Nei corridoi del Pd emiliano sapevano che il pericolo non era tanto lontano e la débacle di Livorno ne è stata la dimostrazione. Almeno per il momento, però, possono tranquillizzarsi: Modena, la roccaforte rossa, la città che mai ha voltato le spalle al centrosinistra, rimane fedele al Pd e regala la vittoria a Gian Carlo Muzzarelli. L’assessore regionale e braccio destro del presidente dell’Emilia Romagna Vasco Errani (le dimissioni dalla Regione sono attese in questi giorni) ha vinto la sfida del secondo turno con il candidato del Movimento 5 stelle, Marco Bortolotti, portando a casa il 63,1% dei voti, contro il 36,9% raccolto dall’avversario.
Non proprio un trionfo però se si guarda la bassissima affluenza, ferma ad appena il 45,2 % (quasi trenta in meno rispetto alla prima tornata elettorale e inferiore alla media regionale, pari a circa il 50%). Ma soprattutto se si considera che Muzzarelli sarà ricordato in città come il primo sindaco eletto al secondo turno. Non era mai accaduto infatti nella storia di Modena che un candidato del centrosinistra dovesse confrontarsi con un ballottaggio. Sotto la Ghirlandina la fedeltà al partitone non era mai stata messa in discussione.
“Non ho mai temuto di perdere perché abbiamo scelto la strada dritta” ha commentato il neosindaco tra un abbraccio e una stretta di mano, pochi minuti dopo l’uscita dei risultati definitivi. “Potevamo trovare qualche soluzione diversa, magari stringere alleanze poco chiare. Ma la trasparenza delle relazioni è estremamente importante. Noi abbiamo deciso di tenere la barra dritta e abbiamo ritenuto opportuno, proprio per questa trasparenza, rischiare. E finalmente abbiamo tolto questo tabù. Ora siamo più liberi di agire nell’interesse di Modena e siamo più forti nella dimensione di relazioni con la città”.
Al primo turno del 25 maggio Muzzarelli si era fermato a un passo dalla vittoria. L’aveva vista sfumare per una manciata di voti, non riuscendo a sfondare la soglia del 49,7%. Una percentuale in controtendenza rispetto al dato delle Europee, che aveva visto il Pd trionfare un po’ ovunque in regione. E risultato, probabilmente, anche di una campagna elettorale partita nel peggiore dei modi, con denunce di brogli, e scambi di accuse con Francesca Maletti, la candidata renziana alle primarie del Pd di Modena. A penalizzare Muzzarelli alle urne era stato poi anche il 7% ottenuto da Adriana Querzè (assessore uscente, fuoriuscita dal Pd in polemica con la dirigenza del partito, e poi candidata a sindaco con la sua lista Per me Modena). Un pacchetto di preferenze che, però, è stato decisivo per il risultato del secondo turno.
Si è rivelato invece un abbraccio mortale quello del senatore di Ncd, Carlo Giovanardi, che nei giorni scorsi aveva invitato a votare per il Movimento 5 stelle, pur di ostacolare il Pd. “Bortolotti è il male minore” aveva detto l’ex sottosegretario del governo Berlusconi e aspirante sindaco di Modena al primo turno . “Ha poco del poco del grillino: è cattolico, si esprime in maniera civile ed educata”.