Anna Ravoni – due legislature alle spalle, dal 1999 al 2004 con il sindaco piccì doc Giancarlo Pesci, e dal 2004 al 2009 con il sindaco piddino Fabio Incatasciato – esattamente il 16 aprile del 2009, arcistufa della gestione Incatasciato e di una politica da stanze chiuse, ordunque non condivisa dai suoi concittadini, la Ravoni dicevamo, questa specie di amazzone con vestiti & piglio da texana, sentendosi boicottata dai “metodi mafiosi di chi mi riteneva un traditore”, sbatté la porta in faccia al Pd e fondò la lista civica Cittadini per Fiesole, che proprio ieri l’han finalmente plebiscitata primo cittadino di Fiesole, che dall’altura opposta a quella di Piazzale Michelangelo, domina Fi/Renzi se non altro perché detiene il più alto reddito pro capite di tutta la Toscana.
Perché?
Noi che abbiamo seguito la campagna di Anna – dopo di lustri di disimpegno politico, brevemente interrotto da un depistaggio del primo M5S, svanito alla decima assemblea generale dei coscritti – tracimati & trascinati dalla chiarezza lessicale della Raboni, coinvolti dall’entusiasmo con cui ha condotto campagna & campagnoli, crediamo d’aver capito il perché e il percome questa donna sia riuscita a realizzare il sogno suo e dei suoi concittadini, insieme & contemporaneamente.
L’eredità negativa del sindaco uscente dell’unica città toscana dove il Pd ha tracimato, è presto detta. Mancanza di ascolto sulle necessità anche primarie della cittadinanza. Troppe promesse mai mantenute. Nessuna spesa di manutenzione financo ordinaria del ragguardevole patrimonio comunale e culturale fiesolano. Assenza di investimenti per il turismo e la cultura, con la famosa Estate Fiesolana – la più vecchia estate italiana inventata nei primi del ‘900 – depauperata e ridotta a festival del jazz… Questo solo per sintetizzare. E, a voler concludere con una ciliegina sulla torta, un bilancio negativo stoppato – causa sopraggiunta impossibilità da parte dei comuni di aprire nuovi mutui – di 29 milioni e 500 mila euro, una sessantina di miliardi di vecchie lirette & chi più ne ha più ne metta.
Per comprendere il metodo Ravoni – “dedicherò tutte le mie energie non alla solita politica ma all’amministrazione di questa città” – bisogna partire dall’eredità negativa lasciata da Incatasciato a suoi non concittadini, visto & considerato che se il sindaco uscente di Fiesole risiedeva a Fi/Renzi, come poteva comprendere le esigenze e necessità quotidiane di una città dove la difficoltà di posteggiare le auto dei residenti e non, è aggravata dalla spietatezza pseudoamerikana di vigili & vigilesse urbane (sic!), per non dire del gelidore notturno di una cittadina che d’inverno sembra morta anche a mezzodì?
L’approccio di Anna è in primis basato sull’ascolto dei cittadini – da cui ha tratto il programma elettorale e di governo – e, diremmo quasi, di ogni singolo cittadino, incontrato nelle piazze, nelle associazioni, nelle frazioni, nei condomini, nei ristoranti, nei bar, nei negozi e financo nelle case, come è accaduto al sottoscritto, che subito dopo aver fatto la conoscenza di Anna Ravoni, se l’è ritrovata nella casa museo di Diana Baylon solo qualche dì di poi.
Seguono la trasparenza dei procedimenti decisionali, a partire dalla nomina degli assessori che, contrariamente alla norma, sono stati da lei nominati in anticipo, cioè prima e non dopo le elezioni, come di norma si fa per accontentare, a urne chiuse e a conteggi fatti, le correnti che nel caso della lista dei Cittadini per Fiesole, correnti non ne ha.
La semplificazione delle procedure e della burocrazia per porre fine a vere & proprie vessazioni del cittadino fiesolano medio così/detto. La scelta dei consiglieri – effettuata solo su persone che vivono, conoscono e lavorano sullo stesso territorio che dovranno amministrare – è stata fatta in base a criteri meritocratici basati sulle singole conoscenze e specifiche competenze. Ibidem per gli assessori nessuno dei quali è stato scelto come amico o parente di chicchessia.
Ovviamente i fondi, per portare a buon fine questo programma ambizioso, non ci stanno.
“E allora?”. “Allora bisognerà andare a scovarli dove stanno e cioè in Europa – risponde pronta – mediante un ufficio esclusivamente dedicato alla smobilitazione dei finanziamenti europei. Prometto soltanto – quel che so di poter mantenere – il suo refrain – per poi magari riuscire a fare anche quello che non avevo promesso” – conclude sorridente e indomita ma ferma.
E le cittadine e i cittadini fiesolani, cogliendo soprattutto la di lei passione ed entusiasmo, han capito e han votato Anna Ravoni in massa. E poi, ieri sera, hanno invaso il giardino dell’hotel Aurora che domina un panorama spaziale su una Firenze quasi d’antan – così diverso da quello spettrale di adesso – quando in quel di Fiesole convergevano personaggi come Arnold Bocklin, Arturo Benedetti Michelangeli, Gertrude Stein & via discorrendo…