Alla fine Wilders non sfonda, anzi perde un seggio (e molti voti) rispetto al 2009 ma l’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica olandese, non vengono distolte dal Pvv e dalle sue future scelte europee. L’asse Le Pen- Wilders esce rafforzato dal clamoroso risultato in patria ottenuto dalla leader del Front National ma a questo punto, nei Paesi Bassi, in molti si chiedono che fine faranno il Pvv e la Crociata anti-Islam dell’ultimo decennio che hanno reso Wilders il politico oranje più noto al mondo.
Intanto i numeri suggeriscono che gli olandesi non vogliano uscire dall’Euro e dall’Europa: con il 13% dei voti e 4 seggi, Wilders perde un seggio, smentisce i sondaggi che lo volevano primo partito, e si attesta a pari merito con il D66, un partito liberal-democratico, rigorosamente pro-Europa; un’affermazione clamorosa del Pvv avrebbe potuto condizionare il complesso (e litigioso) scacchiere politico olandese e scavalcare sul piano politico il limite della modesta rappresentanza europea che spetta all’Olanda (appena 26 deputati); invece con 4 eurodeputati ed una delegazione oranje che nella quasi totalità andrà a rappresentare istanze pro-Europa, il paese ha ridimensionato il nazionalismo e l’antieuropeismo di Wilders. I risultati ufficiali, al netto di diversi errori negli exit-poll pubblicati lo scorso mercoledì, hanno “restituito” un parlamentare al Pvv, facendo salire le stime da 3 a 4 eurodeputati eletti ma hanno anche consegnato un quadro ben diverso da quello delineato dai sondaggi trapelati mercoledì scorso. Vediamolo in breve: primo partito è il Cda, i cristiano-democratici che risalgono la china dopo l’infelice esperienza di governo con la destra del premier Rutte e con lo stesso Wilders. Seguono il Pvv ed il D66 con quattro seggi ciascuno, mentre i partiti governativi, il Vvd ed i laburisti, escono fortemente ridimensionati ma mantengono entrambi 3 seggi, come confermano 3 seggi anche i Verdi del Groenlinks e 2 vanno al tandem di partiti confessionali Cu/Sgp. Guadagna un seggio anche il Pvdd (Partij van de dieren) il “Partito per gli Animali”, unica formazione al mondo con un’agenda incentrata sul welfare animale, ad aver rappresentanti eletti in parlamento.
Il sistema politico olandese, e la sua elevata frammentazione, mandano ora in Europa una delegazione di 26 eurodeputati, divisi in ben 9 partiti (l’Italia ne invia 73 eletti in 6 gruppi) e distribuiti in maniera omogenea praticamente in tutte le formazioni politiche a Strasburgo.