Questo post verrà diviso in due parti. Oggi descrivo la paura di vincere (nikefobia). La prossima settimana, dopo aver letto i commenti e suggerimenti del blog, farò alcune ipotesi su Bersani nel 2013 e Grillo nel 2014.
Per paura di vincere si intende una difficoltà, anomala rispetto alle capacità abituali, che compare improvvisamente nelle persone che stanno per raggiungere un traguardo importante, spesso a lungo desiderato. Viene tipicamente descritta in campo sportivo dove si stima colpisca il 20% degli atleti. Ricordo il caso di un ragazzo che era molto bravo e performante in allenamento e nelle partite normali ma che diveniva una schiappa nelle gare importanti in cui era in ballo una coppa. Può interessare il singolo (secondo voi può essere il caso del giocatore del Torino che ha sbagliato il rigore decisivo nell’ultima partita di campionato?) o il gruppo, come la squadra che sembra bloccarsi nel momento in cui sta per ottenere il risultato agognato (secondo voi è capitato all’Atletico Madrid nei minuti di recupero della finale di coppa campioni?).
Anche se meno studiata compare nel lavoro, dove si determina una difficoltà quando si sta per ottenere un risultato, nello studio, al momento dell’esame, o nell’amore, quando si sta per conquistare la persona desiderata. Ricordo il caso di un dirigente d’azienda cinquant’enne. Il direttore della multinazionale ove lavora lo convocò dicendogli: “Visto che l’amministratore delegato fra un anno andrà in pensione abbiamo pensato a te per sostituirlo”. Da quel momento lui cominciò a fare errori ripetitivi e banali tanto che dopo quattro mesi venne in terapia per paura di distruggere la sua probabile promozione.
Il meccanismo che si determina è descritto da chi l’ha studiato a tre livelli; neurofisiologico, cognitivista e psicoanalitico.
Neurofisiologico: quando si sta per determinare un cambiamento importante nella nostra vita si produce una scarica di ormoni e neuro mediatori cerebrali che si attivano per procurare le energie necessarie ad affrontare la prova. Allo stesso tempo, per ricerca della omeostasi, vengono prodotti ormoni e attivati circuiti modulatori che tendono a mantenere lo stato precedente. E’ come se il nostro corpo avesse paura del cambiamento, che è ignoto, per cui ricerca un riequilibrio. Come nel principio di Archimede si determina una reazione uguale e contraria rispetto alla perturbazione originale. E’ per questo che il braccio del tennista che deve fare il punto decisivo diviene marmoreo e la testa si svuota il giorno prima dell’esame.
Cognitivista: la persona a livello di ragionamento ha una ottima considerazione di se stesso con una personalità, a volte, grandiosa ma minata da dubbi e da scarsa autostima. C’è un livello cognitivo in cui ritiene di non meritare lo status di vincitore e, soprattutto, il timore di non poter mantenere le aspettative che gli altri avrebbero nei suoi confronti dopo che ha raggiunto il nuovo eclatante risultato. Non cogliere la vittoria serve a non caricarsi di questa responsabilità.
Psicoanalitico: alcuni studiosi parlano di aggressività repressa nell’infanzia. I genitori in modo subliminare hanno inculcato nel bimbo l’idea che l’aggressività è sempre negativa e che anche voler primeggiare rispetto agli altri sia sbagliato. Questo messaggio emotivo, ripetuto in svariate occasioni , diviene un tratto profondo represso nel nostro inconscio. Riemerge tutte le volte che stiamo per ottenere un risultato importante facendoci sentire colpevoli del desiderio di vincere. Per reazione, inconsciamente, una parte di noi, il Super Io, lotterà per introdurre ostacoli evitando di vincere e provare il senso di colpa.
La domanda che oggi pongo ai lettori, per poi cercare di dare una mia personale risposta la prossima settimana è: “Ritenete che nelle campagne elettorali di Bersani nel 2013 e Grillo nel 2014 la paura di vincere abbia avuto un ruolo?”.
Luciano Casolari
Medico psicoanalista
Politica - 31 Maggio 2014
Bersani 2013 e Grillo 2014, è stata colpa della paura di vincere? – I
Questo post verrà diviso in due parti. Oggi descrivo la paura di vincere (nikefobia). La prossima settimana, dopo aver letto i commenti e suggerimenti del blog, farò alcune ipotesi su Bersani nel 2013 e Grillo nel 2014.
Per paura di vincere si intende una difficoltà, anomala rispetto alle capacità abituali, che compare improvvisamente nelle persone che stanno per raggiungere un traguardo importante, spesso a lungo desiderato. Viene tipicamente descritta in campo sportivo dove si stima colpisca il 20% degli atleti. Ricordo il caso di un ragazzo che era molto bravo e performante in allenamento e nelle partite normali ma che diveniva una schiappa nelle gare importanti in cui era in ballo una coppa. Può interessare il singolo (secondo voi può essere il caso del giocatore del Torino che ha sbagliato il rigore decisivo nell’ultima partita di campionato?) o il gruppo, come la squadra che sembra bloccarsi nel momento in cui sta per ottenere il risultato agognato (secondo voi è capitato all’Atletico Madrid nei minuti di recupero della finale di coppa campioni?).
Anche se meno studiata compare nel lavoro, dove si determina una difficoltà quando si sta per ottenere un risultato, nello studio, al momento dell’esame, o nell’amore, quando si sta per conquistare la persona desiderata. Ricordo il caso di un dirigente d’azienda cinquant’enne. Il direttore della multinazionale ove lavora lo convocò dicendogli: “Visto che l’amministratore delegato fra un anno andrà in pensione abbiamo pensato a te per sostituirlo”. Da quel momento lui cominciò a fare errori ripetitivi e banali tanto che dopo quattro mesi venne in terapia per paura di distruggere la sua probabile promozione.
Il meccanismo che si determina è descritto da chi l’ha studiato a tre livelli; neurofisiologico, cognitivista e psicoanalitico.
Neurofisiologico: quando si sta per determinare un cambiamento importante nella nostra vita si produce una scarica di ormoni e neuro mediatori cerebrali che si attivano per procurare le energie necessarie ad affrontare la prova. Allo stesso tempo, per ricerca della omeostasi, vengono prodotti ormoni e attivati circuiti modulatori che tendono a mantenere lo stato precedente. E’ come se il nostro corpo avesse paura del cambiamento, che è ignoto, per cui ricerca un riequilibrio. Come nel principio di Archimede si determina una reazione uguale e contraria rispetto alla perturbazione originale. E’ per questo che il braccio del tennista che deve fare il punto decisivo diviene marmoreo e la testa si svuota il giorno prima dell’esame.
Cognitivista: la persona a livello di ragionamento ha una ottima considerazione di se stesso con una personalità, a volte, grandiosa ma minata da dubbi e da scarsa autostima. C’è un livello cognitivo in cui ritiene di non meritare lo status di vincitore e, soprattutto, il timore di non poter mantenere le aspettative che gli altri avrebbero nei suoi confronti dopo che ha raggiunto il nuovo eclatante risultato. Non cogliere la vittoria serve a non caricarsi di questa responsabilità.
Psicoanalitico: alcuni studiosi parlano di aggressività repressa nell’infanzia. I genitori in modo subliminare hanno inculcato nel bimbo l’idea che l’aggressività è sempre negativa e che anche voler primeggiare rispetto agli altri sia sbagliato. Questo messaggio emotivo, ripetuto in svariate occasioni , diviene un tratto profondo represso nel nostro inconscio. Riemerge tutte le volte che stiamo per ottenere un risultato importante facendoci sentire colpevoli del desiderio di vincere. Per reazione, inconsciamente, una parte di noi, il Super Io, lotterà per introdurre ostacoli evitando di vincere e provare il senso di colpa.
La domanda che oggi pongo ai lettori, per poi cercare di dare una mia personale risposta la prossima settimana è: “Ritenete che nelle campagne elettorali di Bersani nel 2013 e Grillo nel 2014 la paura di vincere abbia avuto un ruolo?”.
C'era una volta la Sinistra
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Politica
Meloni, la conferenza stampa (tv). Su Starlink: “Non un favore a Musk, ma interesse nazionale”. E annuncia il successore di Belloni al Dis: è Vittorio Rizzi
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
Sala, nei telefoni di Abedini i dati che vogliono gli Usa. Meloni da Trump per la scarcerazione entro oggi. Il ruolo di Musk nelle trattative
Economia & Lobby
L’Inps chiede indietro gli aiuti Covid ai pensionati che hanno superato le soglia di reddito
Roma, 9 gen. (Adnkronos) - "Abbiamo deciso di nominare il prefetto Vittorio Rizzi" a capo del Dis, "persona che ha alle sue spalle una carriera assolutamente prestigiosa all'interno della Polizia di Stato, un funzionario dello Stato di prim'ordine". Lo ha annunciato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante la conferenza stampa di fine anno, spiegando che la nomina verrà formalizzata nel consiglio dei ministri convocato per oggi pomeriggio.
Roma, 9 gen. (Adnkronos) - "Il rientro di Cecilia Sala in Italia segna uno di quei momenti sempre più rari, eppure necessari, nei quali il senso delle istituzioni e sentimenti comuni di preoccupazione e solidarietà rafforzano la nostra identità nazionale e convivenza civile". Così Francesco Pionati, in un editoriale sulla conclusione della vicenda della giornalista italiana, dove il direttore di Radio1 e Giornale Radio Rai sottolinea come "per una volta, le polemiche sono state sedate, provvidenziale, il silenzio stampa chiesto e ottenuto dalla famiglia. Per una volta tutto ha funzionato come doveva e ogni protagonista della vicenda, dal governo all'opposizione, dalla famiglia alla stampa fino all'intelligence, ha fatto quel che doveva senza sbavature, ispirato probabilmente dalla forza d'animo non comune dimostrata dalla collega arrestata in Iran".
"Certo - prosegue Pionati - riprenderanno presto discussioni e scontri legittimi sui temi caldi dell'attualità politica, ma ancora per un po' festeggiamo una bella giornata per tutti gli italiani segnata non a caso dall'applauso unanime del Senato alla notizia della liberazione. Riassume Pierferdinando Casini: 'Non ho votato e non sostengo questo governo, ma dico brava alla Meloni per il successo che ha ottenuto. L'Italia viene prima delle nostre divisioni'".
Gaza, 9 gen. (Adnkronos) - Funzionari di Hamas a Gaza sostengono che gli attacchi israeliani di oggi hanno ucciso almeno 12 persone, tra cui tre ragazze. Secondo quanto riferito dall'agenzia di protezione civile della Striscia, tre ragazze e il loro padre sono rimasti uccisi quando un attacco aereo ha colpito la loro casa nel campo profughi di Nuseirat, nel centro di Gaza.
In un altro attacco, otto persone sono state uccise quando la loro casa è stata colpita nella città di Jabalia, nel nord di Gaza. Secondo l'agenzia di difesa civile, diverse altre sono rimaste ferite in quell'attacco.
Roma, 9 gen. (Adnkronos Salute) - Dopo otto anni in azienda come Vaccines Policy & Communication Director, Marina Panfilo entra nel Leadership Team di Msd Italia nel ruolo di Executive Director Policy, Communication & ESG Strategy. Nel corso dei suoi oltre 40 anni di carriera nell’industria farmaceutica multinazionale - si legge in una nota - Panfilo ha egregiamente ricoperto diversi ruoli direttivi a livello nazionale e internazionale, spaziando dal Business Development al Market Access, fino ad arrivare alla funzione Policy & Communication. Proprio di quest’ultima area ha volentieri accettato di prendere la guida, decidendo di ricoprire una posizione delicata e, al tempo stesso, strategica sulla quale Msd ripone da sempre una particolare attenzione, a partire dalla sua presidente e amministratrice delegata, Nicoletta Luppi.
Si tratta di un ruolo centrale che implica non solo la promozione di iniziative politiche a livello europeo, nazionale e regionale, ma che richiede anche la capacità di instaurare e mantenere un dialogo costruttivo con i principali stakeholder del sistema istituzionale e sanitario italiano. Grazie al prezioso lavoro di professioniste e professionisti in ambito policy, comunicazione e Esg, Msd si è distinta negli anni come azienda di valore, ottenendo importanti riconoscimenti quali ad esempio quello di ‘Best in Media Communication’ da parte di di Eikon/Fortune e, più recentemente, quello di ‘Campione di sostenibilità’ da parte di Forbes per il suo impegno nella Csr.
“La leadership di Marina sarà essenziale per garantire che la nostra voce venga ascoltata e rappresentata - commenta Luppi - Sono assolutamente convinta che l'esperienza consolidata e le competenze di Marina nel settore farmaceutico ci permetteranno di avanzare con determinazione verso il nostro obiettivo primario: tutelare e migliorare l'accesso dei Pazienti alle cure e alla medicina preventiva. La sua visione strategica e la sua passione per la materia saranno essenziali nel guidarci attraverso le sfide future”. Aggiunge Panfilo: “Sono orgogliosa di continuare a far parte della ‘famiglia Msd’ alla quale sono particolarmente affezionata e della quale faccio parte dal 2017. Msd è un’azienda che porta innovazione nella scienza per la salute delle persone, nella cultura aziendale, nella comunicazione, nelle strategie imprenditoriali e investe nella Ricerca & Sviluppo più di qualunque altra azienda del settore. Ma, a fare la differenza e a essere motivo di orgoglio è soprattutto una cultura che mette al centro il suo capitale umano e un grande impegno nel promuovere fattivamente i valori della diversità, dell’equità e dell’inclusione in cui da sempre crede. A rendere unica Msd - conclude - è il valore che genera per la società e l’economia italiana, nonché l’attenzione verso i dipendenti e le loro famiglie e io sono onorata di farne parte”.
Roma, 9 gen. (Adnkronos Salute) - Dopo otto anni in azienda come Vaccines Policy & Communication Director, Marina Panfilo entra nel Leadership Team di Msd Italia nel ruolo di Executive Director Policy, Communication & ESG Strategy. Nel corso dei suoi oltre 40 anni di carriera nell’industria farmaceutica multinazionale - si legge in una nota - Panfilo ha egregiamente ricoperto diversi ruoli direttivi a livello nazionale e internazionale, spaziando dal Business Development al Market Access, fino ad arrivare alla funzione Policy & Communication. Proprio di quest’ultima area ha volentieri accettato di prendere la guida, decidendo di ricoprire una posizione delicata e, al tempo stesso, strategica sulla quale Msd ripone da sempre una particolare attenzione, a partire dalla sua presidente e amministratrice delegata, Nicoletta Luppi.
Si tratta di un ruolo centrale che implica non solo la promozione di iniziative politiche a livello europeo, nazionale e regionale, ma che richiede anche la capacità di instaurare e mantenere un dialogo costruttivo con i principali stakeholder del sistema istituzionale e sanitario italiano. Grazie al prezioso lavoro di professioniste e professionisti in ambito policy, comunicazione e Esg, Msd si è distinta negli anni come azienda di valore, ottenendo importanti riconoscimenti quali ad esempio quello di ‘Best in Media Communication’ da parte di di Eikon/Fortune e, più recentemente, quello di ‘Campione di sostenibilità’ da parte di Forbes per il suo impegno nella Csr.
“La leadership di Marina sarà essenziale per garantire che la nostra voce venga ascoltata e rappresentata - commenta Luppi - Sono assolutamente convinta che l'esperienza consolidata e le competenze di Marina nel settore farmaceutico ci permetteranno di avanzare con determinazione verso il nostro obiettivo primario: tutelare e migliorare l'accesso dei Pazienti alle cure e alla medicina preventiva. La sua visione strategica e la sua passione per la materia saranno essenziali nel guidarci attraverso le sfide future”. Aggiunge Panfilo: “Sono orgogliosa di continuare a far parte della ‘famiglia Msd’ alla quale sono particolarmente affezionata e della quale faccio parte dal 2017. Msd è un’azienda che porta innovazione nella scienza per la salute delle persone, nella cultura aziendale, nella comunicazione, nelle strategie imprenditoriali e investe nella Ricerca & Sviluppo più di qualunque altra azienda del settore. Ma, a fare la differenza e a essere motivo di orgoglio è soprattutto una cultura che mette al centro il suo capitale umano e un grande impegno nel promuovere fattivamente i valori della diversità, dell’equità e dell’inclusione in cui da sempre crede. A rendere unica Msd - conclude - è il valore che genera per la società e l’economia italiana, nonché l’attenzione verso i dipendenti e le loro famiglie e io sono onorata di farne parte”.
Damasco, 9 gen. (Adnkronos/Afp) - Gli scontri tra gruppi sostenuti dalla Turchia e le forze guidate dai curdi hanno causato la morte di 37 persone nella regione settentrionale di Manbij, in Siria. Lo ha reso noto l'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede in Gran Bretagna, che ha parlato di "feroci battaglie, nelle ultime ore, nella zona di Manbij, tra le Forze democratiche siriane (guidate dai curdi) e le fazioni dell'Esercito nazionale (sostenute dalla Turchia), che combattono con copertura aerea turca". L'osservatorio ha affermato che gli attacchi "hanno ucciso 37 persone in un bilancio preliminare", per lo più combattenti sostenuti dalla Turchia.
Roma, 9 gen. (Adnkronos) - "Europa e Usa sono due facce della stessa medaglia, l’Occidente. Hanno comuni interessi e devono avere comuni obiettivi se non vogliamo indebolirci: lavoreremo bene con l’amministrazione Trump. Europa e America devono rimanere alleate: è il nostro destino, è la nostra forza". Così, in un'intervista al Corriere della Sera, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, riferendosi alle ingerenze di Musk nelle politiche interne dei Paesi europei. "A oggi Musk - sottolinea - è un privato cittadino e un grandissimo imprenditore, quando sarà al governo è ovvio che dovrà misurare le sue dichiarazioni".
"Poi, per quanto riguarda il sistema di comunicazioni satellitari della sua azienda - aggiunge Tajani - è un altro discorso, una scelta tecnologica che deve fare lo Stato italiano. Io non ho preclusioni a prescindere, una cosa è Musk, altra la sua azienda. Se è in grado di fornire i migliori servizi, perché dire no a priori? Vedremo, ci saranno valutazioni, si sceglierà il meglio per garantire i servizi necessari alle nostre amministrazioni".