Non comparirono improvvisamente migliaia di elettori di destra, non accadde questo. Semplicemente una parte dell’elettorato storico della sinistra, provato da anni inconcludenti, scelse di non tornare a votare al ballottaggio,
accettando l’inevitabile.
Insomma nessuno ci spinse giù dal dirupo, semplicemente nessuno ci avvertì che c’era un dirupo. Non possiamo stupirci se una forza politica che veleggia stabilmente oltre il 20% a livello nazionale, che di fatto è il secondo partito del Paese, sia in grado di vincere qualche elezione amministrativa. Non possiamo stupirci se ogni tanto qualcuno sente il bisogno di cambiare, perché il cambiamento può essere un valore anche quando al governo ci siamo noi.
A volte per lavare via certe incrostazioni, vere che siano o anche se sono soltanto percepite, serve un trattamento speciale. Dopo molto che amministri, se non riesci ad auto-riformarti e a migliorare costantemente la tua proposta politica, se perdi quella sintonia epidermica con la tua gente, finisci per rappresentare il potere che frena il cambiamento. A torto o a ragione. A volte finisce così, e fa molto male.
Un consiglio però -amici livornesi- da chi ci è passato. Avete cinque anni di tempo per cambiare tutto. Non solo i volti ma anche le abitudini, i rapporti consolidati, gli equilibri di potere. Fatelo!
E’ evidente che la gente è stanca di quello che c’è stato finora. Per chi cade così non c’è che da rimettere tutto in discussione e praticare l’umiltà di chi riparte da zero. Ripresentatevi fra cinque anni con facce e idee nuove. Con l’umiltà di chi non si considera invincibile e con tanto entusiasmo. Adesso non lo pensate di sicuro, e vi capisco, ma tra cinque anni potreste finire col pensare che questa “scoppola” ha fatto bene anche a voi.
@lorerocchi