Lavoro & Precari

Roma, lavoratori call center in corteo: “Stop delocalizzazioni e stipendi da fame”

Contratti a rischio per delocalizzazione “che negli ultimi anni ha dimezzato il traffico”. È il motivo della protesta che ha riunito, a Roma, i cinquemila dipendenti del settore provenienti da tutta Italia che hanno marciato per Roma. “Il lavoro all’estero costa un quarto di quanto costa in Italia e le grandi aziende come Wind, Telecom, Vodafone e Sky portano tutto fuori”, dice un manifestante. C’è poi il problema delle commesse: i lavoratori denunciano prezzi troppo bassi previsti dai bandi “ai quali possono partecipare soltanto le aziende che delocalizzano perché le altre non riescono neppure a coprire il costo del lavoro”. Il presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano, si è unito al corteo per informare i manifestanti che “a Montecitorio si sta facendo un’indagine conoscitiva sui call center”. “Ci sono tre problemi – sottolinea Damiano – non va bene la logica degli appalti al massimo ribasso, bisogna riorganizzare gli incentivi per rendere stabile il lavoro, bisogna combattere le delocalizzazioni”   di Paola Mentuccia