L’appoggio di Confindustria al governo Renzi, uscito più forte dalle urne, è incondizionato. Ma adesso “servono i fatti”, perché anche nel 2014 non ci sarà “né la crescita sperata, né più occupazione”. E’ questo il messaggio che Giorgio Squinzi, dall’Assemblea annuale degli industriali, lancia all’esecutivo. Lo fa proponendo la propria ricetta che parte dal mercato del lavoro.
Semplificare il contratto a tempo indeterminato – Per prima cosa bisogna “semplificare e migliorare il contratto di lavoro a tempo indeterminato“, rendendolo “più conveniente e attrattivo per le imprese”. Ma, sottolinea, “non abbiamo bisogno di un nuovo contratto neppure a tutele crescenti”.
Rivedere ammortizzatori sociali – Il secondo passo per far ripartire il mercato è intervenire sugli ammortizzatori sociali. Perché oggi “non sono né una tutela reale, né uno strumento efficace per trovare una nuova occupazione”, afferma ancora Squinzi, sottolineando che la durata “è stata prolungata oltre ogni ragionevole limite, rallentando i processi di ristrutturazione delle imprese”. Per gli industriali bisogna limitarsi a due strumenti: la cassa integrazione “per rispondere alle crisi in cui si possa prevedere un recupero di attività”, e l’Aspi, l’ex indennità di disoccupazione, erogata dall’Inps.
Risolvere rapporto malato con il fisco – L’altro ostacolo per la ripresa sono le troppe imposte che soffocano le imprese. “In Italia il prelievo sugli utili raggiunge il 68,5%, il più alto tra le economie avanzate”, analizza Squinzi che calcola in oltre otto mesi all’anno l’impegno per pagare le tasse. “Fino alla prima decade di settembre si lavora per pagare le tasse. Avanti così e l’anno è finito prima di iniziare!. Il cuneo fiscale sul lavoro – sottolinea – è al 53%, secondo solo al Belgio, 10 punti sopra la media Ue e 17 su quella Ocse”. L’unica soluzione è “risolvere” il rapporto malato che il contribuente italiano ha con il fisco.
Nessuna ripresa in vista – Squinzi gela l’ottimismo per una possibile ripresa nel 2014. E lo fa ricordando i dati sul primo trimestre, con il Pil che ha toccato un nuovo minimo. “Il reddito procapite è ai livelli del 1996, i consumi al 1998, gli investimenti al 1994, la produzione industriale è tornata al livello del 1986. La disoccupazione viaggia verso il 13%. Nel manifatturiero tra il 2001 e il 2013 abbiamo perso 120.000 imprese e quasi un milione e duecentomila posti di lavoro. Non è questa l’Italia che vogliamo”. Ma, prosegue il presidente di Confindustria, “non ci rassegniamo ad un Paese stanco e sfiduciato, vittima di mali antichi, astruso e ostile alla cultura dell’impresa, del merito e del rischio. Non è questa l’Italia che vediamo tutti i giorni sui luoghi di lavoro”. E’ l’Italia che “può tornare a crescere in modo robusto”.
Appoggio totale al governo – “La nostra disponibilità è immutata e completa”, garantisce il numero uno degli industriali, ma “fate le riforme, ne abbiamo bisogno per ricreare lavoro, reddito, coesione sociale. Non deludeteci”. Perché “il mandato popolare al Pd e a Renzi – ragiona ancora Squinzi – testimonia la voglia di cambiamento che c’è nel Paese. Questa voglia attende fatti che diano sostanza alle riforme e alla crescita”. I segnali di incoraggiamento sono tangibili, ma serve che “la stagione delle riforme istituzionali adesso parta davvero”. Per ora “dal governo sono venuti incoraggianti segni di rinnovamento: sulla legge elettorale, sulla semplificazione e sulla pubblica amministrazione, sulle riforme istituzionali, sulla legislazione del lavoro”. Allargando lo sguardo fuori dai confini italiani, per Squinzi il semestre di presidenza italiana è una grande occasione “per ridurre gli eccessi di un’austerità applicata in modo asimmetrico e per iniziare un processo di avvicinamento tra istituzioni e cittadini d’Europa”.
Dai sindacati serve sforzo di innovazione – Oltre che al governo, il numero uno di Confindustria lancia un appello anche ai sindacati: “Guardiamo al mondo. Non chiudiamoci conservativamente nel nostro familiare ma ristretto orizzonte domestico”. “Il tempo delle eterne liturgie è trascorso”. Per questo “dal sindacato mi aspetto uno sforzo di innovazione“. E infine invita gli industriali a “favorire la contrattazione aziendale virtuosa, che lega i salari ai risultati aziendali“.
Fuori da Confindustria chi corrompe – Da Squinzi arriva anche un duro attacco agli imprenditori che utilizzano mazzette per aggiudicarsi commesse e lavori. “Chi corrompe fa male alla comunità e al mercato, grave danno alla concorrenza e ai suoi colleghi. Queste persone non possono stare in Confindustria”. Ma per Squinzi è inutile parlare di nuove leggi o poteri speciali contro la corruzione. Per combatterla – assicura – serve abbattere “il muro della complicazione”, allargare gli spazi di mercato ridurre tempi e arbitrio della burocrazia.
Ministro Guidi: “Piano per made in Italy” – Sul palco dell’Assemblea sale anche il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, ex presidente dei giovani industriali. “Nelle prossime settimane vareremo un piano straordinario per il made in Italy”, annuncia il titolare dello Sviluppo. Gli obiettivi del piano sono l’aumento delle imprese esportatrici di almeno 20mila unità entro il 2015, il rafforzamento del settore fieristico e la copertura di mercati non ancora sfruttati. Poi Guidi aggiunge: “Dobbiamo dire basta alla dilagante cultura anti-imprenditoriale. Basta alla criminalizzazione del profitto”.
Camusso: “Proposte non condivisibili” – Immediato in no secco della Cgil alle proposte avanzate dalla Confindustria su contratti e riforma del mercato del lavoro. Secondo il segretario generale Susanna Camusso, le tesi di Squinzi sono viziate “da una omissione di partenza: pensare che oggi il mercato del lavoro sia quello regolato dalle leggi e non il festival della precarietà e delle mille forme”. Per questo per il sindacato la ricetta avanzata dagli industriali “non è condivisibile”. Il segretario generale si dice invece disponibile a un cambio di marcia nei rapporti tra parti sociali: “Siamo prontissimi al cambiamento, sollecitiamo le imprese ad una nuova stagione di partecipazione, di possibilità di discutere di investimenti e trasformazioni”. Camusso replica anche al ministro Guidi: “Non mi pare proprio che nel nostro paese ci sia una cultura anti-impresa”.
Economia
Confindustria, Squinzi: “Nel 2014 nessuna crescita. Appoggio a Renzi, ma ora fatti”
Il numero uno degli industriali propone la propria ricetta per far ripartire il mercato del lavoro: "Bisogna rendere i contratti a tempo indeterminato più conveniente e attrattivo per le aziende". Ma serve rivedere anche gli ammortizzatori sociali: "Non sono né una tutela reale, né uno strumento efficace". Poi avverte i suoi: "Fuori chi corrompe"
L’appoggio di Confindustria al governo Renzi, uscito più forte dalle urne, è incondizionato. Ma adesso “servono i fatti”, perché anche nel 2014 non ci sarà “né la crescita sperata, né più occupazione”. E’ questo il messaggio che Giorgio Squinzi, dall’Assemblea annuale degli industriali, lancia all’esecutivo. Lo fa proponendo la propria ricetta che parte dal mercato del lavoro.
Semplificare il contratto a tempo indeterminato – Per prima cosa bisogna “semplificare e migliorare il contratto di lavoro a tempo indeterminato“, rendendolo “più conveniente e attrattivo per le imprese”. Ma, sottolinea, “non abbiamo bisogno di un nuovo contratto neppure a tutele crescenti”.
Rivedere ammortizzatori sociali – Il secondo passo per far ripartire il mercato è intervenire sugli ammortizzatori sociali. Perché oggi “non sono né una tutela reale, né uno strumento efficace per trovare una nuova occupazione”, afferma ancora Squinzi, sottolineando che la durata “è stata prolungata oltre ogni ragionevole limite, rallentando i processi di ristrutturazione delle imprese”. Per gli industriali bisogna limitarsi a due strumenti: la cassa integrazione “per rispondere alle crisi in cui si possa prevedere un recupero di attività”, e l’Aspi, l’ex indennità di disoccupazione, erogata dall’Inps.
Risolvere rapporto malato con il fisco – L’altro ostacolo per la ripresa sono le troppe imposte che soffocano le imprese. “In Italia il prelievo sugli utili raggiunge il 68,5%, il più alto tra le economie avanzate”, analizza Squinzi che calcola in oltre otto mesi all’anno l’impegno per pagare le tasse. “Fino alla prima decade di settembre si lavora per pagare le tasse. Avanti così e l’anno è finito prima di iniziare!. Il cuneo fiscale sul lavoro – sottolinea – è al 53%, secondo solo al Belgio, 10 punti sopra la media Ue e 17 su quella Ocse”. L’unica soluzione è “risolvere” il rapporto malato che il contribuente italiano ha con il fisco.
Nessuna ripresa in vista – Squinzi gela l’ottimismo per una possibile ripresa nel 2014. E lo fa ricordando i dati sul primo trimestre, con il Pil che ha toccato un nuovo minimo. “Il reddito procapite è ai livelli del 1996, i consumi al 1998, gli investimenti al 1994, la produzione industriale è tornata al livello del 1986. La disoccupazione viaggia verso il 13%. Nel manifatturiero tra il 2001 e il 2013 abbiamo perso 120.000 imprese e quasi un milione e duecentomila posti di lavoro. Non è questa l’Italia che vogliamo”. Ma, prosegue il presidente di Confindustria, “non ci rassegniamo ad un Paese stanco e sfiduciato, vittima di mali antichi, astruso e ostile alla cultura dell’impresa, del merito e del rischio. Non è questa l’Italia che vediamo tutti i giorni sui luoghi di lavoro”. E’ l’Italia che “può tornare a crescere in modo robusto”.
Appoggio totale al governo – “La nostra disponibilità è immutata e completa”, garantisce il numero uno degli industriali, ma “fate le riforme, ne abbiamo bisogno per ricreare lavoro, reddito, coesione sociale. Non deludeteci”. Perché “il mandato popolare al Pd e a Renzi – ragiona ancora Squinzi – testimonia la voglia di cambiamento che c’è nel Paese. Questa voglia attende fatti che diano sostanza alle riforme e alla crescita”. I segnali di incoraggiamento sono tangibili, ma serve che “la stagione delle riforme istituzionali adesso parta davvero”. Per ora “dal governo sono venuti incoraggianti segni di rinnovamento: sulla legge elettorale, sulla semplificazione e sulla pubblica amministrazione, sulle riforme istituzionali, sulla legislazione del lavoro”. Allargando lo sguardo fuori dai confini italiani, per Squinzi il semestre di presidenza italiana è una grande occasione “per ridurre gli eccessi di un’austerità applicata in modo asimmetrico e per iniziare un processo di avvicinamento tra istituzioni e cittadini d’Europa”.
Dai sindacati serve sforzo di innovazione – Oltre che al governo, il numero uno di Confindustria lancia un appello anche ai sindacati: “Guardiamo al mondo. Non chiudiamoci conservativamente nel nostro familiare ma ristretto orizzonte domestico”. “Il tempo delle eterne liturgie è trascorso”. Per questo “dal sindacato mi aspetto uno sforzo di innovazione“. E infine invita gli industriali a “favorire la contrattazione aziendale virtuosa, che lega i salari ai risultati aziendali“.
Fuori da Confindustria chi corrompe – Da Squinzi arriva anche un duro attacco agli imprenditori che utilizzano mazzette per aggiudicarsi commesse e lavori. “Chi corrompe fa male alla comunità e al mercato, grave danno alla concorrenza e ai suoi colleghi. Queste persone non possono stare in Confindustria”. Ma per Squinzi è inutile parlare di nuove leggi o poteri speciali contro la corruzione. Per combatterla – assicura – serve abbattere “il muro della complicazione”, allargare gli spazi di mercato ridurre tempi e arbitrio della burocrazia.
Ministro Guidi: “Piano per made in Italy” – Sul palco dell’Assemblea sale anche il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, ex presidente dei giovani industriali. “Nelle prossime settimane vareremo un piano straordinario per il made in Italy”, annuncia il titolare dello Sviluppo. Gli obiettivi del piano sono l’aumento delle imprese esportatrici di almeno 20mila unità entro il 2015, il rafforzamento del settore fieristico e la copertura di mercati non ancora sfruttati. Poi Guidi aggiunge: “Dobbiamo dire basta alla dilagante cultura anti-imprenditoriale. Basta alla criminalizzazione del profitto”.
Camusso: “Proposte non condivisibili” – Immediato in no secco della Cgil alle proposte avanzate dalla Confindustria su contratti e riforma del mercato del lavoro. Secondo il segretario generale Susanna Camusso, le tesi di Squinzi sono viziate “da una omissione di partenza: pensare che oggi il mercato del lavoro sia quello regolato dalle leggi e non il festival della precarietà e delle mille forme”. Per questo per il sindacato la ricetta avanzata dagli industriali “non è condivisibile”. Il segretario generale si dice invece disponibile a un cambio di marcia nei rapporti tra parti sociali: “Siamo prontissimi al cambiamento, sollecitiamo le imprese ad una nuova stagione di partecipazione, di possibilità di discutere di investimenti e trasformazioni”. Camusso replica anche al ministro Guidi: “Non mi pare proprio che nel nostro paese ci sia una cultura anti-impresa”.
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Roma, 13 mar. (Labitalia) - "La vostra fiera pone la sostenibilità al centro del confronto tra tutti voi e tra tutti noi e non potrebbe essere altrimenti". Così il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto in un videomessaggio in occasione di LetExpo 2025, la fiera di riferimento per i trasporti, la logistica, i servizi alle imprese e la sostenibilità, promossa da Alis in collaborazione con Veronafiere (11-14 marzo).
"La logistica è il sistema circolatorio delle nostre società. Attraverso la via della distribuzione riceviamo e inviamo ciò che consumiamo e ciò che produciamo. Quello che compriamo viene spesso da molto lontano e le nostre aziende esportano in ogni continente - continua - Se tutto questo ha creato ricchezza e opportunità ha anche creato pesanti effetti sull'ambiente. Per questo è molto importante che puntiate alla sostenibilità ambientale, naturalmente conciliata con la sostenibilità economica e sociale perché con l'ambientalismo dogmatico non si fa un favore né alla natura né alle persone. Anzi, se non consideriamo il tema socio-economico, le politiche ambientali saranno automaticamente respinte. Su questo tema non abbiamo mai fatto un passo indietro".
"La voce più chiara e determinata è stata quella dell'Italia a ogni tavolo negoziale europeo. Non mettiamo in discussione gli obiettivi finali, gli obiettivi climatici, ma chiediamo misure adatte al nostro Paese - spiega - Se il risultato delle politiche ambientali è la desertificazione industriale, perdiamo tutti. Con la neutralità tecnologica ognuno sceglie la propria strada verso una meta che resta comunque la meta che dobbiamo raggiungere".
"La vostra iniziativa punta ad accrescere la consapevolezza ecologica del settore dei trasporti, lo fa mettendo a confronto istituzioni, imprese, con il mondo della ricerca e delle professioni. Non si ragiona per compartimenti stagni. E' in questo modo che si passa dall'ideologia alla concretezza, alla realtà, dal dogma alla soluzione della questione. Insieme sapremo fare squadra", conclude.
Washington, 13 mar. (Adnkronos) - Christopher Lockyear, segretario generale di Medici Senza Frontiere (Msf), è intervenuto oggi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla catastrofica crisi umanitaria causata dalla guerra in Sudan, chiedendo la fine delle violenze contro i civili e un rinnovato impegno per fornire aiuti salvavita. La guerra in Sudan è soprattutto “una guerra contro le persone" ha dichiarato.
Le Forze Armate Sudanesi (Saf) - ricorda Msf - hanno bombardato ripetutamente e indiscriminatamente aree densamente popolate. Le Forze di Supporto Rapido (Rsf) e le milizie alleate hanno portato avanti una campagna di violenze, fatta di stupri sistematici, rapimenti, uccisioni di massa, saccheggi di aiuti umanitari e occupazione di strutture mediche. Entrambe le parti hanno assediato città, distrutto infrastrutture civili essenziali e bloccato gli aiuti umanitari. Msf fornisce assistenza medica in 11 dei 18 stati del Sudan, operando su entrambi i fronti del conflitto, secondo i principi umanitari che la contraddistinguono. I team di Msf nel paese hanno segnalato molte volte i livelli preoccupanti di malnutrizione in diverse zone, mentre malattie infettive prevenibili con i vaccini sono in aumento. L'imminente stagione delle piogge acuisce l’urgenza di assicurare alle persone nelle aree devastate dalla guerra forniture alimentari e mediche.
Il messaggio di Msf al Consiglio di Sicurezza è: la guerra in Sudan non può continuare a essere combattuta con un simile disprezzo per le vite dei civili. Dopo quasi 2 anni di combattimenti, la risposta internazionale è stata fin troppo limitata, ostacolata dalle parti in conflitto e aggravata dalla mancanza di responsabilità, risorse e leadership. “Mentre in questa sede si fanno dichiarazioni, i civili rimangono invisibili, senza protezione, bombardati, assediati, stuprati, sfollati, privati di cibo, cure mediche e dignità” ha dichiarato Lockyear. “La risposta umanitaria vacilla, paralizzata dalla burocrazia, dall’insicurezza, dall’esitazione e da quello che rischia di diventare il più grande disinvestimento negli aiuti umanitari della storia”. Lockyear ha fatto appello a un rinnovato impegno nella protezione dei civili e far fronte alle necessità umanitarie. “La crisi in Sudan impone un cambiamento radicale, abbandonando gli approcci fallimentari del passato. La vita di milioni dipende da questo”, ha concluso.
Gaza, 13 mar. (Adnkronos/Afp) - L'agenzia di protezione civile di Gaza ha riferito di aver riesumato 48 corpi dal cortile dell'ospedale Al-Shifa, un tempo la più grande struttura medica di Gaza, ma ora in gran parte in rovina a causa dei molteplici attacchi israeliani durante la guerra. I soccorritori hanno consegnato 38 corpi dopo che i parenti li hanno identificati, e li hanno portati via per riseppellirli in altri cimiteri, ha riferito il portavoce dell'agenzia, Mahmud Bassal, aggiungendo che "gli altri 10 corpi riesumati sono stati consegnati al dipartimento di medicina legale del Ministero della Salute per l'identificazione".
Bassal ha detto ancora che circa 160 corpi sono ancora sepolti all'interno del complesso ospedaliero e che il processo di esumazione continuerà per diversi giorni.
Verona, 13 mar. (Adnkronos) - “La transizione energetica interessa molto la logistica anche per la questione dei carburanti, e sappiamo qual è la visione europea per il 2035 Sui carburanti. Noi dall'insediamento di questo governo, continuiamo a discutere sul tema della neutralità tecnologica. Per fortuna a livello europeo si è cominciato a ragionare sui biocarburanti, sull'idrogeno, sui carburanti sintetici. Parlando di logistica, questa avversione che c'è sempre stata negli ultimi anni verso il motore endotermico e verso i carburanti fossili, non aiuta. Sappiamo benissimo che un camion con un grande motore, difficilmente potrà funzionare con quintali di batterie, quindi ci vuole anche buon senso e logica. Anche per questo si sta andando verso una modifica di quelli che erano gli obiettivi del 2035”. Ad affermarlo è Massimo Bitonci, sottosegretario alle Imprese e al Made in Italy, durante la conferenza dal titolo “Il ruolo della logistica nella transizione energetica e nella crescita economica” che si è tenuta a Casa Alis all’interno di LetExpo. La fiera di riferimento per i trasporti, la logistica, i servizi alle imprese e la sostenibilità, promossa da Alis in collaborazione con Veronafiere, sarà aperta fino al 14 marzo.
Nella conferenza dedicata alla transizione energetica, che ha visto la presenza degli esponenti di importanti imprese italiane impegnate nella logistica, si è parlato anche delle iniziative attivate dal governo.
"L’anno scorso abbiamo avuto il via libera dall’Europa per fare una rimodulazione dei fondi REPowerEU recuperando 6,3 miliardi di euro che sono stati destinati al Piano Transizione 5.0. Si tratta di una misura di credito di imposta che va dal 35% al 45% ed è rivolta a tutte le imprese, sia piccole che grandi, per accompagnarle verso la transizione ecologica, la transizione digitale, la riduzione dei consumi. I vincoli imposti dall’Europa sono stati molto stringenti, per questo l'iniziativa è partita un po’ lentamente e, almeno fino a un mese fa, erano stati utilizzati solo 500 milioni di euro. Nell’ultimo periodo, però, la somma è quasi raddoppiata con le prenotazioni arrivate", conclude Bitonci.
Doha, 13 mar. (Adnkronos) - In seguito alla visita in Qatar dell'inviato statunitense per il Medio Oriente Steve Witkoff, è sul tavolo una nuova bozza per una proposta aggiornata di cessate il fuoco in cambio del rilascio degli ostaggi. Lo ha riferito al Jerusalem Post una fonte a conoscenza dei dettagli. Come parte dello schema proposto, Hamas rilascerebbe circa cinque ostaggi vivi e i corpi degli ostaggi morti. In cambio, Israele consentirebbe un cessate il fuoco di 50 giorni.
Durante questo periodo di tregua, che si concluderebbe il 20 aprile, si svolgerebbero discussioni in merito alla prosecuzione dell'accordo. La fonte ha dichiarato al Post di essere "ottimista sul fatto che si possa raggiungere un'intesa".
Roma, 13 mar. – (Adnkronos) - L’Intelligenza Artificiale può rivoluzionare il Trasporto Pubblico Locale. E' lo scenario emerso nel primo Workshop Nazionale organizzato da Asstra, l’associazione che riunisce 138 aziende del settore. L’evento ha visto la partecipazione di esperti e istituzioni, con contributi da Londra e San Francisco. Andrea Gibelli, presidente di Asstra, ha sottolineato il ruolo dell’IA nei veicoli autonomi, nella sicurezza stradale e nei servizi di TPL intelligenti: “L’integrazione tra mezzi pubblici e privati è l’obiettivo, ma serve una regolamentazione equilibrata”.
Tra le esperienze presentate, il Catenary Inspection System di FNM, un sistema basato sull'IA che consente di monitorare e anticipare guasti sulle linee elettrificate, riducendo i costi di manutenzione. Illustrati anche il Progetto IACC di Brescia Mobilità che grazie all'uso di chatbot e analisi dati, prevede una riduzione del 20% del carico di lavoro per il customer care , il Progetto Mercurio di Eav per l’analisi predittiva sulle ferrovie e le soluzioni di Amt Genova per l’efficienza delle fermate. Sul fronte della manutenzione, Tper Bologna ha illustrato l’uso dell’IA per ridurre i tempi di fermo dei veicoli, mentre TPL FVG ha mostrato il nuovo sistema CRM per migliorare la gestione delle richieste dei clienti. Focus anche sulla cybersicurezza con AC Transit di San Francisco e sulle implicazioni giuridiche dell’IA con esperti di diritto.
Il workshop si è chiuso con l’impegno di Asstra a tracciare una roadmap chiara per l’innovazione nel Tpl. “L’adozione dell’IA è fondamentale per intercettare il futuro e rispondere ai bisogni emergenti delle persone e delle città. Oggi dobbiamo decidere che aziende vogliamo essere in futuro", ha affermato Gibelli.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Riforestare. Per mitigare l’inquinamento atmosferico e acustico cittadino, incrementare la biodiversità, ridurre i consumi energetici e migliorare il paesaggio urbano e periurbano insieme alla qualità di vita degli abitanti. Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), sostenuto da Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas, lancia il progetto 'RiforestAzione', dedicato alla tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano in 13 città metropolitane d’Italia (Torino, Genova, Milano, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio di Calabria, Palermo, Messina, Catania e Cagliari) in cui risiedono più di 21 milioni di persone e la cui estensione complessiva è pari a oltre il 15% del territorio nazionale.
L’iniziativa, svelata oggi all’Orto Botanico di Roma alla presenza di istituzioni e partner, rientra nella Missione 'Rivoluzione verde e transizione ecologica' (M2), Componente 'Tutela del territorio e della risorsa idrica' (C4), del Piano di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Quest’ultimo si inserisce all’interno del programma Next Generation Eu (Ngeu).
Nel caso specifico, l’investimento per la 'tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano', dal valore di 210 milioni di euro, si propone di piantare 4,5 milioni di alberi e arbusti, creando 4.500 ettari di nuove foreste e trapiantando almeno 3,5 milioni di alberi nella loro destinazione finale, mediante un ampio programma di interventi, in grado di proteggere i processi ecologici correlati al funzionamento degli ecosistemi. Si tratta di un progetto altamente rilevante e coerente con il piano 'Eu forest strategy for 2030', dedicato al rafforzamento delle foreste continentali e che ambisce ad aggiungere 3 miliardi di alberi entro il 2030.
Il contributo di Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas al progetto del Mase 'RiforestAzione' si declina sotto forma di un supporto diretto alle attività per la sua promozione e comunicazione. Questo impegno si sviluppa attraverso molteplici azioni, a cominciare dalla creazione di una piattaforma digitale con contenuti informativi e di approfondimento sulle azioni di riqualificazione del verde urbano ed extraurbano, curata dalla società urban tech SuperUrbanity.
Oltre alla piattaforma, il progetto prevede la realizzazione di un percorso sul territorio nazionale che andrà a toccare nei prossimi due anni alcune delle città coinvolte nell’iniziativa per farla conoscere alle comunità locali, così come di un percorso didattico, in collaborazione con Fondazione Sylva, che farà tappa nelle scuole per diffondere la cultura ambientale e accrescere le competenze ecologiche dei più giovani.
In più, verrà strutturato un Osservatorio, con durata biennale, che andrà a monitorare l’evoluzione del rapporto tra italiani e verde urbano. A tal proposito, la centralità delle aree verdi è rimarcata dai dati raccolti nella prima ricerca dedicata al progetto 'RiforestAzione' del Pulsee Luce e Gas Index, osservatorio sulle abitudini sostenibili degli italiani sviluppato insieme a Nielsen IQ, da cui emerge che, per l’83% degli intervistati, l’aumento degli spazi con alberi e arbusti è necessario, mentre, per il 90%, le aree verdi sono fondamentali per il proprio benessere psicofisico, segno di un crescente desiderio di ristabilire un contatto con la natura nei luoghi di vita. Da segnalare anche che, per l’87% degli italiani, gli interventi di riqualificazione costituiscono un fattore che può migliorare la valutazione dell’amministrazione pubblica e la percezione di una città.
"Il progetto 'RiforestAzione' rappresenta un tassello importante della strategia nazionale per la tutela dell’ambiente e la qualità della vita nelle nostre città. Il verde urbano ed extraurbano non è solo un elemento estetico, ma una risorsa cruciale per la salute dei cittadini, la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela della biodiversità. Con questa iniziativa, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica conferma il proprio impegno concreto nel promuovere una politica ecologica che sia anche una rivoluzione culturale, coinvolgendo istituzioni, imprese e cittadini in un percorso condiviso. Ringraziamo Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas per il supporto a un progetto che guarda al futuro delle nostre comunità, con un impatto tangibile e duraturo sul territorio”, rimarca il sottosegretario di Stato al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Claudio Barbaro.
“Le soluzioni nature-based rappresentano un pilastro fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici e nella creazione di città più resilienti e vivibili. Il sostegno di Axpo Italia a questo ambizioso progetto di riforestazione urbana ed extraurbana del Mase è una dimostrazione del nostro impegno continuativo per lo sviluppo sostenibile, in cui il verde diventa un alleato strategico per migliorare il benessere delle persone. Cooperare e tutelare la natura significa investire concretamente nel futuro delle prossime generazioni, rafforzando la capacità delle nostre comunità di affrontare le sfide ambientali con soluzioni innovative e durature”, commenta Salvatore Pinto, presidente di Axpo Italia.
“L'espansione delle aree verdi nelle città metropolitane è un investimento sul nostro futuro, sulla nostra salute e sul nostro benessere. È un modo per riconnetterci con la natura, per riscoprire il valore degli alberi, e per costruire città più vivibili e sostenibili. L’obiettivo al 2026 è completare le operazioni di transplanting del materiale di propagazione forestale (semi o piante) per almeno 3.500.000 alberi e arbusti per il rimboschimento delle aree urbane ed extraurbane. L’obiettivo è creare una rete di corridoi ecologici che colleghino le aree verdi esistenti, favorendo la mobilità della fauna e la dispersione dei semi. Vogliamo trasformare le nostre città metropolitane in ecosistemi resilienti, capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici e di offrire servizi ecosistemici essenziali per la collettività", dice Fabrizio Penna, capo Dipartimento Pnrr Mase.