Entri nella maggiore età quasi a ridosso della prima Tangentopoli, e ti ritrovi adulto ai tempi dello scandalo Expo e/o Mose. I nativi digitali, probabilmente, nemmeno ne suppongono l’esistenza di figure e concetti d’antan come Pool di Mani pulite, Conto Protezione, concussi e concussori, Poggiolini e Mariolino Chiesa, Società Civile e monetine all’hotel Raphael, Pentapartito e l’altro Mariolino, Segni, in quegli anni l’Uomo Nuovo, col vento in poppa della mistica referendaria. Buon per i nativi digitali, almeno in questo caso; e comunque hanno avuto tutto il tempo per familiarizzare con le varie Rimborsopoli, Calciopoli, Vallettopoli, Terremotopoli, che si sono succedute senza posa nel frattempo, i ventenni d’oggi. 

Noi subentrati o immigrati digitali, ne serbiamo invece sempre fresca purulenta memoria, vent’anni dopo; e facciamo, quindi, una gran fatica a indignarci per gli inesauribili scandali avvenuti dopo, sempre più sfacciati, amorali e corazzati: di emergenza in emergenza, di nuovo che avanza  in nuovo che avanza che poi un po’ alla volta lentamente, sistematicamente torna indietro, ai nastri di partenza, o peggio ancora.
Ieri Montedison e finanziamento illecito dei partiti. Oggi Expo e Mose.

Come se incombesse su di noi un’impossibilità concreta di scandalizzarci veramente, ormai.  Una consapevolezza inane della natura pressoché farsesca dell’incurabile tragedia nazionale. E i colpevoli sono sempre altrove, e un plausibile capro espiatorio si trova sempre, e la protesta si sparpaglia in mille fiumiciattoli e correnti di antipartito, così lontane e così vicine, la politica ha bisogno come l’ossigeno dell’antipolitica. E se votano sempre in meno, meglio ancora per le caste.

Scendeva in campo Berlusconi e oggi sale in cielo Renzi, cambiano i cerchi magici e perde colpi ancora in culla la Democrazia Inconfutabile e autoregolantesi di Internet; alla saggezza infinita e redistributiva del liberissimo mercato già non crede più nessuno da un pezzo, e i canali televisivi si sono moltiplicati come idre dalle cento teste, ma in fondo trasmettono tutti le stesse cose.

L’eredità di Berlinguer è nostra? No, è nostra! O è vostra? Oggi che nemmeno Celentano si infervora più, e Vasco Rossi fuma sigarette elettroniche. Rubavano prima e rubano oggi, i politici, gli imprenditori, i burocrati italiani. A volte vengono scoperti e processati e qualcuno di loro finisce persino in galera. Poi ricominciano subito. Ne andrebbe della loro onorabilità.

Le nuove tangenti, i nuovi appalti pilotati, i nuovi giochi truccati, sono anche peggio di prima: sempre più sofisticati, si ammantano di pellicole di “ambiente, solidarietà, progresso”. Inutile animarsi, ribellarsi, farsi il sangue amaro? Tutto questo succedeva e continuerà a succedere. In queste proporzioni e con questa violenta coerenza interna, in Occidente, soltanto in Italia.

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