Dai dati Istat emergono forti differenze tra le diverse aree d'Italia. La regione che ha più contribuito all'aumento delle vendite di made in Italy all'estero è la Puglia (+18,1%), quella che ha perso di più è la Sardegna. E un'analisi della società di ricerca Nomisma mostra che tra 2010 e 2013 le esportazioni italiane sono cresciute in linea con quelle della Germania
Il made in Italy rialza la testa: nel primo trimestre dell’anno le esportazioni sono cresciute, su base annua, dell’1,5%. Il dato complessivo, comunicato dall’Istat, maschera però dinamiche molto diverse – e inattese – nelle varie zone del Paese. Il Sud, per una volta, incassa un record positivo mettendo a segno +5,6%. Seguono, nella classifica dell’incremento dell’export, il Nord Est con un +4,5% e il Nord Ovest, che registra un +1,7%. In controtendenza il Centro, con un -0,9%, ma soprattutto le isole, che vedono le vendite fuori dai confini nazionali crollare del 16,5%.
Puglia e Marche in testa alla classifica. Male Sicilia e Sardegna – Tra le regioni che forniscono i contributi più rilevanti alla crescita dell’export nazionale si segnalano Puglia (+18,1%), Marche (+10,5%), Emilia-Romagna (+5,9%), Piemonte (+6,9%) e Veneto (+2,7%). In frenata, invece, le esportazioni di Sicilia (-15,6%) e Sardegna (-18,1%) ma anche quelle della Toscana (-4,6%). Per quanto riguarda le province, quelle che contribuiscono in misura più significativa a sostenere le vendite sui mercati esteri sono Torino, Taranto, Bergamo, Massa Carrara e Brescia. Al contrario Milano, Arezzo, Cagliari, Siracusa e La Spezia hanno dato un apporto negativo. Circa il 60% dell’incremento delle vendite all’estero deriva comunque, precisa l’Istat, dalle esportazioni di autoveicoli dal Piemonte, metalli e prodotti in metallo dalla Puglia e articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici dalle Marche.
Tra 2010 e 2013 l’export italiano è salito come quello della Germania – Un’analisi diffusa sempre mercoledì dalla società di ricerca Nomisma sottolinea che negli ultimi anni la dinamica dell’export italiano è stata complessivamente positiva e “ha contribuito a fornire un parziale sostegno al Pil nel corso dell’ultima recessione”. Il documento, firmato dal capo economista Sergio de Nardis con il ricercatore Federico Fontolan, sottolinea poi che a partire dal 2010 le nostre esportazioni sono cresciute in linea con quelle della Germania: “In rapporto al commercio mondiale la quota delle esportazioni dei due paesi si è mossa allo stesso moto”.