Per una volta non è difficile capire come è andata. La gigantesca vittoria di Renzi si spiega a rovescio: la gigantesca sconfitta di Grillo. Non è un modo di svalutare ciò che Renzi è riuscito a fare dopo soli tre mesi di guida del Pd. Ciò che è accaduto richiedeva che uno dei partecipanti al sorprendente, unico voto diverso che vi sia stato in Europa, il solo voto “a sinistra”, il solo voto imponente a favore di chi sta governando, fosse uno nuovo, svelto e con una sua inedita capacità di attrarre attenzione. Forse anche da solo avrebbe avuto comunque una sua vittoria. Ma non così.
Perché accadesse ciò che è accaduto ci voleva, sulla scena, un altro personaggio di peso, un contendente all’ultimo sangue. Renzi, per vincere, ha promesso tutto. Ma Grillo, il suo antagonista, ha minacciato tutto. Persino di arruolare, in caso di vittoria, un milione dei suoi elettori e di portarli a un grandioso assedio del Quirinale. Ma la gente ha da fare, è molto stanca della politica per soli leader. Anche quelli che hanno creduto di affrontare insieme a Grillo, e col suo furente aiuto, qualcuna di tante assillanti preoccupazioni, si è accorto che c’era troppo spettacolo.
E così, dopo avere affollato piazze sempre più grandi, se ne sono andati. Ecco dunque la risposta alla domanda: perché così tanti, inaspettatamente, da Renzi? Perché erano tanti da Grillo. E Grillo, con le sue continue dichiarazioni di guerra, con sempre nuovi progetti di lotta subito, nuove marce, nuovi assedi, li ha sfiancati e anche spaventati. La responsabilità adesso è di Renzi. Lui continua a ripetere che abbiamo un bisogno urgente delle “riforme”. I suoi elettori sono persuasi, e lo hanno detto in mille modi, che hanno bisogno di ben altro. Capirà il piccolo principe che se non stai attento a quello che dice la gente la gente se ne va, così, da un momento all’altro?
Dal Fatto Quotidiano del 27 maggio 2014