In seguito alla decisione della presidente Rousseff di mettere in campo i militari per evitare disordini durante la competizione sportiva, l'organizzazione lancia l'allarme: "Stanno aumentando gli sforzi per controllare le proteste"
I Mondiali in Brasile prenderanno il via il 12 giugno, ma intanto tengono banco le polemiche sul massiccio schieramento di forze dell’esercito messo in campo dalla presidente Dilma Rousseff per evitare tafferugli durante la manifestazione sportiva. Questa volta a lanciare l’allarme è Amnesty International: “Coloro che scenderanno in strada per manifestare rischiano di andare incontro a una violenza indiscriminata da parte della polizia e dell’esercito, che stanno aumentando gli sforzi per controllare le proteste”. Secondo il direttore di Amnesty Brasile Atila Roque, infatti: “Il comportamento inadeguato da parte di chi svolge funzioni di ordine pubblico, l’affidamento di tali compiti ai militari, l’assenza di addestramento e il clima d’impunità hanno prodotto una miscela pericolosa in cui gli unici a rimetterci sono i manifestanti pacifici“. La coppa del mondo “sarà un banco di prova decisivo per le autorità brasiliane. Sta a loro usare quest’opportunità per fare passi avanti e garantire che le forze di sicurezza incaricate di controllare le manifestazioni durante il torneo non commettano ulteriori violazioni dei diritti umani”, ha aggiunto Roque.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sul tema, Amnesty ha pubblicato il rapporto ‘Loro usano la strategia della paura. Proteggere il diritto di manifestazione in Brasile’, in cui vengono analizzate le violazioni dei diritti umani da parte delle forze di polizia. “Si va dall’uso indiscriminato dei gas lacrimogeni e delle pallottole di gomma contro manifestanti pacifici, agli arresti arbitrari e all’uso improprio della legge per fermare e punire le persone scese in strada. E si prevede che queste tattiche proseguiranno durante i Mondiali”, denuncia l’organizzazione.
Le proteste in Brasile vanno avanti ormai da un anno; la popolazione è scesa in strada più volte per protestare contro le eccessive spese per l’organizzazione dei due grandi eventi sportivi, i Mondiali del 2014 e le Olimpiadi del 2016. E in tutte queste occasioni non sono mai mancati scontri tra cittadini e polizia: “Centinaia di persone sono state arrestate in modo indiscriminato, in alcuni casi ai sensi delle leggi contro la criminalità organizzata, senza alcuna prova che fossero coinvolte in attività criminose”, sottolinea Amnesty. Intanto, “il parlamento brasiliano sta esaminando una serie di proposte di legge che rischiano di limitare ulteriormente il diritto di manifestazione pacifica“, denuncia il rapporto. “Mentre gli occhi del mondo sono puntati sul Brasile le autorità devono impegnarsi pubblicamente a non usare forza eccessiva nei confronti dei manifestanti e a indagare su ogni abuso”, chiede infine Amnesty.