Il pentito, che sta svelando i legami tra il clan dei Casalesi e i politici di ogni colore, sta confermando l'interesse dei casalesi per il traffico e lo smaltimento di rifiuti. Intanto la commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti che ha gli stessi poteri dell'autorità giudiziarian on è stata costituita. A 14 mesi dall'inizio della nuova legislatura, l'organismo sulle ecomafie resta un'occasione persa perché i partiti non riescono a mettersi d'accordo
Il boss pentito Antonio Iovine, che sta svelando i legami tra il clan dei Casalesi e i politici di ogni colore, racconta l’interesse dei casalesi per le piattaforme di stoccaggio delle ecoballe confermando inchieste pregresse e ricostruzioni giornalistiche; l’ultima indagine della magistratura partenopea ha svelato intrecci tra uomini dello stato e camorra con l’ombra della massoneria dietro la realizzazione della discarica di Chiaiano. Vicende che, insieme alla presunta trattativa tra casalesi e personale istituzionale nel grande affare rifiuti, lasciano domande inevase e richieste di chiarimento. Il luogo ideale per approfondire, fugare dubbi è la commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti che ha gli stessi poteri dell’autorità giudiziaria, ma al momento non è stata costituita.
A 14 mesi dall’inizio della nuova legislatura, la bicamerale sulle ecomafie resta un’occasione persa. I partiti di maggioranza non hanno trovato l’accordo sul nome del presidente, nel Pd avanza quello di Alessandro Bratti che già nella scorsa legislatura è stato componente della bicamerale, ma c’è chi chiede di bilanciare visto che anche l’antimafia è a guida democratica. Ncd vorrebbe indicare un proprio presidente e c’è chi suggerisce il nome di Giuseppe Esposito, senatore campano, già vicepresidente del Copasir. I partiti alla Camera dei Deputati hanno fornito i nominativi dei componenti, all’appello mancherebbero, invece, due senatori che dovrebbe essere indicati rispettivamente da Ncd e Gal. Il Presidente del Senato potrebbe nominare direttamente i componenti dai gruppi mancanti per evitare ulteriori rinvii. Al momento solo un fatto è certo: la commissione non c’è. Stabilita la composizione poi si dovrebbe affrontare il nodo della presidenza. Un ritardo nella costituzione inusuale, ma soprattutto grave visto i poteri a disposizione dell’organismo parlamentare, stabiliti dalla legge istitutiva che recita: “La Commissione procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria”.
La legge che istituisce la commissione è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso gennaio, ma da allora nulla di fatto. Anche nella delicata questione della terra dei fuochi, oltre le innumerevoli promesse e parole, la bicamerale potrebbe finalmente stilare una lista, ascoltando pentiti e investigatori, delle ditte coinvolte nello smaltimento illegale dei rifiuti speciali per evitare che le imprese che hanno inquinato partecipino al banchetto delle bonifiche. C’è la vicenda che ha riguardato l’arresto dell’ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini così come il caso della discarica di Bussi e il grande affare della riqualificazione dei siti industriali dismessi. La commissione bicamerale avrebbe da affrontare innumerevoli urgenze se solo venisse costituita e iniziasse i suoi lavori.