A pochi giorni dal secondo turno, i due battibeccano su Tares e tassa sulla casa. Qualche settimana fa il Carroccio aveva già attaccato l'ex spin doctor di Matteo Renzi facendo leva su un abuso edilizio nella sua villa di via Porta Dipinta
Continua lo scontro a distanza tra la Lega Nord bergamasca e il candidato sindaco del Pd Giorgio Gori. Dopo la questione della veranda abusiva, il leghista Daniele Belotti torna a fare le pulci all’avversario, chiedendogli conto di questioni legate a Imu e tassa rifiuti. Lo ha fatto con una conferenza stampa durante la quale ha posto dieci domande specifiche sulle rispettive aliquote e superfici dichiarate ai fini del calcolo. Quesiti che, nemmeno troppo velatamente, sottendono il dubbio che la famiglia Gori-Parodi possa aver usufruito per più di un immobile dell’aliquota agevolata riservata alla prima casa, fornendo inoltre dati ribassati per pagare una tariffa rifiuti inferiore a quella effettivamente dovuta. Qualche settimana fa il Carroccio aveva già attaccato l’ex spin doctor di Matteo Renzi facendo leva su un abuso edilizio nella sua villa di via Porta Dipinta, poi accertato da un verbale della polizia locale. Gori si era subito premurato di chiarire la questione, promettendo, in caso di difetto, di riparare l’errore. Al di là del merito della vicenda, la strategia leghista non sembra aver pagato dal punto di vista elettorale, dal momento che Gori ha finito il primo turno tre punti avanti rispetto al sindaco uscente Franco Tentorio (sostenuto, tra gli altri, anche dalla Lega).
Nonostante la sonora battuta della Lega, che a Bergamo città ha ottenuto circa la metà dei voti raccolti in provincia, la scelta è stata quella di non cambiare strategia e di continuare nell’operazione-trasparenza, cercando di portare allo scoperto gli scheletri nell’armadio dell’ex direttore di Canale 5 (nonché fondatore della casa di produzione Magnolia). “La questione Imu – ha spiegato il leghista Belotti in conferenza stampa – è stata tirata fuori dallo stesso Gori che prima ha dichiarato che in caso di errore avrebbe pagato, poi ha attaccato il centrodestra”. E continua facendo leva sulla necessità di trasparenza: “La prima casa di vetro deve essere quella del candidato sindaco. Per questo motivo ho presentato l’ultima interrogazione della mia ventennale carriera di consigliere comunale e mi chiedo: Gori è uno sprovveduto oppure è un furbetto? Ed è moralmente compatibile con il ruolo di sindaco oppure no? Io credo che debba dare risposte ai cittadini. La nostra non è caccia alle streghe, non è gossip, ma si basa su documenti pubblici quindi non c’è alcun dossieraggio”.
Dall’altro lato della barricata Gori, dato per favorito nella corsa alla poltronissima, replica smorzando i toni della polemica: “I miei avversari devono essere proprio alla canna del gas. Per decidere di dar luogo all’ennesima aggressione personale, stavolta andando a scavare tra i rifiuti, devono essere proprio disperati. A quando l’ispezione sulla mia raccolta differenziata?”. Il candidato Pd ha comunque risposto alle domande, spiegando di aver già chiarito la propria posizione sull’Imu 2013: “I miei pagamenti sono in regola. Per un errore materiale in sede di compilazione è stato attribuito a mia moglie un beneficio non dovuto, già regolarizzato pagando la differenza e 55,77 euro di sanzione. In ogni caso abbiamo sempre fornito all’amministrazione tutti gli elementi per accertare gli importi dovuti”.
Quanto alla Tares, ha poi puntualizzato: “Corrispondo la tassa su 792 metri quadri di superficie complessiva netta, pagando 1.302 euro, e regolarmente ho pagato la Tia negli anni passati per la mia precedente abitazione, compresa la rideterminazione degli importi segnalatami dal Comune nel 2012″. Gori, per parte sua, ha chiuso il comunicato così: “Sarei curioso di sapere dove Belotti ha tratto le informazioni sul mio conto. Sarebbe grave apprendere che queste siano state fatte filtrare ad arte perché questo getterebbe un’ombra sulla necessaria imparzialità dell’istituzione comunale”.
Veleni a parte, la sfida terminerà domenica sera alle 23, alla chiusura delle urne. Subito dopo inizierà lo spoglio delle schede ed entro poche ore dovrebbe arrivare il verdetto definitivo e, comunque vada, lunedì Bergamo avrà il suo nuovo sindaco. Gori parte dal 45,5% del primo turno, il sindaco uscente Franco Tentorio insegue al 42,1%. Poche centinaia di voti di differenza che fanno di quella bergamasca una delle sfide al ballottaggio più avvincenti. Non ci sono stati apparentamenti ufficiali, il pacchetto di voti più cospicuo tra gli esclusi è quello del Movimento Cinque Stelle (8,2%) che non fornirà indicazioni di voto ai propri elettori.
Ancora per qualche giorno sarà dunque caccia all’ultimo voto, con gli staff dei due candidati impegnatissimi in città. A supporto di Gori hanno già fatto la loro apparizione il ministro Orlando e la presidente della regione Friuli Debora Serracchiani, questa sera sarà il turno di Dario Nardella, Giuliano Pisapia e Maurizio Martina e si chiude venerdì sera con la ministra Maria Elena Boschi. Per Franco Tentorio giovedì arriva Giovanni Toti, mentre per la chiusura di venerdì in piazza Libertà ci saranno l’assessore regionale Antonio Rossi, il segretario leghista Matteo Salvini, la coordinatrice lombarda di Forza Italia Mariastella Gelmini con una probabile comparsata di Guido Crosetto.