Noi subentrati o immigrati digitali, ne serbiamo invece sempre fresca purulenta memoria, vent’anni dopo; e facciamo, quindi, una gran fatica a indignarci per gli inesauribili scandali avvenuti dopo, sempre più sfacciati, amorali e corazzati: di emergenza in emergenza, di nuovo che avanza in nuovo che avanza che poi un po’ alla volta lentamente, sistematicamente torna indietro, ai nastri di partenza, o peggio ancora.
Ieri Montedison e finanziamento illecito dei partiti. Oggi Expo e Mose.
Come se incombesse su di noi un’impossibilità concreta di scandalizzarci veramente, ormai. Una consapevolezza inane della natura pressoché farsesca dell’incurabile tragedia nazionale. E i colpevoli sono sempre altrove, e un plausibile capro espiatorio si trova sempre, e la protesta si sparpaglia in mille fiumiciattoli e correnti di antipartito, così lontane e così vicine, la politica ha bisogno come l’ossigeno dell’antipolitica. E se votano sempre in meno, meglio ancora per le caste.
Scendeva in campo Berlusconi e oggi sale in cielo Renzi, cambiano i cerchi magici e perde colpi ancora in culla la Democrazia Inconfutabile e autoregolantesi di Internet; alla saggezza infinita e redistributiva del liberissimo mercato già non crede più nessuno da un pezzo, e i canali televisivi si sono moltiplicati come idre dalle cento teste, ma in fondo trasmettono tutti le stesse cose.
L’eredità di Berlinguer è nostra? No, è nostra! O è vostra? Oggi che nemmeno Celentano si infervora più, e Vasco Rossi fuma sigarette elettroniche. Rubavano prima e rubano oggi, i politici, gli imprenditori, i burocrati italiani. A volte vengono scoperti e processati e qualcuno di loro finisce persino in galera. Poi ricominciano subito. Ne andrebbe della loro onorabilità.
Le nuove tangenti, i nuovi appalti pilotati, i nuovi giochi truccati, sono anche peggio di prima: sempre più sofisticati, si ammantano di pellicole di “ambiente, solidarietà, progresso”. Inutile animarsi, ribellarsi, farsi il sangue amaro? Tutto questo succedeva e continuerà a succedere. In queste proporzioni e con questa violenta coerenza interna, in Occidente, soltanto in Italia.