Ogni anno, nel mio corso di Teoria e Tecniche del Linguaggio Giornalistico, ai miei studenti faccio fare un’inchiesta su un tema di attualità. Vale come prova d’esame, e forse è questo che di solito più li motiva ad impegnarsi, ma per me è in realtà il modo più efficace per insegnare loro come approcciare al mestiere di giornalista. Questa volta il tema che ho scelto è stato l’omogenitorialità.

I ragazzi, poco più che ventenni, sono stati inizialmente tiepidi e poco attratti: sembrava qualcosa che non li riguardasse da vicino, in fondo non sono né in procinto di diventare genitori né, forse, omosessuali. Per questo mi sono soprattutto concentrata sul metodo, ossia sulla confezione di un lavoro giornalistico improntato alle nuove tecniche dell’informazione, un’inchiesta due punto zero: multimediale, multimodale, social.

Piano piano, nel corso dei mesi, hanno compreso quante nuove strade si stanno aprendo per la loro futura professione proprio grazie al fatto che il mestiere del giornalista tradizionale è ormai stravolto. Mentre si appassionavano al giornalismo partecipato (citizen journalism, street journalism, data journalism, social journalism, public journalism, blogging, vlogging, etc), si sono anche appassionati al tema che stavano maneggiando fino a metterci la faccia.

Alcuni hanno timidamente preso posizioni, ad esempio il bravo Simone Zivillica, che ha scritto una lettera aperta a Renzi perché si spicci a legiferare in merito, o Flaminia Romoli Venturi, con un articolo invece nettamente contrario alla regolamentazione delle famiglie omoparentali. In classe c’erano anche membri del centro sociale di destra Casa Pound, e il loro contributo è servito per conoscere e confrontarsi con le posizioni contrarie a quelle delle associazioni di omogenitori, che ovviamente hanno trovato molto spazio in questa inchiesta.

Nessuno ha fatto comingout (neanche io: non ho mai verbalizzato di essere un omogenitore), forse perché in classe non erano presenti omosessuali (anche se, secondo le statistiche, questo è un po’ difficile), o forse perché da un punto di vista giornalistico e accademico, aveva poca rilevanza l’esperienza personale. Nonostante ciò, alcune ragazze e alcuni ragazzi, presumibilmente eterosessuali, si sono evidentemente coinvolti moltissimo, tanto che l’inchiesta, grazie soprattutto al talento di Giovanni Sorrentino, è diventata un sito molto bello e navigabile che continuerà ad essere aggiornato anche oltre gli esami di fine anno, offrendo un servizio all’utente sui temi dell’omogenitorialità.

Grazie alla condivisione di contatti e relazioni, un pungo di ragazze e ragazzi si sono lanciati in interviste importanti, come quella di Maria Vittoria Cabras e Sofia Cecinini a Melania Mazzucco, o di Simone Zivillica a Paola Concia. Altri hanno invece raccolto toccanti testimonianze di coppie omogenitoriali, anche viaggiando per l’Italia per incontrare di persona le famiglie, mentre Lorenzo Nicolao e Costanza Morini si sono messi a studiare la legislazione, e a intervistare i giuristi.

Simona Sannino ha poi fatto una sorta di “legenda” sull’omogenitorialità per capirci qualcosa tra le famiglie omoparentali, di seconda costituzione e progetti di co-parenting, mentre Costanza Maria Milisenna si è occupata del caso della Francia. Per capire invece come si fa a procreare se si è una coppia omosessuale, ci sono gli articoli di Eleonora Libanori e di Vittoria Laurino, e anche il contributo di Giulia Fabbrini, caporedattore di tutto il lavoro e autrice di una rassegna di libri che affrontano il tema, aiuta ad orientarsi in questo senso. Sempre parlando di recensioni, Francesca Rossi ha fatto una rassegna delle fiction di gayparenting e Elena Peresso, direttore dell’inchiesta, ha intervistato la giornalista finlandese Taina Tervonen, autrice di un libro fotografico sui figli di coppie omogenitoriali 

E poi ci sono i pareri dei pediatri, da quello di Carla Parisi del Sant’Anna di Roma a quello ufficiale dell’Associazione Culturale Pediatri, gli atti dei convegni più recenti , una videografia con materiali da tutto il mondo e perfino la voce degli “omo-nonni”.

Buona lettura!

Tutto il materiale lo trovate sul sito figlidichi.wordpress.com

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti

La Repubblica tradita

di Giovanni Valentini 12€ Acquista
Articolo Precedente

Libano: mancano i soldi, rifugiati siriani senza cure mediche

next
Articolo Successivo

Carceri, scade ultimatum Strasburgo. “Italia rischia di pagare 100 milioni”

next