L’organizzazione Ecpat, che si occupa di proteggere bambini e adolescenti, sta portando avanti la sensibilizzazione anche attraverso i social network. In Brasile ogni anno 500mila minori sono vittime di abusi o sfruttamento. La nazionale azzurra, però non ha ancora aderito
“Non voltarti dall’altra parte”. E’ questo il messaggio lanciato dalla campagna Don’t look away! per sensibilizzare l’opinione pubblica sul turismo sessuale in vista dei Mondiali in Brasile che prenderanno il via il prossimo 12 giugno. Questa battaglia è finanziata dall’Unione Europea e dal Sesi e nasce da un’idea della rete Ecpat, che si occupa di proteggere bambini e ragazzi dallo sfruttamento sessuale. Tra le varie azioni di sensibilizzazione portate avanti da Ecpat c’è spazio anche i social media. Il 5 giugno, infatti, giorno in cui la nazionale italiana è partita per il Brasile, #dontlookaway è diventato un hashtag che permette a fan e sostenitori di condividere una propria foto in cui viene mostrato su un foglio o sul corpo il messaggio della campagna.
Moltissimi i personaggi dello spettacolo che hanno aderito; in primis Beppe Carletti, storico leader dei Nomadi, ma anche attori come Alessandro Gassman e Claudia Gerini. I testimonial internazionali della campagna sono invece Kakà e Juninho che con un video-denuncia chiedono di non voltare le spalle al problema e di segnalare eventuali episodi di prostituzione minorile. Sebbene non si possa affermare con certezza che un evento come il Mondiale aumenti lo sfruttamento dei minori, è piuttosto alto il rischio che questo si verifichi. Le dimensioni dello sfruttamento sessuale in Brasile, inoltre, fanno crescere la necessità di una corretta sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul fenomeno. Solo nel 2011, infatti, circa 250mila minori sono stati vittime di prostituzione. Anche se i tifosi non sono un gruppo particolarmente a rischio, in determinate condizioni possono trasformarsi in “turisti sessuali occasionali”. Nel 65% dei casi, infatti, i soggetti coinvolti non sono fruitori abituali; il timore è che in Brasile l’atmosfera festosa, la mancanza di informazione e il senso di impunità derivato dall’anonimato contribuiscano a spingere alcune persone a compiere atti di questo tipo.
E i dati sono impietosi: gli italiani, insieme a tedeschi e portoghesi, sono ai primi posti tra coloro che scelgono il paese sudamericano come meta per il turismo sessuale. Solo per l’Italia, infatti, le statistiche parlano di non meno di 80mila fruitori all’anno. Il turismo sessuale è una piaga sociale di notevoli dimensioni e ogni anno muove un giro di affari intorno ai 100 miliardi di dollari. Un business che non conosce limiti; secondo uno studio del Segretariato Generale delle Nazioni unite sulla violenza nei confronti dei bambini, si stima che oltre 220 milioni di minori nel mondo abbiano subito violenze sessuale o altre forme di sfruttamento. Inoltre, nel 30% dei casi le vittime hanno un’età compresa tra i 7 e i 12 anni, il 60%, invece, ha tra i 13 e i 17 anni. E il Brasile è al secondo posto al mondo per numero di baby prostitute dopo la Cina, con circa 500mila minori coinvolte ogni anno. Nonostante gli appelli rivolti alla nazionale italiana, al momento la Fgci non ha ancora aderito alla campagna; per questo Ecpat ha deciso di chiedere alla squadra di Cesare Prandelli di partecipare con una foto di gruppo all’iniziativa, per dire ‘no’ al turismo sessuale.