“Ogni giorno la fame guadagnava punti. Si intrufolava sinuosa nelle famiglie, senza distinzioni, seminando morte e desolazione. Induriva i cuori. Erodeva con le sue squame ruvide ogni residuo di speranza. Per preservare i conti del presidente della Repubblica e pareggiare il bilancio del Fondo monetario internazionale, gli abitanti di Kinshasa si erano organizzati per gestire l’insaziabilità del mostro dalla doppia mascella.”
Una megalopoli brulicante di vita, dove nonostante la miseria e il mal funzionamento della cosa pubblica gli abitanti rimangono convinti che il futuro gli appartenga. Un caotico groviglio di merci, corpi, effluvi nauseabondi, succulenti aromi speziati, diseredati, militari corrotti, venditori ambulanti. È in questo marasma, che è Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo, la terza grande area metropolitana dell’Africa dopo Il Cairo e Lagos, la seconda città di lingua francese al mondo, dopo Parigi (e se la crescita demografica attuale continuerà nei prossimi anni, Kinshasa la sorpasserà entro il 2020) che è ambientato l’originale romanzo Matematica congolese, di In Koli Jean Bofane, edito in Italia da 66thand2nd e tradotto da Stefania Ricciardi.
Célio Matemona, diventato per gli amici Célio Matematik da quando un originale e rovinato volume intitolato “Compendio di matematica a uso del secondo ciclo” non è diventato la sua personale Bibbia, cerca il senso della vita servendosi di derivate, equazioni e teoremi. Considerato un intellettuale dai disperati con cui passa le sue giornate, è convinto di poter risolvere i problemi della povera gente servendosi di formule matematiche che lui utilizza come “Equazioni pratiche”. Un giorno Célio viene avvicinato da un grottesco e squallido burocrate del governo (straordinaria la descrizione fatta dall’autore di questo personaggio) che lo assume in un oscuro ufficio che lavora per la presidenza e si occupa di manipolare le informazioni.
In un paese in cui la corruzione era assurta a modalità di governo, lui, fino a quel momento, si era adoperato nel sottile e redditizio gioco del ricatto all’ordine pubblico. Doveva solo agitare un po’ le acque e il presidente si affrettava a zittirlo a suon di quattrini. Fino a quel momento era filato tutto liscio, sennonché negli ultimi tempi la cosiddetta “società civile” aveva finito per imporsi diventando una componente imprescindibile del nuovo scacchiere politico, e così, all’improvviso, il gioco si era complicato. “Popolo del cazzo, invece di lasciarci fare!“
Célio si trova a manipolare l’opinione pubblica a vantaggio del Presidente, ma politicanti e faccendieri devono tremare: Célio non ha intenzione di sprecare il suo talento al loro servizio. Il prezioso “Compendio di matematica a uso del secondo ciclo“, l’oracolo da cui trae il suo sapere, finirà per trasformarsi in un’arma micidiale contro il potere corrotto.
“La popolazione poteva lasciarsi ingannare dalle immagini dei militanti eletrizzati trasmesse in tv, ma ciò non garantiva in nessun caso la tranquillità nel paese, che versava in condizioni pessime. Troppi conflitti di ogni tipo. Messo a dura prova, il popolo si spazientiva, rischiava di esplodere. A livello internazionale piovevano minacce da ogni parte. Bisognava reagire al più presto. Célio un’idea ce l’aveva, ma la lasciava decantare. Per il momento, si trattava di una semplice operazione priva di particolare rilievo: x=-y. x sono loro, -y siamo noi.“
Attraverso l’arma della risata e con un plot narrativo che occhieggia al noir, In Koli Jean Bofane è riuscito a costruire un romanzo intelligente e profondo che denuncia in modo originalissimo la corruzione del potere e gli orrori della dittatura. “C’era un’enorme quantità di un materiale fissile chiamato uranio che, una volta arricchito in modo sospetto, avrebbe assunto la denominazione più ambiziosa, ma anche più letale, di plutonio, per dissuadere quelli a cui non entrava in testa il fenomeno degli equilibri delle forze.”
“Matematica congolese” è una storia avvincente, dove nulla è lasciato al caso e le descrizioni di persone e luoghi sono colorate, piene, indimenticabili. Quando scrissi il romanzo Le bestie. Kinshasa Serenade quello di In Koli Jean Bofane sarebbe stata un’ottima guida per entrare nella mentalità e nello spirito della capitale congolese. Un libro da leggere assolutamente per capire Kinshasa e gli oscuri giochi di potere che la stanno facendo implodere.
In Koli Jean Bofane è nato in Congo, il 24 ottobre del 1954. Vive in esilio in Belgio dal 1994. Nel 1996 ha pubblicato con Gallimard il libro per bambini “Pourquoi le lion n’est plus le roi des animaux”, incentrato sulla dittatura che ha afflitto per decenni il suo paese, e nel 2000 “Bibi et les canards”, sul tema dell’emigrazione. “Matematica congolese” è il suo primo romanzo, con cui si è aggiudicato il Grand prix littéraire d’Afrique noir nel 2008 e il Prix Jean Muno nel 2009.