In un’intervista al quotidiano britannico Telegraph, il leader dei Cinque stelle risponde alle critiche e assicura che ancora non esiste un accordo con il leader del partito inglese. "Vuole controllare i flussi immigratori come noi, non c'è nulla di male"
Nigel Farage “ha senso dello humor e dell’ironia e non è razzista”. Beppe Grillo parla al quotidiano britannico Telegraph e cerca di spegnere le polemiche sul leader del partito euroscettico Ukip. Solo poche ore prima c’è stato il pranzo riservato a Bruxelles tra i due leader per cercare di creare un gruppo insieme nel Parlamento europeo. Una decisione che ha subito creato qualche malumore tra deputati e senatori 5 stelle che ribadiscono: “Non abbiamo niente in comune con gli xenofobi”. E il comico, in silenzio da alcuni giorni, sceglie la stampa straniera per dare la sua versione dei fatti. “Non è come viene descritto, così come io non sono il fascista e il nazista descritto dai giornali italiani”, dice. “Vuole controllare i flussi migratori in Europa così come lo vogliamo noi”, continua. “Non è vero che è un razzista”, afferma, ricordando che Farage ha scelto di non stringere alleanze con la Lega Nord e il Front National di Marine Le Pen. Grillo comunque precisa che ancora non esiste alcun accordo: “L’ho incontrato per conoscerlo”. Ora ai sostenitori del Movimento 5 stelle, che attraverso la rete decideranno se e quali posizioni in comune il movimento ha con l’Ukip. “Non cambieremo il nostro programma, non cambieremo le nostre idee ma se parliamo di concetti come quello della democrazia diretta allora abbiamo qualcosa in comune”. Sempre riguardo alle alleanze che il Movimento potrebbe stringere a Strasburgo, l’eurodeputato dei verdi tedeschi, Jan Philipp Albrecht, ha smentito l’ipotesi di un’alleanza con i pentastellati: “La differenza tra noi e il leader 5 Stelle è troppo grande”.
Non tutti dentro il gruppo però, sembrano essere pronti ad accettare l’alleanza. C’è tra i deputati chi ha già mostrato qualche perplessità, come Giulia Sarti, Eleonora Bechis, Sebastiano Barbanti e Tommaso Currò. Una linea critica bocciata subito dal vicepresidente della Camera Luigi Di Maio che parla di “polemiche strumentali”. “Non ci ho visto niente di sbagliato se non una consultazione con uno dei principali attori della politica europea che è Farage”. “Il gruppo – ha precisato Di Maio – se sarà con lui non sarà solo con lui, ma anche con una costellazione di altre forze di altri Paesi europei”. La formazione del gruppo nel Parlamento europeo “è una mossa tattica” che serve per “calendarizzare provvedimenti – ha aggiunto – ed eleggere vicepresidenti del parlamento e presidenti di commissione che poi incidano nelle scelte”. “Ogni parlamentare – ha poi spiegato – decide per se stesso e vota come vuole. Se si formerà, il gruppo parlamentare non si chiamerà Ukip-Movimento 5 stelle ma sarà solo un accordo tra più gruppi. In Italia abbiamo gruppi parlamentari che si formano anche con dieci parlamentari al Senato e venti alla Camera; in Europa non è così, ma si possono fare scelte di voto diverse, perché il gruppo serve a fare massa critica e avere peso contrattuale per alcuni provvedimenti”.