Secondo i pm sono sei le operazioni che avrebbero causato il crac della società di gestione immobiliare di cui Fabrizio Palenzona (non indagato) era vice presidente. La società era stata dichiarata fallita con debiti per oltre 50 milioni di euro a fronte di un attivo di 6 milioni dal Tribunale di Milano nel luglio del 2011
La Procura di Milano ha chiuso l’indagine, in vista della richiesta di rinvio a giudizio di 8 persone, tra cui Corrado Coen e Maurizio Cimatti, accusati di bancarotta fraudolenta per il crac di Norman95, Sofie spa e Lagafì srl, società dichiarate fallite dal Tribunale rispettivamente nel luglio 2011, nel dicembre successivo e nel maggio dell’anno scorso.
Cimatti e Coen, tra il 2004 e il 2009, sono stati entrambi amministratori di Norman95, la società di gestione immobiliare – di cui Fabrizio Palenzona (non è indagato) è stato il vicepresidente – che tre anni fa si è vista bocciare la richiesta di concordato preventivo proposto da Concilium, società controllata da Vittorio Farina (il suo nome è spuntato nelle conversazioni intercettate di Luigi Bisignani) insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria (di cui Palenzona era consigliere) e a Orione, una società di gestione del risparmio della Cassa di Risparmio di Torino.
Con il rigetto del piano di salvataggio i giudici della seconda sezione civile hanno accolto la richiesta di fallimento di alcuni creditori e del pm Luigi Orsi, titolare dell’indagine per bancarotta appena chiusa, con i colleghi Gaetano Ruta e Isidoro Palma.
Solo per la bancarotta di Norman95 sono indagati, oltre a Cimatti e Coen, Riccardo Ciardullo (in qualità di legale rappresentante della società Euridea), Nicola Squillace (amministratore di fatto di Euridea e consulente), Michele Carpaneda (consigliere di Norman95), Lorenzo Camuso (legale rappresentante e amministratore unico della Lagafì srl), ed Eugenio Creti (legale rappresentante e presidente del cda di Sofie spa). Per il crac della Lagafì srl, società riconducibile a Cimatti, sono sotto inchiesta, lo stesso Cimatti, Camuso e anche Carlo Shiaffino (amministratore), mentre per il fallimento della Sofie, il reato di bancarotta è contestato a Cimatti, Coen, Creti, Squillace e Camuso.
Secondo i pm sono sei le operazioni che avrebbero causato il crac della società di gestione immobiliare fallita con debiti per oltre 50 milioni di euro a fronte di un attivo di 6 milioni.
Aggiornato da redazione web il 31-7-19