai, vin… vinciam… Vincono loro. Vincono loro, ma è meraviglioso lo stesso. Intanto io mi prendo un maalox, non si sa mai. Casaleggio, c’è il maalox anche per te, vieni qua“. Grillo si è fatto accompagnare a Milano di prima mattina, dopo aver seguito lo spoglio dalla casa di Genova. Ha incontrato l’amico e cofondatore del Movimento nel suo studio e poi ha registrato il video. Annullata invece la conferenza stampa annunciata ieri sera per un’analisi del voto e il ‘banchetto’ annunciato davanti Montecitorio sempre per commentare l’esito con i parlamentari.
Il primo commento al risultato elettorale era stato un “grazie” agli oltre 5 milioni di elettori del Movimento 5 stelle. Una frase secca sul blog a cui seguiva una lunga poesia di Rudjard Kipling, che incita all’attesa e alla speranza, anche quando tutto intorno va male. Poi su Twitter il fondatore del Movimento ha citato Fabrizio De Andrè e la sua “Canzone del Maggio”: ”Verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte“. E ancora, con un rimando al suo blog: “E se credete ora che tutto sia come prima perché avete votato ancora la sicurezza, la disciplina, convinti di allontanare la paura di cambiare verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti”.
“verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte” De Andrè: http://t.co/hg3fNHH9WT pic.twitter.com/UdFspp9910
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) 26 Maggio 2014
Il titolo della poesia di Kipling – “Se – If, Lettera al figlio” – per alcuni è stata da subito la reazione del leader che, nonostante i proclami da campagna elettorale (“Se perdiamo me ne vado”), non ha intenzione di mollare i suoi nel mezzo della battaglia. “5 Stelle secondo partito al 21 per cento”, qualcuno dentro il Movimento cerca di guardare il bicchiere mezzo pieno e puntare al riscatto. “Se riesci”, recita la poesia, “a non perdere la testa quando tutti intorno a te la perdono e ti mettono sotto accusa. Se riesci ad avere fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te, ma a tenere nel giusto conto il loro dubitare. Se riesci ad aspettare senza stancarti di aspettare o essendo calunniato a non rispondere con calunnie, o essendo odiato a non abbandonarti all’odio, pur non mostrandoti troppo buono, né parlando troppo da saggio. Se riesci a sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni. Se riesci a pensare senza fare dei pensieri il tuo fine. Se riesci ad incontrare il successo e la sconfitta e trattare questi due impostori allo stesso modo. Se riesci a sopportare di sentire le verità che tu hai detto distorte da furfanti che ne fanno trappole per sciocchi o vedere le cose per le quali hai dato la vita distrutte e umiliarti a ricostruirle con i tuoi strumenti oramai logori”.
La poesia parla di nervi e energie, e capacità di risollevarsi quando tutto crolla. “Se riesci a fare un solo fagotto delle tue vittorie e rischiarle in un solo colpo a testa e croce e perdere e ricominciare da dove iniziasti senza mai dire una sola parola su quello che hai perduto. Se riesci a costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi polsi a sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti più ed a resistere quando ormai in te non ce più niente tranne la tua volontà che ripete “resisti!” Se riesci a parlare con la canaglia senza perdere la tua onestà o a passeggiare con i re senza perdere il senso comune. Se tanto nemici che amici non possono ferirti se tutti gli uomini per te contano ma nessuno troppo. Se riesci a colmare l’inesorabile minuto con un momento fatto di sessanta secondi tua è la terra e tutto ciò che è in essa e quel che più conta sarai un uomo, figlio mio”.