“Primo Graganti, all’interno della Cupola che gestiva gli appalti per Expo, rappresentava gli interessi della vecchia guardia del Partito democratico“. Sono pesanti le parole che l’imprenditore vicentino Enrico Maltauro pronuncia davanti ai pm di Milano Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio. Dal verbale di uno dei primi pentiti dell’inchiesta, finito in carcere con l’accusa di aver sborsato mazzette per aggiudicarsi alcuni lavori, viene delineata meglio la figura e il ruolo del “Compagno G” che – dichiara l’imprenditore – si consultava con “Fassino e Bersani“. Le nuove dichiarazioni consegnano agli inquirenti nuovi spunti per l’indagine.
Il nome dell’ex segretario del Pd era già emerso dalle carte dell’indagine, ma Bersani ha sempre escluso ogni suo coinvolgimento. Le parole di Maltauro, come riporta la Repubblica, al momento non porteranno all’iscrizione di nuovi nomi nel registro degli indagati. L’imprenditore davanti ai pm precisa che non ha mai assistito a contatti tra Greganti ed esponenti del Pd, riporta solo voci ascoltate nello studio milanese di Gianstefano Frigerio, ex segretario provinciale della Democrazia cristiana e parlamentare di Forza Italia (già arrestato come l’allora funzionario del Pci durante Tangentopoli), finito in carcere per associazione a delinquere. Frigerio – secondo i magistrati – era il vero regista degli appalti di Expo.
Anche se non hanno ripercussioni sull’indagine, le parole di Maltauro suonano come un conferma dei contenuti delle intercettazioni tra i vari personaggi della Cupola che si vantavano di avere le spalle coperte dalla politica. Perché se Greganti era il referente della “vecchia guardia del Pd”, Frigerio – sempre secondo Maltauro – si rapportava direttamente con Silvio Berlusconi. Ma anche in questo caso non esistono elementi che possano allargare l’inchiesta. Il gip intanto ha respinto la nuova richiesta di scarcerazione per Frigerio presentata dai legali del 74enne per un presunto problema a un occhio, ipertensione e una forma di diabete. Il giudice per le indagini preliminari ha respinto la richiesta dopo aver letto il parere di un medico secondo cui le condizioni di salute dell’ex segretario provinciale della Dc non sarebbero incompatibili con il carcere.
La ditta del costruttore vicentino per ora continuerà a mantenere gli appalti per i lavori dell’Esposizione universale. A meno che il governo non decida con un provvedimento ad hoc di escludere la società Maltauro. Il tema è stato affrontato a Palazzo Chigi tra il premier Matteo Renzi e il commissario unico di Expo, Giuseppe Sala.