Torna a salire la produzione industriale, che in aprile mostra un incremento dello 0,7% rispetto a marzo, quando era calata dello 0,4%. A dirlo è l’Istat, che ha calcolato anche l’avanzamento della produzione su base annua: +1,6% contro la lieve flessione dello 0,1% di marzo. L’aumento sui 12 mesi è il massimo dall’agosto del 2011. E il rialzo di aprile, anche se più contenuto, ha superato le attese degli analisti. L’attività economica, dunque, torna a respirare a pieni polmoni dopo un marzo in discesa sia in termini congiunturali (-0,4%) che tendenziali (-0,1%). Nella media dei primi quattro mesi dell’anno la produzione è aumentata dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Limitandosi ad aprile, l’indice ha registrato variazioni congiunturali positive soprattutto nei comparti dell’energia (+3,0%), dei beni di consumo (+2,2%) e dei beni intermedi (+0,5%), mentre sono calati i beni strumentali (-1,3%). Con riferimento alle sole attività manifatturiere, la produzione è cresciuta dello 0,4%.

Per quanto riguarda i settori di attività economica, ad aprile 2014 i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+7,1%), delle industrie alimentari, bevande e tabacco (+5,8%) e della fabbricazione di mezzi di trasporto (+3,4%). Le diminuzioni maggiori si registrano nei settori della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-8,1%), della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-6,7%) e della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-4,9%).

L’istituto di statistica ha anche confermato i dati sull’andamento del Pil nel primo trimestre dell’anno. Confermata la stima che a metà maggio si era abbattuta come una doccia gelata sulle speranze di ripresa del governo Renzi: il prodotto interno lordo è diminuito dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti e dello 0,5% su base annua. Non solo: la crescita “acquisita” del prodotto – quella che si registrerebbe a fine anno se nei prossimi trimestri l’economia non crescesse – è pari a -0,2%. Il calo trimestrale del Pil deriva soprattutto dall’andamento negativo dell’industria (-0,4%) e in particolare delle costruzioni (-1,7%), che l’aumento del valore aggiunto dell’agricoltura non è riuscito a compensare. Quanto ai servizi, la variazione è stata nulla. Sul fronte dei consumi, un segnale positivo arriva da quelli delle famiglie residenti, aumentati dello 0,1% sul trimestre precedente: si tratta del primo segno più dal quarto trimestre del 2010. Ma, anno su anno, il dato rimane negativo: -0,6%. Positivo l’andamento di esportazioni e importazioni, salite rispettivamente dello 0,8% e dello 0,3%. Male invece gli investimenti fissi lordi delle imprese, calati dell’1,1%. 

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