La procura ha presentato al Gip la richiesta di convalida del sequestro di beni per oltre un milione di euro. 63 le persone coinvolte, ma solo cinque di loro hanno ricevuto avvisi di garanzia. Negli atti relativi all'operazione dei Nas figurano anche nomi di cooperative come il Consorzio cooperative costruzioni e la Coopservice
Appalti e tangenti, lo scandalo del Policlinico di Modena è appena cominciato. Gli indagati sono 63 in totale, ma solo cinque di loro hanno ricevuto avvisi di garanzia essendo state compiute perquisizioni nei loro confronti. Si tratta dell’ex direttore generale del Policlinico di Modena, Stefano Cencetti, della moglie Maurizia Viviani, direttrice del poliambulatorio privato Fkt di Carpi, dell’ex deputato diessino di Arezzo Vasco Giannotti e della sua compagna Giorgia Artiano, soci della società di consulenza Gutenberg, e infine di Mauro Amadei, riconducibile alla società Multiline di Reggio Emilia attiva nel settore dell’igiene ambientale. La procura di Modena ha presentato al Gip del Tribunale la richiesta di convalida del sequestro di denaro e beni compiuto con l’operazione ‘Last business’ dei carabinieri. La decisione del Gip – il sequestro ai fini di confisca ha riguardato beni e denaro per circa un milione e mezzo di euro – è attesa in una decina di giorni.
L’ipotesi degli inquirenti è che società ed enti che operavano nella promozione scientifica e nella ricerca servissero da ponte per mascherare il passaggio di danaro da chi si aggiudicava lavori e forniture di apparecchiature al Policlinico a chi li assegnava. I reati contestati a vario titolo agli indagati sono di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, abuso d’ufficio, turbativa d’asta e riciclaggio. Negli atti relativi all’operazione del Nas figurano nomi di cooperative che negli anni si sono aggiudicate lavori nella struttura modenese, come il Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna e la Coopservice di Reggio Emilia. Quest’ultima, in una nota, ha però dichiarato la propria estraneità alle accuse precisando di non aver avuto alcuna comunicazione giudiziaria.
L’attuale direttore generale del Policlinico di Modena, Licia Petropulacos, ha scritto una lettera a tutto il personale dell’azienda. La dirigente afferma che è “davvero brutto e difficile da accettare per chi lavora e per chi viene a curarsi qui, ritrovare il nome del nostro ospedale sulle pagine di cronaca per vicende penali”. Petropulacos prosegue sostenendo che “anche se le notizie disponibili al momento non sono complete, quello che già è certo è che i gravi fatti oggetto delle indagini e dei provvedimenti di ieri riguardano la passata gestione del nostro ospedale, dal 2007 all’inizio del 2012, per aspetti che nulla hanno a che fare con la cura dei pazienti. Non posso però nascondere – continua Petropulacos – di avere ugualmente provato un profondo senso di amarezza che credo accomuni moltissimi di noi”.