Anche in casa Mediolanum è arrivato, almeno dal punto di vista della comunicazione, il momento di un ricambio generazionale. Sul modello di quello avviato dalla famiglia Berlusconi, che del gruppo è seconda azionista attraverso Fininvest. Mentre Marina, al di là delle smentite ufficiali, è ancora in corsa per la possibile “successione dinastica” a Silvio nei ranghi di Forza Italia, dal 15 giugno il gruppo fondato da Ennio Doris avrà un nuovo volto: quello del figlio Massimo, vice presidente e amministratore delegato di Banca Mediolanum. Sarà lui il testimonial della prossima campagna pubblicitaria di Mediolanum. “Non farò cerchi”, ha scherzato lui con i giornalisti ricordando gli spot interpretati dal padre. Che probabilmente avrà comunque un “cameo” nella nuova pubblicità.
Doris ha anche parlato dell’iter per l’iscrizione di Mediolanum spa nell’albo dei gruppi bancari tenuto da Bankitalia. Iscrizione imposta dalla stessa via Nazionale in seguito all’entrata in vigore di un aggiornamento delle disposizioni di Vigilanza che prevede l’inserimento delle società di partecipazione finanziaria mista nel perimetro dei gruppi bancari. “Stiamo discutendo le eventuali modifiche da realizzare, anche in termini di governance”, ha detto l’ad. “Abbiamo chiesto tempo, un anno, ma non è detto che le modifiche debbano essere realizzate, anzi non dovrebbe cambiare nulla”. L’iter comunque “è appena iniziato, la lettera di Banca d’Italia è di 15-20 giorni fa e chiede che Mediolanum spa diventi la capogruppo bancaria”. Ora ci sono due mesi per rispondere e un un anno per conferire alla spa la banca. Con questa trasformazione il gruppo vedrà il coefficiente patrimoniale Core tier 1 scendere sotto l’attuale 14%, arrivando al 12% circa. Ma, secondo l’ad, è destinato a risalire in tempi brevi “grazie alla politica di distribuire solo il 50% dei dividendi”.
Per quanto riguarda la posizione di Fininvest, Doris ha sottolineato che “sono in corso degli incontri in Bankitalia, ma non dovrebbe cambiare nulla. Noi resteremo al 40%, Finivest al 30%” ed il restante come flottante in Borsa”. L’ad ha anche presentato i dati previsionali di bilancio della banca: “L’utile netto 2014 sarà in linea con quello del 2013″, che si è attestato a quota 337 milioni, o lievemente inferiore “per via dei costi e dell’aumento di investimenti che abbiamo fatto”. Investimenti che per quest’anno saranno “intorno ai 70-80 milioni”, contro i 100 milioni previsti.
La partecipazione del 50% del gruppo Mediolanum in Banca Esperia non vale meno di 180 milioni di euro, ha detto poi Doris, sottolineando come questa sia la cifra che il gruppo si aspetta venga offerta da un potenziale compratore. “Per ora non è arrivata nessuna offerta, ma la nostra quota vale almeno 180 milioni”. Il gruppo comunque non è “alla disperata ricerca di un compratore, anche se la partecipazione era strategica un tempo, ma ora non lo è più per noi”.