Una nube di idrogeno sfrecciante nell’universo è sopravvissuta ad una collisione con la Via Lattea perché protetta da un guscio di materia oscura. È un’immagine quasi fantascientifica quella che hanno analizzato i ricercatori del Green Bank Telescope (Gbt) coordinati da Matthew Nichols dell’Osservatorio svizzero di Sauverny che hanno pubblicato un articolo sulla rivista Monthly Notices della Royal Astronomical Society.

Gli astronomi ritengono che la nube ad alta velocità (Hvc), ribattezzata nube di Smith e composta prevalentemente da idrogeno, senza questo guscio protettivo si sarebbe disintegrata nell’impatto con la nostra galassia. Secondo i ricercatori la nube, che ha attraversato la Via Lattea milioni di anni fa, è avvolta da un ‘alone’ formato sostanzialmente da materia oscura che rappresenta l’80% di tutta la materia presente nell’Universo.

Se confermata da ulteriori osservazioni, la nube di Smith sarebbe in realtà una galassia nana che ha la stoffa giusta per formare una vera e propria galassia, ma che al momento non riesce a produrre nuove stelle. “La nube di Smith è davvero unica nel suo genere. È veloce, molto lunga e abbastanza vicina per essere studiata in dettaglio”, ha detto Nichols “È anche un po’ misteriosa, perché un oggetto come questo semplicemente non dovrebbe sopravvivere ad un viaggio attraverso la Via Lattea, ma tutte le informazioni ci dicono che l’ha fatto”.

L’unico modo per osservare questi oggetti è con i radiotelescopi estremamente sensibili come il Gbt, in grado di rilevare anche una debole emissione di idrogeno. Se fosse visibile ad occhio nudo, la nube di Smith sarebbe grande quasi quanto la costellazione di Orione. Attualmente, la nube è a circa 8.000 anni luce di distanza dalla Via Lattea e si sta muovendo a più di 150 chilometri al secondo. Si prevede che entro 30 milioni di anni circa ci potrà essere un altro impatto.

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