Prandelli opta per un centrocampo a cinque, con Pirlo e Verratti fulcro del gioco e Balotelli unica punta. Il ct: "Non voglio far vedere ancora tutto quello che ho in mente"
Contro l’Irlanda per sciogliere gli ultimi dubbi sulle convocazioni (con annesse polemiche). Contro il Lussemburgo per capire quale Italia vedremo ai Mondiali di Brasile 2014. E per il momento Prandelli sceglie muscoli, corsa e molta poca fantasia. Ieri la conferenza stampa di presentazione della partita è stata quasi monopolizzata dalle spiegazioni sull’esclusione di Giuseppe Rossi e Mattia Destro. Ma il ct ha anche fornito l’undici titolare che scenderà in campo questa sera a Perugia (calcio d’inizio alle 20.45). Un solo dubbio, al centro della difesa, dove le precarie condizioni di Barzagli dovrebbero favorire la presenza dell’oriundo Paletta. Per il resto, tanti centrocampisti: non solo Pirlo e De Rossi ma anche Verratti, Candreva, Marchisio. Tutti a supporto dell’unica punta, Mario Balotelli (su cui Prandelli continua a puntare, nonostante le ultime opache prestazioni e le voci di infortuni: “Non è mai stato così bene”, afferma).
Solo panchina, dunque, almeno per ora e almeno dall’inizio, per i (pochi) uomini di fantasia della rosa: Antonio Cassano, in primis, o gli stessi Alessio Cerci e Lorenzo Insigne. Cesare Prandelli ha fatto capire che le scelte di stasera non sono e non saranno definitive: “Camufferò un po’ la squadra, perché non voglio far vedere ancora tutto quello che ho in mente”, ha spiegato. D’altra parte, appare evidente l’intenzione di puntare sulla “ricerca della superiorità numerica di una buona densità in certe zone del campo”. Il tecnico è convinto che i Mondiali in Brasile si vinceranno grazie alle qualità atletiche e alla capacità di sostenere le particolari condizioni climatiche del Paese ospitante. Per questo privilegia la quantità alla qualità.
Ma sulla formazione azzurra, a dieci giorni dal debutto contro l’Inghilterra, pesano diverse incognite. Quella del modulo, innanzitutto. Prandelli ha sempre detto di non voler fossilizzarsi sui numeri, ma davvero non si è capito come giocherà questa squadra: se con il trequartista e le due punte, oppure un tridente (il modulo che forse più si adatterebbe agli uomini a disposizione, da Candreva a Cerci, passando per Cassano). Stasera si vedrà un’Italia imbottita di centrocampisti: non proprio il miglior viatico per una squadra che nel 2014 ancora non ha segnato un solo gol. Così come c’è da sciogliere più d’un dubbio sugli esterni di difesa: Prandelli non ha convocato neppure un mancino di fascia, e per il momento il posto di terzino sinistro spetta a De Sciglio, che viene però da un periodo difficile al Milan e anche con l’Irlanda è apparso fuori fase (l’alternativa è lo spostamento di Chiellini, ma significherebbe rinunciare alla spinta sulla corsia). Mentre a destra Abate è reduce da una stagione poco positiva, e Darmian è un debuttante assoluto.
Sono questi gli stessi motivi che sembrano sconsigliare il passaggio alla difesa a tre che esalterebbe il blocco difensivo della Juventus. Difesa da registrare, centrocampo che ha perso Montolivo e attacco tutto da decifrare. L’Italia si avvicina al Mondiale con poche certezze. Né il test odierno potrà offrirne molte, vista la caratura degli avversari: negli otto precedenti con Lussemburgo (112esimo nel ranking Fifa), l’Italia ha sempre vinto, segnando 24 reti e subendone solo una (che risale addirittura al lontano 1976). Poi, per sciogliere i dubbi, resterà solo l’ultima amichevole di domenica, contro la Fluminense, a Volta Redonda in Brasile. E’ anche vero che spesso gli azzurri hanno stentato nelle partite di preparazioni ai mondiali in cui poi hanno fatto meglio. Basti pensare al 2006, quando il trionfo di Berlino fu preceduto da due scialbi pareggi contro Svizzera e Ucraina. In questo senso, il sofferto 0-0 contro l’Irlanda di una settimana fa potrebbe essere addirittura interpretato come un buon segno. Ma stavolta non vincere (e convincere) contro il modesto Lussemburgo sarebbe solo un campanello d’allarme.