Né con Gian Carlo Muzzarelli del Pd, né con Marco Bortolotti dei 5 Stelle. Adriana Querzè tira dritto. L’ex assessore all’istruzione del comune di Modena che con la sua lista civica di ‘sinistra’, Per Me Modena, ha sparigliato le carte in tavola della prima tornata delle amministrative del 25 maggio raccogliendo il 7,07%  (6755 preferenze, il triplo dei voti di Sel che sta col Pd), non dà indicazioni di voto per il ballottaggio dell’8 giugno prossimo a Modena. Almeno per ora. Mentre Lega Nord e Fratelli d’Italia hanno già annunciato il sostegno ai 5 stelle, la Querzè condanna trattative o mediazioni per il sostegno a sinistra. “Mi hanno chiamato tanti giornalisti, ma nessun politico locale e/o nazionale”, spiega al fattoquotidiano.it l’ex assessore della giunta Pd, a suo tempo escluso dalla primarie del partito, “è già passata una settimana ormai e tutti parlano solo di apparentamenti, del ‘mi serve o non mi serve’, della ricerca del colpevole. Muzzarelli si è solo chiesto, senza rispettare l’elettorato, ‘non capisco chi ha votato la Querzé’. Beh, male se non lo ha capito. Le occasioni per un avvicinamento ci sono già state con le primarie di partito dove non ho potuto partecipare. Se siamo arrivati qui è perché una voce dissidente rispetto a contenuti e metodi non è stata ascoltata”.

Una situazione quasi paradossale, quella delle amministrative di Modena, che ha visto il Pd perdere solo da un’urna – quella delle Europee – all’altra – quella delle Amministrative – oltre 10300 voti e portato il candidato di centrosinistra, l’assessore regionale alle attività produttive con delega alla ricostruzione post terremoto Gian Carlo Muzzarelli, ad un secondo turno per una manciata di preferenze. “Non cerco posti in maggioranza per una semplice ragione, racconta la Querzé, “la lista Pd in consiglio comunale è una pura spartizione di posti, frutto di un post primarie molto brutto, con i due ex competitor (Muzzarelli e Maletti, ndr) separati in casa che assomiglia al modo in cui il Pd ha lavorato in città negli ultimi anni”. Un sistema politico di potere, dice, che a Modena si sta disfacendo come già accaduto nei comuni di Bologna e Parma nei passati decenni: “La sintesi Renzi qui non ha funzionato – continua – Per far nascere il Pd tempo fa la fusione della classe dirigente di Ds e Margherita è stata 50% e 50%, quando la base Ds era molto più ampia. Il Pd sta implodendo perché i partiti che dialogano con il mondo economico sono due e non uno solo”.

Problematico l’abbraccio a Muzzarelli, distante parecchio anche il dialogo con Bortolotti: “E’ una persona perbene, la faccia buona del grillismo, ma non siamo su un’isola, i condizionamenti del leader Grillo che va a parlare con politici europei di destra o xenofobi sono vicinissimi. E poi Grillo con quei toni estremisti durante la campagna elettorale per le Europee ha portato molti voti al Pd. Anzi, perfino molti degli elettori della mia lista civica alle Europee hanno votato per Renzi proprio per il timore Grillo”. Già, perché dalle parti di Per Me Modena si guarda verso sinistra: “Che Tsipras abbia superato il quorum mi fa molto felice. C’è bisogno di una nuova sinistra che sappia che sono passati i decenni e che abbia voglia di misurarsi col nuovo mantenendo però saldi i valori del passato. Nel nostro piccolo a Modena apriremo un ‘laboratorio politico’ per allargare il ragionamento su temi concreti come quello del lavoro, della laicità, o della manutenzione della città con nuove idee di sviluppo senza dover accarezzare eccessivamente il pelo ai costruttori”. Scarissime le possibilità di ricollocare i 6700 voti sotto le insegne di uno dei due sfidanti al ballottaggio: “Vorrei poter indicare di votare uno dei due, ma non sta succedendo quello che deve succedere – chiosa l’assessore all’istruzione – un modo più articolato di dialogare sulle cose concrete della città”.

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