Facciamo un piccolo gioco, un indovinello. Provate a indovinare di chi sono le seguenti dichiarazioni sull’Europa.
Ecco la prima:
«L’intero progetto europeo è basato su una falsità storica… molto pericolosa…. perché se provi a imporre una nuova bandiera, un nuovo inno, un nuovo presidente, un nuovo esercito, una nuova forza di polizia, senza prima cercare il consenso del popolo, crei proprio quei nazionalismi e quei risentimenti che il progetto avrebbe dovuto eliminare. Non sono affatto contro l’Europa, ma sono contro quest’Europa. Sono per un’Europa di stati sovrani e indipendenti che si relazionano con il mondo insieme, che cooperano insieme.»
E la seconda:
«Un punto sul quale gli europei dovrebbero interrogarsi riguarda […] quanto lontano vogliono che si proceda con la loro unificazione. Mi sembra che molto andrebbe perduto se l’Unione europea diventasse un’unione federale come quella degli Stati Uniti. In quest’ultimo caso, infatti, esiste un linguaggio condiviso del discorso politico e una completa disponibilità a passare da una all’altra forma di Stato. Inoltre, non sussiste un conflitto tra un ampio e libero mercato comprendente tutta l’Europa, da una parte, e dall’altra i singoli Stati-nazione, ciascuno con le proprie istituzioni, memorie storiche, e forme e tradizioni di politica sociale. Sicuramente questi elementi sono di grande valore per i cittadini di tali paesi, poiché danno senso alle loro vite. Un ampio mercato aperto che includa tutta Europa rappresenta l’obiettivo delle grandi banche e della classe capitalista, il cui principale obiettivo è semplicemente quello di realizzare il più alto profitto. […] Non posso credere che ciò è quanto desiderate.»
Non vi sembra che queste due affermazioni coincidano nella sostanza? Certamente nella prima traspare un approccio più politico e nella seconda si percepisce un’analisi filosofica più raffinata ed incisiva, ma il punto è un altro: siete d’accordo? Si tratta della stessa idea di Europa che non rinuncia alle diversità nazionali. Quella stessa idea che ho tracciato in un articolo precedente a cui vi rimando..
Ebbene la prima dichiarazione è tratta dal discorso di Nigel Farage al Parlamento europeo del 14 aprile scorso (qui il video). Colui che in questi giorni viene presentato dalla stampa italiana come il successore di Hitler, marchiato di misoginia, xenofobia, razzismo, e omofobia, sull’Europa la pensa esattamente come… John Rawls, uno dei più importanti filosofi del Novecento e da tutti considerato l’espressione più compiuta del pensiero liberaldemocratico, uno degli intellettuali di riferimento di tutta la sinistra italiana e mondiale. La seconda dichiarazione è infatti dell’autore di “Una teoria della giustizia” ed è tratta dalla Lettera scritta da Rawls a P. Van Parijs nel 1998, pubblicata in J. Rawls – P Van Parijs, Three Letters on The Law of Peoples and the European Union, in «Revue de philosophie économique», 8, 2003, pp. 7-20; trad. it. Dialogo sull’Europa, in «MicroMega», 2, 2012, pp. 197-220).
Il mio giochino finisce qua e ora meditate gente, meditate…