Era ottant’anni fa in Spagna, è ora in Ucraina che sorgono le brigate internazionali contro il regime ‘fascista’ di Kiev, difeso dai nostalgici di oggi, nel ricordo delle milizie inviate dai regimi nazifascisti a sostenere i nazionalisti di Franco.
Su Internet appaiono le immagini di ragazzi che reggono la bandiera italiana con la stella a cinque punte, quella della Brigata Garibaldi che i partigiani comunisti inalberavano nella lotta contro i nazisti; ma anche quella della testuggine simbolo di Casa Pound sotto il pennone che regge una bandiera ucraina.
Quanti siano i combattenti – ribattezzati i Comunardi – che si starebbero unendo alle forze filo-russe dell’autoproclamata repubblica indipendente di Donetsk per ora non si sa, ma i media russi, come Lifenews che coprono capillarmente le violenze nell’est ucraino diffondono le immagini dei membri delle nuove brigate internazionali venute a sostegno: reparti paramilitari inviati da Jobbik, il partito nazionalista xenofobo ungherese inquadrati nella ‘Legione San Istvan’ (Santo Stefano, ndr), e poi i polacchi anti-Nato, fotografati in balaklava (passamontagna, ndr) che hanno scelto il lato orientale dell’Ucraina, mentre l’ovest è legato proprio alla Polonia ‘ufficiale’. Truppe di contorno a personaggi come Igor Strelkov, ufficiale del servizio segreto militare russo Gru o Aleksandr Kiefel, ex ufficiale dell’esercito dell’ex Germania Est. E poi reduci dell’Afghanistan, che combatterono con l’Armata Rossa e sono ora tornati in servizio nelle cittadine insorte contro il nuovo potere di Kiev che ha scacciato l’ex presidente filo-russo Yanukovich. E ancora esponenti di gruppi anarchici e sinistrorsi spagnoli, francesi, canadesi.
Dall’altra parte della barricata,tra le milizie di Kiev, sotto la bandiera del nazionalista Stepen Bandera (‘alleato’ dei nazisti per cacciare i sovietici da Kiev negli anni 30-40) riesumata dalle centurie inquadrate in Pravi Sektor, Settore destro, nazional-fascisteggiante servizio d’ordine di piazza Maidan durante i giorni della rivolta di novembre-febbraio, ci sarebbero invece esponenti del mondo ‘nero’ italiano come Francesco Saverio Fontana (nome di battaglia Stan), definito ‘ufficiale’ di collegamento con gli squadristi italiani in diversi siti e blog. E ad addestrare le truppe di Kiev ci sarebbero contractor della Blackwater, e anche istruttori Cia.
Sul lato sinistro dello schieramento che spacca in due l’Ucraina, l’organizzazione Millennium (il cui manifesto è intriso di ‘comunitarismo e identità’, contro ‘l’alienazione voluta dai canoni borghesi’) si starebbe occupando del reclutamento dei volontari pronti a partire verso il fronte che sta facendo risorgere la Cortina di Ferro in Europa.
Una guerra prima di tutto di propaganda, un tam-tam continuo di messaggi e foto che scorre come una corrente neppur sotterranea sul web, con difficili conferme sul terreno, dove i due blocchi continuano a spararsi e ad accusarsi delle peggiori nefandezze belliche.
il Fatto Quotidiano, 11 Giugno 2014