Cronaca

Papa Francesco: “La pedofilia è come le messe nere”. Tre vescovi sotto indagine

Non usa mezzi termini Bergoglio, parlando ai giornalisti accreditati sul volo che lo ha riportato dalla Terra Santa a Roma al termine del suo pellegrinaggio, per condannare la piaga degli abusi sessuali sui minori nella Chiesa. Il pontefice ha risposto a domande sullo Ior, sulla disoccupazione giovanile, beatificazione di Pio XII

“La pedofilia è come le messe nere“. Non usa mezzi termini Papa Francesco, parlando ai giornalisti accreditati sul volo che lo ha riportato dalla Terra Santa a Roma al termine del suo pellegrinaggio, per condannare la piaga degli abusi sessuali sui minori nella Chiesa. Bergoglio, nonostante la stanchezza dei tre giorni intensi di viaggio ad Amman, Betlemme e Gerusalemme, si è sottoposto per un’ora al fuoco delle domande dei cronisti che hanno viaggiato con lui sul volo papale. “In questo momento – ha spiegato il Papa parlando della pedofilia – ci sono tre vescovi sotto indagine. Di uno, già condannato, si sta studiando la pena. Non ci sono privilegi su questo tema dei minori. In Argentina dei privilegiati diciamo: questo è un figlio di papà. Ecco, su questo tema non ci saranno figli di papà. È un problema molto grave. Un sacerdote che compie un abuso, tradisce il corpo del Signore. Il prete deve portare il bambino o la bambina alla santità. E questo si fida di lui. Invece di portarlo alla santità, lui lo abusa. È gravissimo. È come fare una messa nera! Invece di portarlo alla santità lo porti a un problema che avrà per tutta la vita. La prossima settimana, il 6-7 giugno, ci sarà una messa con alcune persone abusate, a Santa Marta, e poi ci sarà una riunione, io con loro. Su questo si deve andare avanti con tolleranza zero”.

Altro tema scottante affrontato senza tabù da Papa Francesco sono i 15 milioni di euro dello Ior dati alla Lux Vide di Ettore Bernabei. “Il Signore Gesù – ha spiegato Bergoglio – una volta ha detto ai suoi discepoli: è inevitabile che ci siano scandali, siamo umani e peccatori tutti. Il problema è evitare che ce ne siano di più. Nell’amministrazione economica serve onestà e trasparenza. Le due commissioni, quella che ha studiato lo Ior e quella che ha studiato la situazione economico-finanziaria di tutto il Vaticano, hanno fatto le loro conclusioni e adesso con il ministero e la Segreteria per l’economia diretta dal cardinale Pell si porteranno avanti le riforme consigliate. Ma ci saranno ancora incongruenze, ci saranno sempre, perché siamo umani. E la riforma deve essere continua. I padri della Chiesa dicevano che la Chiesa deve essere ‘semper reformanda’. Siamo peccatori, – ha aggiunto il Papa – siamo deboli. La Segreteria dell’economia aiuterà a evitare scandali e problemi. Per esempio nello Ior sono stati chiusi 1600 conti, di persone che non avevano diritto. Lo Ior è per l’aiuto alla Chiesa, hanno diritto vescovi, e diocesi, dipendenti del Vaticano, le loro vedove, le ambasciate, ma niente di più. Non è una cosa aperta. E questo è un buon lavoro, chiudere i conti di chi non ha diritto. Io vorrei dire una cosa: la questione di quei 15 milioni, è ancora sotto studio, non è ancora chiaro che cosa è accaduto”

Nel dibattito con i giornalisti spazio ovviamente ai gesti forti compiuti da Papa Francesco in Terra Santa e all’invito rivolto a Shimon Peres e Abu Mazen di pregare insieme in Vaticano per la pace in Medio Oriente. “I gesti più autentici – ha affermato Bergoglio – sono quelli che non si pensano, io avevo pensato si poteva fare qualcosa, ma dei gesti concreti che ho compiuto nessuno era stato pensato così. Alcune cose, come l’invito ai due presidenti, si era pensato di farlo là, durante il viaggio, ma c’erano tanti problemi logistici, tanti, il territorio dove si doveva fare, non era facile. Ma alla fine è uscito l’invito e spero che l’incontro riesca bene. Ma i miei non erano gesti pensati, a me viene di fare qualcosa di spontaneo così. Per chiarire sull’incontro in Vaticano. Sarà un incontro di preghiera, non per fare una mediazione. Con i due presidenti ci riuniremo a pregare soltanto e io credo che la preghiera sia importante e fare questo aiuta. Poi tutti tornano a casa. Ci sarà un rabbino, un islamico, ci sarò io. Ho chiesto al custode di Terra Santa di organizzare un po’ le cose pratiche”.

Sulle elezioni europee il Papa ha confessato di aver “avuto solo il tempo di pregare qualche Padre nostro ma non ho avuto notizie sulle elezioni. Il populismo in Europa, la fiducia o la sfiducia, alcune tesi sull’euro. Di questo – ha spiegato Francesco ai cronisti – non capisco tanto. Ma la disoccupazione è grave: siamo in un sistema economico mondiale dove al centro è il denaro, non è la persona umana. Questo sistema per mantenersi, scarta. Si scartano i bambini: il livello delle nascite non è alto, in Italia sono meno di due a coppia, in Spagna è ancora più bassa. Si scartano gli anziani, anche con l’eutanasia nascosta, le medicine si danno solo fino a un certo punto. E si scartano i giovani. In Italia credo che la disoccupazione giovanile sia circa del 40 per cento, in Spagna è del 50 per cento, in Andalusia del 60 per cento. C’è – ha aggiunto il Papa – tutta una generazione di persone che né studiano né lavorano. Questa cultura dello scarto è gravissima. Non è solo in Europa, ma in Europa si sente forte. È un sistema economico disumano, questo sistema economico uccide come ho detto nell’Evangelii gaudium”. 

Sul celibato dei sacerdoti Papa Francesco ha sottolineato che anche la “Chiesa cattolica ha preti sposati nei riti orientali. Il celibato – ha precisato Bergoglio – non è un dogma di fede, è una regola di vita, che io apprezzo tanto e credo che sia un dono per la Chiesa. Non essendo un dogma di fede, c’è sempre la porta aperta”. Francesco ha spiegato anche che sono in programma due suoi viaggi in Asia: uno in Corea del Sud, già previsto dal 13 al 18 agosto prossimi, e uno in Sri Lanka e nelle Filippine, “nella zona dove c’è stato lo tsunami”, per gennaio 2015. Sull’ipotesi dimissioni il Papa ha risposto: “Farò quello che il Signore mi dirà di fare. Pregare, cercare di fare la volontà di Dio. Benedetto XVI non aveva più le forze, e onestamente, da uomo di fede, umile qual è, ha preso questa decisione. Settant’anni fa i vescovi emeriti non esistevano. Cosa succederà con i Papi emeriti? Dobbiamo guardare a Benedetto XVI come a un’istituzione, ha aperto una porta, quella dei Papi emeriti. La porta è aperta, ce ne saranno altri o no, Dio solo lo sa. Io credo che un vescovo di Roma se sente che le forze vanno giù deve farsi le stesse domande che si è fatto Papa Benedetto”.

Sulla beatificazione di Pio XII Bergoglio ha chiarito che “la causa è aperta, io mi sono informato e ancora non c’è alcun miracolo. Così è ferma e non può andare avanti. Dobbiamo rispettare la realtà di quella causa. Ma non c’è miracolo, è necessario almeno che ce ne sia uno per la beatificazione. Io non posso pensare se lo farò beato o no”. E, infine, sui divorziati risposati il Papa ha affermato che non gli “è piaciuto che tante persone, anche di Chiesa, abbiano detto: il Sinodo è per dare comunione ai divorziati risposati, come se tutto si riducesse a una casistica”. E ha aggiunto: “Si deve studiare caso per caso. Torno sempre a una cosa che Papa Benedetto ha detto già tre volte: bisogna studiare le procedure di nullità matrimoniale, studiare la fede con cui una persona va al matrimonio e chiarire che i divorziati non sono scomunicati. Tante volte sono trattati come scomunicati”. E sugli ostacoli che sta incontrando nella riforma della Curia romana Francesco ha affermato: “Il primo ostacolo sono io! Siamo a buon punto, abbiamo consultato tutta la Curia, si cominciano a studiare le cose, per alleggerire l’organizzazione per esempio accorpando dei dicasteri. Uno dei punti chiave è stato quello economico: il dicastero dell’Economia deve lavorare con la Segreteria di Stato. Adesso a luglio abbiamo quattro giorni di lavoro e poi a fine settembre altri quattro, ma si lavora. I risultati ancora non si vedono tutti, ma la parte economica è quella che è venuta fuori prima,  c’erano alcuni problemi di cui la stampa parlava abbastanza. La strada della persuasione è tanto importante. Ci sono alcune persone che non vedono chiaro. Ma io – ha concluso il Papa – sono contento, si è lavorato abbastanza”.

Twitter@FrancescoGrana