Domenica 8 giugno ci sarà il ballottaggio tra i due candidati a sindaco del Comune di Rende (in provincia di Cosenza): Marcello Manna, sostenuto da una coalizione di centrodestra, e Pasquale Verre appoggiato dal Pd. E, in vista dell’evento, i due si sono confrontati in un evento organizzato dal giornale locale ‘Il Quotidiano della Calabria‘, durante il quale però sono esplose scintille e accuse reciproche sul clima avvelenato che si respira nella cittadina. Verre, infatti, ricorda subito il drammatico episodio avvenuto una decina di anni fa, quando un folle ha sparato in testa a Sandro Principe (che riportò solo delle ferite), attuale consigliere regonale del Pd e dominus del partito in provincia di Cosenza. Verre – che ha anche chiamato il suo rivale “Marcellino birichino”, chiede quindi di abbassare i toni, perché “qualche cognome ritorna e la sera si vedono personaggi un po’ sospetti”. Insomma, accuse su accuse. “Sei impazzito” risponde Marcello Manna, noto penalista del cosentino il quale parla di “un’emergenza democratica” facendo riferimento al “commissariamento e all’accesso dell’antimafia” nel Comune di Rende. “C’è un disastro economico nei conti del Comune. La classe dirigente degli ultimi 10 anni ha distrutto e annientato Rende. E dietro questa classe dirigente sappiamo che c’è un nome e un cognome”. L’attacco indiretto continua ad essere al consigliere regionale Sandro Principe. Secca la replica di Verre: “L’accesso antimafia è stato voluto da Giuseppe Scopelliti che, abbiamo visto, la fine che ha fatto  di Lucio Musolino

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