SnapFashion e Asap54 sono due tra le applicazioni che consetono il matching fra immagini: basta fotografare un capo d'abbigliamento o un accessorio per trovarlo in rete. A semplificare la scelta di taglie e misure ci pensano invece Virtusize e Shoefitr
Moda e tecnologia s’incontrano, con l’obiettivo di cambiare e semplificare il modo di fare acquisti nel web. Sono sempre di più le applicazioni che permettono di mettere in collegamento due immagini tra loro, sfruttando la tecnologia per il riconoscimento visivo, già in uso nei dispositivi di sicurezza. Il funzionamento è semplice: basta scattare una foto dell’oggetto desiderato e l’applicazione fornisce un “match”, aiutando a trovare online lo stesso prodotto oppure qualcosa di molto simile. La scelta viene resa possibile attraverso una serie di rivenditori precedentemente selezionati e inclusi nell’app.
Così funziona SnapFashion, scaricabile gratuitamente su iTunes e creata dalla venticinquenne inglese Jenny Griffiths: “SnapFashion sviluppa l’idea del blog di moda – ha dichiarato Griffiths al Guardian – Gli utenti possono rintracciare e comprare capi visti sulla foto del profilo Facebook di qualcuno che conoscono, su una rivista o per strada, semplicemente fotografandoli”. Sulla stessa falsariga c’è anche Asap54, gratuita, lanciata nel 2013 da Daniela Cecilio, brasiliana d’adozione londinese: “Le parole, spesso, non sono sufficienti per descrivere l’abito che qualcuno sta cercando – dice sull’homepage del sito – così ho usato la tecnologia di riconoscimento delle immagini per velocizzare il processo”. Asap54 garantisce anche un team virtuale di esperti: se in 24 ore non si è riusciti a trovare il prodotto fotografato, una squadra di stylist interviene per consigliare qualcosa di simile. Applicazioni di questo tipo sono anche Sylce e Style-Eyes: oguna di queste app per il “matching” tra immagini può essere considerata una sorta di “Shazam (la nota applicazione musicale) for fashion”.
Cortexica, compagnia fondata nel 2009 all’Imperial College di Londra, mette il sistema “Find Similar Mobile Search” a disposizione di chiunque voglia, a sua volta, creare un’applicazione o un portale che offrano il servizio di riconoscimento delle immagini. “La moda è “visiva” – ha detto Iain McCready, CEO di Cortexica, a Business of Fashion – e due persone che cercano la stessa cosa su Google possono ritrovarsi a risultati completamente differenti, avendo introdotto parole chiave diverse: la tecnologia di Cortexica risolve questo problema”.
I “camerini di prova virtuali” sono un’altra scommessa del fashion tech e Virtusize, una start-up che offre questo servizio, è già attiva su Asos.com, colosso inglese della distribuzione di abbigliamento online. “Vogliamo diventare il vostro guardaroba virtuale – ha dichiarato Peder Stuber, uno dei cinque giovanissimi fondatori di Virtusize, al Financial Times – Gli utenti creano un account, nel quale inseriscono le misure di un capo di abbigliamento che hanno nell’armadio o che hanno comprato precedentemente sullo stesso sito, così il sistema può comparare taglie e lunghezze, riducendo il rischio di sbagliare”.
Un altro esempio di tecnologia a servizio della semplificazione nel comprare moda online è Shoefitr. Se, infatti, l’acquisto di capi d’abbigliamento in rete incontra resistenza da parte di chi non riesce a prescindere dal provare l’abito o dal “toccare con mano” il tessuto, l’accessorio più “difficile” da acquistare nel web restano, certamente, le scarpe, per ovvi motivi legati alla ricerca di comodità. A questo serve Showfitr, fondato da tre runner e già in uso su Running Wherehouse: come funziona? Basta fornire numero e marca delle proprie scarpe “preferite” e Showfitr, utilizzando la tecnologia degli scanner 3D unita a un database di fitting di scarpe da running, garantisce un consiglio impeccabile sul nuovo paio di calzature da scegliere, per non rimpiangere le vecchie.