Bodyguard per difendersi dalle fan, vasche idromassaggio, cuscini alla camomilla e asciugamani di pregio. I Mondiali di calcio in programma in Brasile saranno anche una sorta di "Luxury World Cup", in stridente contrasto con le condizioni di vita dei milioni di brasiliani che vivono nelle favelas. Controcorrente la nazionale dell'Iran, i cui giocatori non potranno scambiare le divise ufficiali al termine delle partite perché non ne avranno una per ogni match: questione di spending review
Il re del lusso è la star per eccellenza dei Mondiali, Cristiano Ronaldo. Oltre ai bodyguard ad personam per difendersi dall’assalto dei (delle?) fan, il calciatore del Real Madrid ha chiesto e ottenuto uno specchio riscaldato nella propria camera all’interno del ritiro portoghese. Un vezzo da campione che nella propria vita, di appannato, non vuole evitare solo le prestazioni. E tanto basta a giustificare la presenza di questo capriccio a Campinas, dove i lusitani hanno stabilito il loro quartiere generale. Ma quelle di CR7 non sono le uniche perle nella “Luxury World Cup” dei calciatori impegnati in Brasile. E poco importa se tutto questo cozza con lo stile di vita all’esterno delle mura che proteggono le Nazionali impegnate in Sudamerica.
Neanche gli Azzurri di Prandelli se la passano male. All’interno del resort che li ospita a Mangaratiba, i ventitré convocati dormono in stanze doppie a uso singola su letti king size e dopo gli allenamenti non si specchieranno davanti a un vetro non appannato come Ronaldo ma potranno comunque coccolarsi con 80 asciugamani bianchi di pregio. Televisori esclusivamente 46 pollici, sala giochi con Playstation e X-box, calcio balilla, ping pong e biliardo sono sempre a disposizione di Balotelli&co. Il tutto “a soli” 350 euro al giorno a testa. Sia chiaro: non sono soldi pubblici. Il costo della spedizione azzurra è interamente coperto dagli introiti garantiti dalla Fifa per la partecipazione al Mondiale (male che vada, almeno 8 milioni di euro).
Il sonno è una delle ossessioni più ricorrenti tra i calciatori. Così se gli italiani potranno rigirarsi su lettoni a due piazze, tutti i portoghesi – non solo CR7 – scivoleranno nelle braccia di Morfeo appoggiando il capo su cuscini profumati alla camomilla. Quale miglior modo per fare sogni d’oro? Un’opzione valida ce l’ha l’Uruguay. Negli scorsi mesi gli uomini della Federazione hanno testato i climatizzatori: quelli non perfettamente silenziosi sono stati sostituiti. L’imperativo nel campo base di Sete Lagos è dormire come bambini. Materassi e reti (dei letti) nuovi anche per il Cile nel buen ritiro di Toca de Raposa II, il centro sportivo del Cruzeiro. Relax e comfort per i giapponesi agli ordini di Alberto Zaccheroni che hanno voluto in dotazione in ogni camera una vasca idromassaggio. A proposito di pulizia, la Francia ha abolito le saponette e richiesto solo ed esclusivamente sapone liquido accanto ai lavandini. Pare che gli uomini di Didier Deschamps non siano abituati a maneggiare il panetto: nessuno di loro dev’essere nato a Marsiglia.
Gli ecuadoregni avranno a disposizione un casco di banane a testa ogni giorno, fresche e indigene, mentre gli australiani – i primi ad arrivare in Brasile – sorseggeranno caffè bollente appena uscito da due macchine di dimensione XXL fatte arrivate nel loro hotel, dove potranno leggere anche giornali provenienti da Sidney. I 23 dell’Honduras amano la tv, soprattutto quella di casa, quindi seguiranno due canali del loro Stato attraverso una modifica di ricezione apportata alle tv appese ai muri delle camere. Per i giocatori distratti, l’Algeria ha richiesto 23 copie del Corano. E c’è chi “affitta” anche i giocatori per gli allenamenti: il ct della Colombia Pekerman ha ottenuto quindici giovani del San Paolo per le partitelle quotidiane. Tutta roba da far vergognare i giocatori dell’Iran, ai quali la Federazione ha chiesto di non scambiare le divise ufficiali al termine delle partite perché non ne avranno una per ogni match: questione di spending review. La ‘squadra materasso’ nella corsa all’eccesso c’è già, magari varrà qualche tifoso in più tra chi non sapeva neanche dell’esistenza degli specchi riscaldati.
Lo speciale mondiali de ilfattoquotidiano.it