Rio de Janeiro – Che la città di Rio non abbia strutture architettoniche adatte ai portatori di handicap è evidente a un primo colpo d’occhio. Che siano favelas o ‘asfalto’, le barriere sono tante e spesso insormontabili. Ma che all’ammissione di colpa del segretario municipale al turismo, faccia seguito la frase “tanto i disabili non sono il pubblico dei mondiali” è davvero una situazione grottesca. Il segretario (assessore) Antônio Pedro Figueira de Mello si è difeso così alle accuse che gli venivano poste nel corso di un’intervista con la radio Cbn. Dopo aver ammesso la scarsa attenzione nella progettazione delle opere del mondiale per i diversamente abili, ha affermato che sì, sarà pur vero, ma in fondo non è a loro che è rivolto l’evento sportivo.
“Non abbiamo dato attenzione necessaria alla questione. Ci sono strutture in diversi punti, ma non tutti i locali sono pronti per questo. Anche perché abbiamo analizzato molto il pubblico che segue eventi come questi, e per i mondiali non ci sono tanti disabili”. Ovviamente, frasi del genere da una figura così importante della città che da qui a due anni (anche se non se ne vede traccia), dovrebbe ospitare olimpiadi e paralimpiadi ha scatenato immediata polemica. Sia tra gli attivisti in difesa dei diritti dei portatori di handicap, sia tra la popolazione, già poco tollerante con le uscite dei politici. Immediata è arrivata così la nota della segreteria che ha fatto sapere che il segretario si era espresso male. Ma era già troppo tardi.
La soprindentende dell’Istituto brasiliano dei diritti per persone portatrici di handicap ha criticato fortemente il segretario, dichiarando che le carenze di accesso ai disabili saranno ragione di vergogna durante la Coppa. Ancora. “Le sue affermazioni sono discriminazioni esplicite, significa che viene riconosciuto che la città non è pronta neanche per i propri cittadini”. A prescindere dai mondiali e dagli stadi, sottolinea la soprintendente, Rio é una città totalmente ostile a chi è costretto su una sedia a rotelle, così come per sordi e ciechi. Ironico il commento del presidente dell’associazione degli ipovedenti dello Stato di Rio, Marcio Aguiar. “L’ha buttata fuori di molto, se il segretario fosse stato attaccante della Seleçao avremmo perso il mondiale” ha detto. Per poi aggiungere: “Non puoi dire a un disabile che un evento del genere non è pubblico a priori, è una contraddizione con quello che si pensa in termini di inclusione e cittadinanza, per quelle 400mila persone portatrici di handicap, stimate solo nel municipio carioca”. Le parole del segretario non hanno fatto altro che aumentare il clima ostile nei confronti delle autorità, sotto accusa per i ritardi e per non aver centrato tutti gli obiettivi. In un momento delicato nel quale sempre più si sente ventilare l’ipotesi di spostare le olimpiadi da Rio a Londra per manifesta incapacità. A due anni dall’inizio, del resto, non è pronto neanche il 20% delle opere programmate.