C’è un mondo ovattato e laterale che cerca di cogliere il buono che c’è nell’Europa di certo più unita che un tempo. Ci sono cervelli in viaggio, non in fuga, in moto perpetuo pure stando fermi immobili davanti al proprio pc. C’è una creatività diffusa e apolide e neo-comunitaria che sfugge ai radar auto-celebrativi o vittimistici di massa. Ci sono giovani, nativi spirituali della nuova era, che non conoscono barriere, rancori, rivalse, diffidenze, cascami culturali e ideologici duri a morire, se ci si chiude a riccio. Ci sono ragazzi che provano a vivere della propria arte, di speranza lavorata e non miracolistica, di concreta luce.

Prendiamo Massimo Tortola, aka Perfect Swimmer, che ha trovato a Berlino la placenta in grado di accogliere le sue suggestioni sonore; un compositore e producer italiano che se n’è andato a vivere nella tana di quel lupo cui dà la caccia ogni euroscettico. Ma Berlino è anche la capitale artistica di fatto del vecchio continente quando vuole immaginarsi nuovo. E’ a Berlino, in Europa, che oggi le cose succedono. Nonostante l’euro, moneta debole e discontinua. E Massimo Tortola si è subito perfettamente immerso nella scena elettronica della città, condividendo per esempio il noto palco del Club Gretchen con artisti quali Prefuse 73 (Warp Records) e Kyson (Friends of Friends Records). Il nostro possiede anche una vena poetica: è del 2011 il suo libro La dittatura delle lettere maiuscole. Originariamente musicista acustico, ha poi conseguito il Bachelor of Music presso la University of West London, specializzandosi in basso elettrico.

Suona quindi forse un po’ paradossale parlare di un nuovo brano di Perfect Swimmer al secolo Massimo Tortola che è intitolato A million dollar banknote. Valuta forte e lineare. “Nel processo di composizione chiamai la parte introduttiva mare d’ inverno – spiega Massimo -. Sentire quei due samples mi evocava visivamente la piccola risacca che si carica e si scarica all’infinito, sotto un cielo pieno di nuvole e quindi di possibilità”. A guidare le visioni che spontaneamente il pezzo genera, è il video del filmaker e montatore Dario Alejandro Barletta, realizzato dieci anni fa durante un giro del mondo. “Il titolo del brano è un omaggio alla sensibilità, poco conosciuta, di Silvio D’ Arzo, che inizia un suo racconto dicendo: “Da bambino pensavo che un milione di lire fosse un’unica e gigantesca banconota – continua Perfect Swimmer -. Il disco che lo ospiterà avrà 7-8 brani per una durata di circa un’ora; spero sia un piacevole e disorientante viaggio per l’ ascoltatore”. Beats e Glitch che si incrociano e si sovrappongono, senza annichilire per questo l’impianto armonico e melodico. Musica che si può ballare, oppure ascoltare seduti sulla sedia del nonno. Oppure ancora camminando.  

Viene alla mente ascoltando la musica dell’italo-berlinese Perfect Swimmer, una mente nel suo piccolo con molte finestre, alla Chagall, Amon Tobin, col suo bricolage elettronico perturbante. A milion dollar banknote è anche il nome di un progetto editoriale, sull’asse Pescara-Roma-Berlino-Mondo, ideato da Roberta D’Orazio e composto da un ep/preview del debut album di Perfect Swimmer – comprendente la titletrack, un remix del brano My story’s not my destiny di un duo di cui sentiremo parlare molto in futuro, i Two Fates –, e un ebook, in cui scrittori e fotografi hanno investito la propria capacità immaginifica con opere ispirate al brano omonimo. E così la scrittura lineare e onirica di Chiara Longo (redattrice di Rock.it) accompagna il lettore in un viaggio alla scoperta della propria identità. Valeria Pierini (editor del progetto e autrice della copertina) accompagna con le sue fotografie le tre fasi del racconto: dalla costrizione alla scoperta alla consapevolezza. Incipit:“Mi chiamo Nea, e queste sono le mie memorie, spero che qualcuno creda alle rivelazioni che sto per fare”. Nella sintassi invece aulica di Angela Giorgi si specchiano le istanze fondatrici della letteratura post-moderna, con una rispondenza continua tra l’emotività deviata della giovane migrante protagonista e una Berlino decaduta. I sogni in bianco e nero di Riccardo Ruspi accolgono tali suggestioni.”La luce dell’alba a Berlino rimette l’ora esatta alle cinque del pomeriggio, quando scivola irriverente e pigra nel tramonto caliginoso. Alle mie latitudini pur sempre mediterranee il giorno bambino ha pur sempre un altro colore, quando con una laurea in tasca trascino i pochi panni sul vagone…”. Il contributo di Roberta D’Orazio è debitore dell’immaginario cyberpunk che passa attraverso le visioni atmosferiche di Maria Stefania Musumeci, che nel suo trittico di fotografie scattate tra Sicilia, Francia e Inghilterra racconta contrasti atmosferici e atmosfere lunari. “Mia madre non ebbe paura di me quando – ostetrica improvvisata del proprio unico parto – mi vide per la prima volta. Non pensò a me come il frutto dell’abominio, né di una natura per sempre compromessa, nonostante i chilometri di terra arsa e le distese di cemento e fantasmi che circondavano la sua perfetta solitudine”.

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