Nel 2011 l'uomo era stato fermato a Milano dalle forze dell'ordine. Poco dopo è deceduto all'ospedale per arresto cardiaco. Il pubblico ministero ha chiesto 7 anni per i poliziotti
“Ha subito una violenza gratuita non giustificabile” e la sua morte è dovuta “anche al comportamento dei poliziotti” che, in seguito all’episodio, produssero una “documentazione di servizio falsa, per cercare di dare una rappresentazione edulcorata della vicenda”. Il pm di Milano Gaetano Ruta ha chiesto una condanna a 7 anni di reclusione per i 4 poliziotti che il 30 giugno 2011 fermarono nel capoluogo lombardo il 51enne Michele Ferrulli, deceduto in ospedale per arresto cardiaco a seguito dell’intervento delle forze dell’ordine. Gli agenti, che intervennero in via Varsavia dopo una segnalazione per schiamazzi in strada, sono imputati per omicidio preterintenzionale e falso in atto pubblico. Il pm, durante le requisitoria ha sostenuto che Ferrulli “ha subito una violenza gratuita non giustificabile” e ha detto di aver chiesto il minimo della pena nei confronti dei quattro imputati, Francesco Ercoli, Michele Lucchetti, Roberto Stefano Piva e Sebastiano Cannizzo, riconoscendo le attenuanti generiche anche perché gli agenti in passato “nelle loro attività non avevano mai dato problemi o ragioni di censura”.
Nella sua requisitoria il magistrato ha sottolineato che il 30 giugno 2011 “l’intervento dei poliziotti è stato sempre sopra le righe, mentre Ferrulli aveva un atteggiamento non aggressivo nei loro confronti”. L’uomo “subì delle percosse”, e gli agenti “agirono in quattro contro una persona più anziana di loro, che era prona e bloccata, e con ridotte capacità di muoversi”. Il pm si è soffermato quindi sulle cause del decesso di Ferrulli, che soffriva di ipertensione e, secondo quanto è emerso dalle perizie, morì a causa di una ‘tempesta emotiva’ che ha provocato l’arresto cardiaco. “Se io butto a terra una persona e infierisco – ha aggiunto Ruta – posso fargli molto male, e a questa persona può venire un infarto, anche se è una conseguenza di certo non prevedibile”. “Gli imputati – ha proseguito il pm – dicono che la loro attività era coerente con l’ammanettamento di una persona che opponeva resistenza – ha proseguito il pm – ma questa rappresentazione stride con quanto hanno detto i testimoni oculari, che hanno visto un esercizio di violenza da parte dei poliziotti”.
Durante l’udienza erano presenti gli agenti imputati e la figlia di Michele Ferrulli, Domenica, parte civile nel processo. Ferrulli si trovava insieme a due amici romeni con i quali aveva trascorso la serata quando venne fermato per strada dalla polizia, chiamata da un residente infastidito dagli schiamazzi. Le presunte percosse subite da Ferrulli, morto poco dopo l’intervento degli agenti, vennero filmate da alcuni residenti, e i video sono stati esaminati nelle scorse udienze del processo.