Quando ha visto l’operaio sommerso dalla terra non ha esitato ad entrare nello scavo per aiutarlo, ma è stato travolto da un secondo smottamento che lo ha soffocato. Per 40 minuti il 118 ha tentato di rianimarlo, ma non c’è stato niente da fare. E’ morto così Dario Testani, 31 anni, geometra responsabile del cantiere in via della stazione Aurelia a Roma, dove nel primo pomeriggio è avvenuto l’incidente in cui sono rimasti feriti due operai.
Uno scavo largo 80 centimetri e profondo due metri e mezzo. Gli operai della ditta Ibisco stavano lavorando al collegamento degli impianti fognari di alcuni edifici in via di ultimazione. Un operaio era all’interno della buca, uno guidava l’escavatore, ed il geometra ed un altro operaio erano all’esterno. Quando, forse proprio a causa delle manovre dell’escavatore, all’improvviso una parete sovrastante lo scavo, lunga circa tre metri, è in parte franata colpendo in pieno un operaio romeno di 38 anni che si trovava all’interno.
“La terra ha ceduto per due volte e il secondo smottamento è stato fatale e ha travolto il geometra che è morto”, racconta un testimone. “Un operaio si trovava nella buca quando c’è stato il primo smottamento – spiega il teste – era coperto dalla terra fino al bacino, il geometra è sceso per salvarlo ma si è verificato un secondo smottamento che lo ha travolto e non c’è stato nulla da fare”. Colleghi e vigili del fuoco hanno subito tirato fuori i due operai, ma per il geometra la situazione è apparsa subito molto grave, aveva il volto e la bocca pieni di terra.
Gli altri due operai sono rimasti feriti e sono stati ricoverati in ospedale: uno si è fratturato una gamba, l’altro ha avuto un trauma toracico. Dopo l’incidente nel cantiere, si è vissuto anche il doloroso e drammatico arrivo dei genitori della vittima. La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, ma i pm procedono anche per violazione delle norme anti infortunistiche. Dai primi accertamenti, infatti, è risultato che il geometra non aveva casco né scarpe protettive. L’intero cantiere è stato posto sotto sequestro.
Dolore per l’incidente è stato espresso sia dal sindaco di Roma Ignazio Marino, sia dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. “Non è tollerabile” morire così ha detto il sindaco aggiungendo: “Le istituzioni, di ogni ordine, devono sempre più rafforzare le politiche per la sicurezza sui luoghi di lavoro, anche sensibilizzando le imprese”, dello stesso avviso il presidente della Regione che ribadisce come “queste morti bianche non siano degne di un paese civile”.
Per Cgil, Cisl ed Uil di Roma e del Lazio si tratta di una tragedia che lascia “senza fiato. Soprattutto se pensiamo che dai proclami sulla necessità di agire di più e meglio anche a livello istituzionale per garantire la salvaguardia della sicurezza sul lavoro non si passa poi ai fatti”. E i sindacalisti contano i morti sul lavoro: 21 con quello di oggi dall’inizio del 2014. Un altro morto che Cesare Caiazza, della Cgil, non esita a chiamare ‘eroè e per il quale chiede ‘un riconoscimento per il suo gestò.