“Abbiamo ubbidito ad un ordine, abbiamo mantenuto una parola, quella che ci era stata chiesta, e oggi siamo ancora qui”. La voce del fuciliere del battaglione San Marco Salvatore Girone è ferma, dura, a tratti rabbiosa. Il sottufficiale – dopo due anni trascorsi in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori con il collega Massimiliano Latorre – a tratti non riesce a trattenere l’irritazione, mentre dall’ambasciata italiana di New Delhi è collegato insieme al collega in videoconferenza con le Commissioni Difesa e Esteri della Camera e del Senato (guarda). “Auguro una buona festa della Repubblica, a tutte le istituzioni, a tutti gli italiani e a tutti i colleghi militari che ho seguito attraverso la tv mentre sfilavano. Sono passati più di due anni – continua il marò – e anche quest’anno siamo costretti a essere lontani, presenti solo attraverso una webcam”.
Più pacato e commosso l’intervento di Latorre che torna a ribadire la propria innocenza: “La caratteristica italiana è di avere un grande cuore: l’affetto con cui ci state coinvolgendo ne è la prova diretta. Quello che noi possiamo fare è comportarci da militari e italiani: soffrire con dignità nell’attesa che questa storia abbia termine”. “Sono onorato e felice di aver avutola possibilità di fare gli auguri e sono felice di avere le nostre famiglie coinvolte lì a Roma, prima alla parata, poi in commissione: loro sono il loro punto di forza insieme a tutti gli italiani”. Il militare non riesce a nascondere lo stato d’animo provato: “Chiedo scusa per l’emozionema non sono solito avere questo onore e voglio approfittare per estendere gli auguri al comandante delle Forze Armate, al Presidente e a tutti i nostri colleghi attualmente impegnati all’estero e a quelli che operano in Italia. E a tutti gli italiani”, prosegue il fuciliere di Marina sottolineando che “l’affetto con cui ci state coinvolgendo è la prova diretta”. “Quello che possiamo fare è comportarci da militari, da italiani” e “soffrire con dignità nell’attesa che questa storia abbia termine”. Infine l’auspicio perché si proceda lungo la strada “del dialogo tra due democrazie che si devono incontrare, innanzitutto per la nostra innocenza, perché siamo innocenti e lo gridiamo gran voce, ma entrambi i paese hanno firmato dei trattati. Tutti sappiamo tutto – ribadisce – ma noi siamo ancora qui”.
L’importanza di mantenere aperto un dialogo tra India e Italia viene sottolineata anche dall’ambasciatore italiano a New Delhi, Daniele Mancini, seduto accanto ai due marò: “È importante tenere aperti tutti i canali di collegamento”. Ma sottolinea il diplomatico: “Per motivi evidenti non abbiamo eseguito le celebrazioni” per la festa della Repubblica, “non essendoci niente da festeggiare. Lo faremo non appena le circostanze lo consentiranno e sarà un giorno felice”. “Condivido il loro dolore e delle loro famiglie, con le quali siamo costantemente in contatto”. Così il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, da Vienna commenta le parole dure e commosse dei due fucilieri del san Marco.