Il governo socialista francese e la Banque de France si mobilitano a difesa di Bnp Paribas. Francois Hollande ha inviato una lettera a Barack Obama per chiedere charimenti sulla minaccia di una pesante sanzione da parte delle autorità americane per violazioni all’embargo contro Cuba, l’Iran e il Sudan tra il 2002 e il 2009. Il gruppo bancario transalpino, scriveva la scorsa settimana il Wall Street Journal, rischia di vedersi affibbiare una maxi multa da 10 miliardi di dollari e soprattutto di veder sospesa, almeno temporaneamente, la sua licenza a operare negli Stati Uniti e effettuare transazioni in dollari. Di qui la mossa, a dir poco irrituale, del presidente francese, che interviene a gamba tesa negli affari – illeciti, se l’accusa fosse confermata – di un istituto privato. Affiancato dal governatore della Banca centrale, che “segue con attenzione” la vicenda.
Già nei giorni scorsi il governo francese ha protestato ufficialmente: il ministro degli Esteri, Laurent Fabius, ha dichiarato che la sanzione debba essere “proporzionata e ragionevole”, evocando anche un possibile impatto della vicenda sulle trattative in corso per l’accordo di libero scambio Ue-Usa. “Questa partnership commerciale può essere stabilita solo su una base di reciprocità. Ora, qui, avete l’esempio di una decisione ingiusta e unilaterale”, ha detto Fabius. “Quindi è un problema serio e grave”. Il ministro delle Finanze, Michel Sapin, dal canto sua ha messo in guardia le autorità americane dicendo che la Francia “è pronta a reagire fermamente in nome dei suoi interessi fondamentali”.
La questione è talmente scottante che, secondo fonti diplomatiche citate da numerosi media transalpini, Hollande intende parlarne a Obama anche durante la cena ufficiale in programma giovedì sera a Parigi, alla vigilia della cerimonia ufficiale per la commemorazione dei 70 anni dello sbarco in Normandia. “Sarà obbligatoriamente all’ordine del giorno e ne parleranno”, spiegano dall’Eliseo, aggiungendo che nella stessa occasione potrebbe essere chiesto un parere anche agli altri leader del G7 presenti.
Nel frattempo, a sostegno di Bnp Paribas – che controlla l’italiana Bnl – si è mobilitato anche il governatore della Banque de France, Christian Noyer, che già aveva affermato di “seguire con attenzione” la vicenda. Negli ultimi giorni della scorsa settimana, riporta il New York Times, Noyer è andato nella Grande Mela per incontrare il procuratore di Manhattan, Cyrus Vance, titolare del caso. “Le autorità francesi si preoccupano prima di tutto di un tale livello di sanzione per la banca, e dell’impatto sull’accesso al credito”, spiega all’agenzia France Presse una fonte confidenziale. La banca centrale al momento non conferma né smentisce, mentre Bnp Paribas continua a trincerarsi dietro il no comment.