In dieci a processo nell’ambito dell’inchiesta su presunte irregolarità negli appalti in alcuni ospedali lombardi. Mercoledì 28 maggio sono stati rinviati a giudizio dal gup di Milano Maria Cristina Mannocci: l’ex direttore generale della sanità della Regione Lombardia Carlo Lucchina, l’ex assessore regionale alla Famiglia Giulio Boscagli, cognato dell’ex governatore e senatore di Ncd Roberto Formigoni, e l’ex capogruppo del Pdl al Pirellone Paolo Valentini, insieme ad altre sette persone accusate a vario titolo di turbativa d’asta e corruzione.
Il processo si aprirà davanti alla decima sezione penale del Tribunale il prossimo 18 settembre. Al centro delle indagini, coordinate dal pm milanese Tiziana Siciliano, ci sono una serie di gare d’appalto “sospette”, tra cui il progetto “Sistema televisivo outdoor” affidato alla società Multimedia Hospital che avrebbe dovuto portare all’installazione in 26 aziende ospedaliere, capofila quella di Desio-Vimercate, di un canale tv a circuito chiuso con informazioni sanitarie e pubblicità. Proprio nell’azienda ospedaliera di Desio-Vimercate, in provincia di Monza-Brianza, si è svolta nel 2009 la gara per la “Telemedicina” finita sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Milano.
Il bando, per l’accusa, aveva “caratteristiche che precludevano la partecipazione a molte altre società interessate e comunque tali da non consentire l’ammissione alla fase finale di aggiudicazione”. Ma c’è anche un altro presunto appalto “pilotato” che oggi ha convinto il giudice a mandare a giudizio Lucchina, Boscagli e Valentini: si tratta di quello per i servizi di assicurazione e brokeraggio all’ospedale di Mantova: secondo le imputazioni, con la complicità di altri indagati, avrebbero organizzato riunioni al Pirellone per favorire l’assegnazione dei contratti assicurativi a una joint venture tra due società, la Marsh Spa e la Gbs Spa, considerate vicine al centrodestra.
All’ex numero uno della sanità lombarda – già coinvolto in altri procedimenti, tra cui quello sul caso Maugeri -, a Boscagli, a Valentini, agli allora direttori generali delle aziende ospedaliere di Desio-Vimercate, Maurizio Amigoni, e di Mantova, Luca Stucchi, (anche loro rinviati a giudizio) è stato contestato di aver “turbato con collusioni e mezzi fraudolenti le gare d’appalto, ciascuno svolgendo compiti ben definiti, al fine di favorirne l’aggiudicazione” ad aziende legate alla loro area politica. Tra le persone rinviate a giudizio anche il capo della segreteria dell’assessorato regionale alla Sanità, Simone Rasetti, che avrebbe “accettato la promessa” avanzata dai soci della Multimedia Hospital, Bruno Della Negra e Alberto Uva (hanno patteggiato tempo fa), di “ricevere somme di denaro per circa 30mila euro ricevendo di fatto, in distinte occasioni, 13.500 euro, quale prezzo per ottenere informazioni e agevolazioni su procedure burocratico-amministrative”. Il giudice Mannocci oltre a mandare a processo i dieci imputati, ha accolto il patteggiamento di altre due persone e ha respinto la richiesta dei difensori di trasferire per competenza territoriale il procedimento a Monza e a Mantova.