Inevitabile una domanda su Ciro Immobile, autore di una tripletta col ‘Flu’, e sulla possibilità di giocare assieme a Mario Balotelli, considerato punta titolare. “Abbiamo 23 giocatori e tutti devono considerarsi titolari. Non ci sono novità: sceglieremo in base alla squadra da affrontare e allo stato fisico e psicologico. In coppia con Balotelli? Tutto è possibile, ma tendenzialmente due punte centrali con giocatori di qualità in mezzo al campo diventa una scelta forzata. Secondo me andrebbe rivisto il centrocampo, giocando con quattro giocatori e allargandoli un po’. Alternativa a Balotelli? Non ci sono alternative. Ci saranno scelte in base a come vorremo attaccare e affrontare l’avversario. I titolari con l’Inghilterra? Non voglio rispondere”, ha detto Prandelli.
Il ct ha precisato un concetto importante, riprendendo anche le parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha detto che l’Italia non si deve accontentare: “Come abbiamo sempre detto dobbiamo ascoltarlo perché è uno degli uomini più saggi che abbiamo. Ha ragione, dobbiamo ascoltarlo. Siamo arrivati nei tempi, adesso lavoreremo sulla velocità e la rapidità. Cercheremo di curare i dettagli. Questa è una squadra che ha nelle gambe la possibilità di arrivare fino in fondo ai Mondiali”.
Prandelli, dopo aver evidenziato che Chiellini è rimasto fuori per scelta tecnica mentre Verratti è a letto con la febbre, ha detto a proposito dei giocatori e delle sue scelte: “Sono convinto e deve essere così: ad un Mondiale uno può essere protagonista anche solo per cinque minuti. Nessun giocatore deve creare dei problemi, perché non faremmo harakiri, ma di più. La squadra deve condividere con entusiasmo e credo che i primi nostri tifosi saranno quelli che andranno in panchina”. Infine una battuta sullo scetticismo che circola in Italia attorno alla Nazionale: “Non dobbiamo mandare messaggi o certezze. Noi l’unica certezza che possiamo dare è che abbiamo lavorato per essere pronti, la squadra caratterialmente non deluderà e lotteremo per la maglia e su ogni pallone. All’inizio di tutte le manifestazioni, in Italia c’è sempre pessimismo: siamo così. Forse psicologicamente abbiamo bisogno di questo stato di insicurezza e criticità. Io sono sereno perché abbiamo lavorato bene”.