2) M5S. Il grande sconfitto. L’ho scritto mille volte, beccandomi gli insulti di tanti grillini, ma lo ripeto: in un paese tradizionalista e conservatore come l’Italia, un movimento così anomalo e di rottura che va stabilmente a due cifre (e la prima è un “2”) ha del miracoloso. Per dire: quando sono usciti gli exitpoll, che davano Renzi al 33 e M5S al 26.5, fossi stato in loro avrei firmato tutta la vita. E invece a molti sembrava poco. Mah. M5S, ogni tanto, dovrebbe essere realista, ma proprio non gli riesce. Ho anche scritto un anno fa che “il 25% non lo riprende neanche nei sogni hard”, ma ieri ipotizzavo comunque un 25-27%.
Non mi stupisce il secondo posto, e tutto sommato neanche il 21 scarso: mi stupisce il gap rispetto a Renzi. Nonostante i tre milioni di voti in meno rispetto al febbraio 2013, il risultato non è negativo in sé: a giugno 2013 era dato sotto al 20% e invece oggi è ormai seconda forza radicata: chi, 15 mesi fa, avrebbe detto che Di Battista sarebbe stato più forte di Berlusconi?
I problemi sono due. Il primo è la forbice sovrumana con Renzi: accettabile fino a 5, dolorosa attorno al 12 (due mesi fa si parlava di Renzi 34% e M5S al 22%), disastrosa con i quasi 20 punti attuali. Il secondo problema, forse ancora più grave, è la sopravvalutazione di se stessi. Perché insistere con ‘sto “vinciamonoi”? Perché credere ciecamente nel sorpasso (ma sorpasso de che?)? Perché dare quasi per certo il raggiungimento del 30% o giù di lì? Perché farsi così tanti autogol (“Se non vinco mi ritiro”, cit Grillo)? E’ ovvio che, giustamente, ora mezzo mondo li sfotte. E fa bene a sfottere.
Detta più chiaramente: numericamente è una sconfitta, ma visto le (folli) aspettative malamente alimentate è un’asfaltata. Non so da cosa sia dipesa tale sopravvalutazione: evidentemente i 5 Stelle si sono convinti che il mondo reale fosse la rete o la piazza piena. A furia di riempire piazze e collezionare “i like”, hanno forse dimenticato che l’Italia che vota è fatta anzitutto da chi in piazza non ci va mai e magari decide all’ultimo momento per chi votare. I milioni di indecisi, alla fine, li ha presi tutti Renzi. I militanti 5 Stelle sono più attivi di quelli del Pd, ma anche questa non è una novità: pure Luttazzi riempiva i teatri e Santoro faceva incetta di share, ma convincevano i già convinti e la maggioranza reale restava sempre di Berlusconi. Adottando un profilo più basso, oggi M5S avrebbe addirittura potuto sorridere, perché in Italia la norma è che vincano i Renzi e l’anomalia è che i Grillo vadano sopra il 10 (figurarsi il 20). Se però ripeti ogni istante “vinciamo noi”, poi ti demoliscono per forza.
A margine, ho due convinzioni che ai 5 Stelle piaceranno poco. La prima è che, per i 5 Stelle, essere secondi sia a tutt’oggi meglio che essere primi (a fare opposizione sono bravi, a governare non so). La seconda è che, nella più rosea delle aspettative, un paese governato da Renzi con il pungolo costante dei 5 Stelle è oggi il massimo a cui l’Italia può ambire. In ogni caso, M5S – se non vuole calare ulteriormente – deve farsi un bagno di umiltà e imparare dai troppi errori: qualcuno politico, molti strategici. I parlamentari bravi li hanno: vediamo come reagiranno.
3) Berlusconi. E’ politicamente finito: il berlusconismo no (anzi), lui sì. Anche se in qualsiasi altro paese oggi sarebbe al 5% e non sopra il 16%. Vedere i berlusconiani dire e scrivere che “tutto sommato è andata bene” è l’ulteriore comica del centrodestra: è andata bene sì, ma solo se le previsioni erano una tempesta di meteoriti sul cranio asfaltato di Silvio. Con Renzi al comando, Berlusconi non ha più senso. Se siete tristi, pensate a Gasparri e Santanché: vi tornerà il buonumore.
4) Lega. Avevo previsto, io come tanti, anche questo: quarta forza del paese e Salvini unico uomo di destra a poter ridere. Infatti. Ha fatto una campagna elettorale strepitosa, e lo dice uno che non lo condivide mai.
5) Alfano. Anche qui nulla di nuovo. NCD non esiste, è una categoria hegeliana dello spirito. Hanno più indagati che elettori. In tivù mi sono sentito dire da Lupi che avrebbero preso l’8%, e così pure la Lorenzin. A fatica hanno superato la soglia. Aiutateli.
6) Fratelli d’Italia. L’Italia non s’è desta.
7) Monti. Non esiste.
8) Tsipras. Credevo che non avrebbero superato lo sbarramento: di poco, una cosa tipo 3.5-3.8%. E invece, seppur di pochissimo, pare che mi sia sbagliato. E mi piace avere sbagliato.