Dopo un braccio di ferro durato per tutta la mattinata, gli Spedali Civili di Brescia “hanno dato il via libera per sottoporre Federico alle cure”. Con queste parole Marino Andolina, vicepresidente di Stamina Foundation, indagato a Torino per i reati di associazione a delinquere, truffa e abuso d’ufficio, sostiene di aver raggiunto un accordo con il direttore generale dell’ospedale, Ezio Belleri, per praticare il trattamento Stamina a Federico, tre anni e mezzo, affetto dal morbo di Krabbe. Le infusioni verranno somministrate “domani alle 10” e “le farò io stesso, evitando imbarazzi ai medici di Brescia che hanno deciso di non somministrare più i trattamenti”, sottolinea Andolina. “Non me l’aspettavo, ero pessimista, ma alla fine il buon senso ha avuto il sopravvento”, ma “rifiutare un ordine di un giudice e di un suo ausiliario sarebbe stato un reato non da poco”, commenta. Domani la biologa di Stamina (Erica Molino, ndr) arriverà agli Spedali Civili, “andrà in laboratorio, scongelerà la fiala e avvierà la procedura di preparazione della siringa per l’infusione. Io andrò a prenderla, firmerò l’atto di consegna, e inietterò le cellule per via lombare ed endovenosa al piccolo in rianimazione”, conclude Andolina.
Il direttore generale degli Spedali Civili sembra dunque aver accettato l’ordinanza del giudice del lavoro di Pesaro, che aveva imposto il proseguimento del trattamento per Federico, nominando il vice di Davide Vannoni “ausiliario” del presidente del tribunale e dandogli l’incarico di trovare medici disposti a praticare il metodo Stamina. Subito dopo la decisione del giudice, Andolina aveva dichiarato: “In assenza di camici bianchi somministrerò io stesso il trattamento”.
Fin dalle prime ore di questa mattina il numero due di Stamina aveva raggiunto la struttura sanitaria per trovare un medico eventualmente disponibile a sottoporre il trattamento al bambino: “Se si rifiuteranno tutti chiamerò il 113 per registrare il crimine. Altrimenti diventerei colpevole”, aveva dichiarato. Per poi aggiungere: “Se il direttore generale si opponesse, almeno avremmo il nome del principale responsabile della morte di un piccolo paziente”. La situazione è apparsa grave fin da subito: “Federico sta male. E’ rovinato. Temo avremo un’altra Rita”, aveva dichiarato Andolina. Nei giorni scorsi, infatti, è scomparsa la terza paziente in cura a Brescia; anche per la bambina di Modica, infatti, il Tribunale di Ragusa aveva dato cinque giorni di tempo agli Spedali Civili di Brescia per trovare un medico che potesse applicare alla piccola il metodo Vannoni. In serata è arrivata anche la posizione ufficiale degli Spedali Civili di Brescia. “In relazione ad una certa rappresentazione non veritiera della realtà dei fatti, l’Azienda ritiene doveroso precisare di non aver, nel modo più assoluto, assecondato il comportamento del Dott. Marino Andolina – è il contenuto della nota – il quale ha operato in assoluta autonomia assumendo decisioni e tenendo comportamenti dei quali l’Azienda ha stigmatizzato la mancanza di legittimazione in relazione all’incarico allo stesso conferito”. Non solo. L’azienda ha voluto anche precisare che “in presenza del provvedimento del Tribunale di Pesaro che ha esautorato l’organo ordinario dell’Azienda, cioè il Direttore Generale, sostituendolo con un suo ausiliario, l’Azienda non può fare altro, come ha già fatto e continuerà a fare, che segnalare il comportamento dell’ausiliario stesso alle competenti Autorità affinché ne accertino la legittimità“.
Una polemica tutt’altro che chiusa, quindi, all’interno della quale si era inserita anche la mamma del bambino: “Chiedo solo il rispetto della legge, dell’ordine dei giudici e della vita di questa creatura. Siamo pronti ad azioni penali, se necessario”. Federico ha già alle spalle 7 infusioni e ora attende di essere sottoposto a un nuovo trattamento. Intanto l’ospedale di Brescia ha pubblicato i dati sulle vicende giudiziarie del controverso metodo proposto da Vannoni; negli ultimi due anni sono stati presentati 519 ricorsi ai tribunali per ottenere il via libera alle cure a base di cellule staminali. Al momento 160 sono stati respinti, mentre 68 sono ancora “in attesa di decisione”. Resterebbero dunque 291 ordinanze favorevoli alla prosecuzione della terapia.
Cronaca
Stamina, Andolina: “Via libera per sottoporre Federico alle infusioni”
Il vicepresidente di Stamina Foundation, indagato, è pronto a somministrare le cure al piccolo affetto dal morbo di Krabbe: "Lo farò io stesso per evitare imbarazzi ai medici di Brescia"
Dopo un braccio di ferro durato per tutta la mattinata, gli Spedali Civili di Brescia “hanno dato il via libera per sottoporre Federico alle cure”. Con queste parole Marino Andolina, vicepresidente di Stamina Foundation, indagato a Torino per i reati di associazione a delinquere, truffa e abuso d’ufficio, sostiene di aver raggiunto un accordo con il direttore generale dell’ospedale, Ezio Belleri, per praticare il trattamento Stamina a Federico, tre anni e mezzo, affetto dal morbo di Krabbe. Le infusioni verranno somministrate “domani alle 10” e “le farò io stesso, evitando imbarazzi ai medici di Brescia che hanno deciso di non somministrare più i trattamenti”, sottolinea Andolina. “Non me l’aspettavo, ero pessimista, ma alla fine il buon senso ha avuto il sopravvento”, ma “rifiutare un ordine di un giudice e di un suo ausiliario sarebbe stato un reato non da poco”, commenta. Domani la biologa di Stamina (Erica Molino, ndr) arriverà agli Spedali Civili, “andrà in laboratorio, scongelerà la fiala e avvierà la procedura di preparazione della siringa per l’infusione. Io andrò a prenderla, firmerò l’atto di consegna, e inietterò le cellule per via lombare ed endovenosa al piccolo in rianimazione”, conclude Andolina.
Il direttore generale degli Spedali Civili sembra dunque aver accettato l’ordinanza del giudice del lavoro di Pesaro, che aveva imposto il proseguimento del trattamento per Federico, nominando il vice di Davide Vannoni “ausiliario” del presidente del tribunale e dandogli l’incarico di trovare medici disposti a praticare il metodo Stamina. Subito dopo la decisione del giudice, Andolina aveva dichiarato: “In assenza di camici bianchi somministrerò io stesso il trattamento”.
Fin dalle prime ore di questa mattina il numero due di Stamina aveva raggiunto la struttura sanitaria per trovare un medico eventualmente disponibile a sottoporre il trattamento al bambino: “Se si rifiuteranno tutti chiamerò il 113 per registrare il crimine. Altrimenti diventerei colpevole”, aveva dichiarato. Per poi aggiungere: “Se il direttore generale si opponesse, almeno avremmo il nome del principale responsabile della morte di un piccolo paziente”. La situazione è apparsa grave fin da subito: “Federico sta male. E’ rovinato. Temo avremo un’altra Rita”, aveva dichiarato Andolina. Nei giorni scorsi, infatti, è scomparsa la terza paziente in cura a Brescia; anche per la bambina di Modica, infatti, il Tribunale di Ragusa aveva dato cinque giorni di tempo agli Spedali Civili di Brescia per trovare un medico che potesse applicare alla piccola il metodo Vannoni. In serata è arrivata anche la posizione ufficiale degli Spedali Civili di Brescia. “In relazione ad una certa rappresentazione non veritiera della realtà dei fatti, l’Azienda ritiene doveroso precisare di non aver, nel modo più assoluto, assecondato il comportamento del Dott. Marino Andolina – è il contenuto della nota – il quale ha operato in assoluta autonomia assumendo decisioni e tenendo comportamenti dei quali l’Azienda ha stigmatizzato la mancanza di legittimazione in relazione all’incarico allo stesso conferito”. Non solo. L’azienda ha voluto anche precisare che “in presenza del provvedimento del Tribunale di Pesaro che ha esautorato l’organo ordinario dell’Azienda, cioè il Direttore Generale, sostituendolo con un suo ausiliario, l’Azienda non può fare altro, come ha già fatto e continuerà a fare, che segnalare il comportamento dell’ausiliario stesso alle competenti Autorità affinché ne accertino la legittimità“.
Una polemica tutt’altro che chiusa, quindi, all’interno della quale si era inserita anche la mamma del bambino: “Chiedo solo il rispetto della legge, dell’ordine dei giudici e della vita di questa creatura. Siamo pronti ad azioni penali, se necessario”. Federico ha già alle spalle 7 infusioni e ora attende di essere sottoposto a un nuovo trattamento. Intanto l’ospedale di Brescia ha pubblicato i dati sulle vicende giudiziarie del controverso metodo proposto da Vannoni; negli ultimi due anni sono stati presentati 519 ricorsi ai tribunali per ottenere il via libera alle cure a base di cellule staminali. Al momento 160 sono stati respinti, mentre 68 sono ancora “in attesa di decisione”. Resterebbero dunque 291 ordinanze favorevoli alla prosecuzione della terapia.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".