Il mare è buono e gli arrivi non si fermano. Lampedusa continua ad essere la prima terra promessa per i migranti che partono dalle coste africane alla volta dell’Europa. Una flotta di barconi fatiscenti in partenza dalla Libia – carichi di uomini, donne e bambini – che punteggia in queste ore i radar che controllano il Canale di Sicilia. Sono oltre 2300 i migranti soccorsi dalla navi della Marina Militare e dalle motovedette della Guardia Costiera approdati stamane in diversi porti dell’isola, dopo i tremila giunti ieri. Ed altri 845 sono attesi in nottata nel porto di Catania. Il totale dall’inizio dell’anno supera così quota 50 mila, un numero che sta mettendo a dura prova non solo le unità impegnate nell’operazione Mare Nostrum ma anche le strutture di accoglienza che sono ormai al collasso. “Siamo radicalmente fuori controllo in un dramma disumano. Le chiacchiere si sprecano, siamo di fronte a numeri insopportabili” ha commentato il sindaco di Porto Empedocle Lillo Firetto, dopo l’arrivo nel giro di poche ore di altri 1510 migranti.
I primi 386 profughi eritrei ed etiopi (tra cui 57 donne e 16 minori) sono sbarcati nello scalo empedoclino venerdì sera dal mercantile Maersk Regensburg, battente bandiera di Hong Kong. Tutti sono stati trasferiti in un centro di accoglienza realizzato in un ex albergo della vicina Siculiana, ma molti di loro qualche ora dopo si erano già allontanati nel tentativo di raggiungere a piedi la stazione di Agrigento. La meta finale non è infatti l’Italia ma gli altri paesi europei dove già si trovano familiari o conoscenti. Altri 611 migranti (tra cui 49 donne, 6 delle quali in stato di gravidanza, e 21 minori, 4 dei quali neonati) sono giunti nella tarda mattinata provenienti da diversi paesi dell’Africa subsahariana, del Maghreb e del Medio Oriente, dopo essere stati recuperati ieri dalla fregata Scirocco della Marina Militare. Nel pomeriggio, infine, è approdato anche il pattugliatore Orione, con gli ultimi 513 profughi. Scene analoghe si sono ripetute anche a Palermo, dove 367 migranti (tra cui 52 donne e 45 minori) sono sbarcati dalla nave Sfinge della Marina; a Catania, con i 266 (30 i minori e 19 le donne) soccorsi dalla nave Peluso della Guardia Costiera, e a Trapani, dove un mercantile battente bandiera moldava ha trasferito 191 immigrati, tra cui 11 donne e quattro bambini, raccolti al largo di Lampedusa.
Anche quella di ieri era stata giornata di arrivi in Sicilia. Le navi della Marina Militare che partecipano all’operazione Mare Nostrum hanno soccorso 17 imbarcazioni di migranti provenienti dalle coste del nord Africa soccorrendo oltre 2.500 migranti. Ma gli sbarchi proseguono da settimane. Lo scorso weekend ben 3.517 persone sono state portate in salvo da carrette del mare partite dalla Libia. E sono in aumento gli arrivi dei giovanissimi. Più di 9 mila minori stranieri non accompagnati, aumentati del 98,4% in due anni. Sempre più maschi, prossimi alla maggiore età e provenienti soprattutto dai Paesi dell’Africa, dal Bangladesh e dall’Afghanistan. Lo dice il V Rapporto Anci – Cittalia sui minori stranieri non accompagnati nel Bel Paese. il 95% è di sesso maschile mentre l’incidenza femminile è andata fortemente diminuendo, passando dal 29,8% del 2006 al 5,1% del 2012. La maggior parte dei minori è inoltre prossimo alla maggiore età: il 59,7% risultavano 17 enni nel 2012. Soltanto tra i 266 migranti sbarcati questa mattina nel porto di Catania dalla nave Peluso, che li ha soccorsi nel Canale di Sicilia, c’erano 30 minori.
Una emergenza umanitaria che continua a suscitare numerose reazioni anche nel mondo politico. Il senatore Vincenzo Gibiino, coordinatore di Forza Italia in Sicilia sollecita uno stop all’operazione Mare Nostrum paventando perfino il rischio di epidemie. “La Sicilia – spiega – è allo stremo, non può gestire da sola l’arrivo quotidiano di migliaia di immigrati. I centri d’accoglienza sono stracolmi, i migranti li affollano e non è possibile avere certezza immediata delle condizioni di salute in cui versano”. Di “barconi che ricoprono di vergogna noi e l’Europa” parla invece il ministro della Giustizia Andrea Orlando, a Comiso per partecipare all’intitolazione dell’aeroporto a Pio La Torre. Un’analisi condivisa anche dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che punta il dito contro “l’insensibilità dell’Europa nei confronti di un dramma che si consuma nelle acque siciliane”, mentre il sindaco di Catania Enzo Bianco invita il governo a dichiarare “lo stato di emergenza”.