Negli otto anni di studio del latino (ai miei tempi era materia d’obbligo fin dalla prima media) ricordo una sola lezione, forse proprio alle medie, in cui l’insegnante accantonò i testi canonici a favore di un altro sulla vita quotidiana degli antichi romani.
Fu una lezione bellissima: rammento ancora la vestizione della matrona, che partiva da una striscia di tessuto a sostenere il seno, la descrizione della domus.
Per il resto degli otto anni, versioni, versioni, versioni, versi, versi, versi…
Cantarella è un’importante studiosa, specializzata in Diritto romano e greco di cui è stata ordinario all’università Statale i Milano. Ma il rigore dei suoi studi non ha certo frenato la sua curiosità per la vita privata dei nostri antenati, che ha indagato negli aspetti più intimi in testi divulgativi, molto godibili.
Come nei precedenti, anche in questo ultimo libro Cantarella pone particolare attenzione alla vita e alla condizione delle donne, considerate dai romani una sorta di male necessario, rivali in amore degli efebici giovinetti ai quali contendevano le attenzioni degli uomini. Donne comuni, delle quali descrive usi e costumi, trucchi e parrucchi. Donne celebri come Messalina, mitiche come Medea, sconosciute come Budicca, moglie di Prasutago re degli iceni, che guidò la più importante rivolta anti romana delle tribù di Britannia.
Non mancano i poeti, i filosofi, gli imperatori, le loro passioni e le loro debolezze.
Cibo e sesso, amore e matrimonio, diritti e doveri, feste e superstizioni, miti, fatti e misfatti, personaggi autentici, dei e semidei. È un mondo tutto da scoprire e da rileggere quello raccontato dall’autrice in poco più di duecento svelte pagine. Se avete figli liceali, fate loro un regalo: mettete sulla scrivania, accanto ai dizionari e ai sacri testi, questo e magari anche qualcuno dei precedenti volumi di Cantarella (uno su tutti: Dammi mille baci. Veri uomini e vere donne nell’antica Roma). Ve ne saranno grati.