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Elezioni Europee 2014, la democrazia liquida ha premiato Renzi

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Ad un valente generale Napoleone preferiva senza esitazioni un generale fortunato. Se la democrazia liquida ha premiato Renzi, la sua fortuna, in un successo elettorale così inaspettato, si somma ad una “congiunzione astrale” particolarmente favorevole che potrebbe trasformarsi, sarebbe ora, in un vantaggio per il Paese.

1. Il successo elettorale alle europee garantisce a Renzi tutto il potere necessario per realizzare le riforme promesse, con il minimo di mediazione politica ad esse necessaria: con un sorriso e la minaccia di elezioni anticipate sul tavolo delle trattative, otterrà più che con un sorriso e basta;

2. Sfumata la possibilità di avanzare pretese di governo, il M5S, con ritrovata umiltà, dovrebbe concentrarsi a fare una salutare opposizione ovvero ad esercitare tutto il controllo necessario a bilanciare il potere di governo e ad avanzare costruttivamente al governo Renzi proposte sensate, anche coraggiose per la moralizzazione della vita pubblica, di quelle che (politicamente) “non si possono  rifiutare”;

3.  L’asse Parigi-Berlino da cui eravamo tenuti fuori e il risultato delle elezioni francesi, costringerà innanzitutto Hollande a ottenere dalla Merkel politiche più favorevoli ai Paesi dell’Ue in affanno economico con la pressione di una piazza, per secolare tradizione, più temibile di quella nostrana;

4. La presidenza del semestre Ue offrirà invece al Renzi vincitore del fronte europeista di accreditare l’Italia come il Paese con cui proseguire su nuove basi l’Unione politica, fiscale, bancaria, della difesa e dell’energia, con cui tutto era cominciato e che oggi, con la crisi dell’Ucraina, richiede nuove visioni e soluzioni per l’approvvigionamento di gas, si pensi alla Libia, o per lo sviluppo -non parassitario- di modalità alternative di produzione e consumo di energia su cui la Germania è avanti e che sono care, peraltro, al M5S;

5. Alla presidenza della Bce c’è Mario Draghi che, pur con tutte le limitazioni statutarie, ha tutta l’intenzione di pilotare la politica monetaria nel senso della crescita attraverso incentivi da assegnare al circuito bancario.

Ce n’è insomma per sperare che lo straordinario consenso ottenuto venga utilizzato con coraggio. Più che un nuovo vincitore politico cui correre in soccorso, serve disperatamente uno statista disposto a rischiare politicamente pur di fare oggi quelle scelte impopolari che servono a dare un futuro alle giovani generazioni, tagliando privilegi ed abusi della spesa pubblica, coniugando il merito con la solidarietà per una evoluzione in senso liberale di un partito di sinistra: se ci riesce, è davvero bravo!

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