L’Aula della Camera ha approvato il disegno di legge sul divorzio breve. Il ddl che prevede l’abbassamento dei tempi a 6 mesi per il consensuale e a 12 mesi per il giudiziario. La commissione Giustizia aveva dato il via libera il 14 maggio. I voti favorevoli sono stati 381, i contrari 30, gli astenuti 14.
Le nuove procedure, applicabili anche per i procedimenti in corso, introducono la cancellazione dell’obbligo di un periodo di separazione di 3 anni prima di poter avviare la pratica del divorzio. Il termine per ottenere il divorzio scende così a 12 mesi per la separazione giudiziale e a 6 mesi per la consensuale, indipendentemente dalla presenza o meno di figli. Inoltre, in caso di contenzioso, il termine decorre dalla notifica del ricorso. Il testo approvato dalla Camera dispone che la comunione dei beni della coppia si sciolga quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o al momento di sottoscrivere la separazione consensuale. Il ddl passa ora al vaglio del Senato.
“Questa legge è a favore del matrimonio perchè non alimenta la paura dell’odissea giudiziaria cui bisogna sottoporsi se le cose finiscono male”. A dirlo nell’Aula della Camera è Luca D’Alessandro di Forza Italia, relatore della proposta di legge, che sottolinea “si tratta di una scelta di laicità senza estremismi”.
“Abbiamo impiegato 11 anni a raggiungere un accordo che arriva a 40 anni dal referendum sul divorzio. Oggi si colma un vuoto riconoscendo che la società italiana nel tempo è cambiata”, sostiene Alessia Morani del Partito democratico. “La lunghezza del contenzioso – spiega – è un danno soprattutto per i figli ed aggrava i costi delle famiglie e dello Stato. Ora andiamo avanti sul tema dei diritti civili nell’ambito della stagione di grandi riforme inaugurata dal Pd”.
“È una conquista civile che ci mette a passo con la Ue e che è resa possibile anche dalla presenza in questo Parlamento del M5S”, ha aggiunto il deputato Cinque stelle Alfonso Bonafede. “Non vogliamo mettere il cappello su questo risultato – spiega – ma siamo alla dimostrazione che quando il Pd non mette ghigliottine sul dibattito parlamentare e non si fanno inciuci ma si prendono decisioni nell’interesse della gente noi ci siamo e collaboriamo”.
Parere contrario invece quello del Nuovo centrodestra. “Siamo arrivati a un matrimonio liquido per una società liquida, e non credo che questa volta abbiamo agito per il bene comune”, ha affermato Eugenia Roccella, annunciando il suo voto contrario al provvedimento.