Stando alle immagine lanciate da France Presse, il campo che ospiterà il match tra Inghilterra e Italia sembra presentare numerosi problemi. La struttura, costruita in vista della manifestazione sportiva, è costata 203 milioni di euro
Lo stadio di Manaus doveva essere un gioiello nel mezzo dell’Amazzonia, ma ora rischia di diventare un nuovo motivo di imbarazzo in questo complicato avvio di Mondiale. E anche un grattacapo per Italia e Inghilterra, che su quel campo si sfideranno sabato 14 giugno. Lo stadio in cui gli azzurri faranno il loro esordio nella Coppa del mondo, infatti, appare in pessime condizioni.
Nelle foto pubblicate da France Presse, infatti, si vede un prato secco e poco uniforme, con le porte montate in modo approssimativo. Alcuni testimoni raccontano anche di spogliatoi vuoti con cavi scoperti ovunque. Ma l’Arena Amazonia, 42 mila posti a sedere, è stato realizzato apposta per questo Mondiale e al momento viene considerato lo stadio più bello del torneo per via della forma a cesta di paglia tipica delle tribù indigene. Si tratta di un impianto ultramoderno, costato 203 milioni di euro, costruito in una posizione strategica, non distante dal centro e dall’aeroporto cittadino, che poche settimane fa ha subito il crollo di una parte di tetto per via delle piogge. Quindici linee di autobus arriveranno qui da diverse zone della città. Il vero motivo di vanto, però, è la sostenibilità della struttura, costruita quasi esclusivamente con materiali recuperati dalla demolizione del vecchio Estadio Vivaldo Lima. L’Arena è rivestita da pannelli solari e grazie a una membrana in fibra di vetro il colore cambia a seconda dell’esposizione. L’acqua piovana, non poca ultimamente, è conservata per l’irrigazione dei campi e la pavimentazione è in legno. Per costruirlo ci sono voluti quattro anni e altrettanti operai vi hanno perso la vita, ma l’Arena Amazonia rischia comunque di restare una cattedrale nel deserto dopo il 25 giugno, quando anche l’ultimo match sarà stato celebrato.
La squadra principale di Manaus, infatti, è il Nacional, che al momento langue nella quarta e ultima serie del campionato brasiliano. Per questo se la federazione non proporrà un’adeguata soluzione, la città avrà uno stadio da 42 mila posti senza nessuno spettatore. Inoltre l’impianto, calato nel mezzo della foresta pluviale, ha sempre destato interrogativi sulle condizioni climatiche: l’umidità raggiunge livelli molto alti a quella latitudine e la preoccupazione è piuttosto alta anche per il match di sabato. Come se non bastasse nelle scorse settimane il Rio Negro, il fiume di Manaus, ha sfiorato i 30 metri di altezza e ha esondato in alcuni punti. Il sindaco della città ha decretato lo stato di emergenza, prassi consueta da queste parti. L’ente brasiliano per l’energia elettrica, inoltre, ha rilevato che l’Arena Amazonia è un impianto a serio rischio black out. A complicare ancor di più la situazione ci pensano queste ultime immagini, che mostrano l’erba del rettangolo di gioco particolarmente denutrita, secondo alcuni per via dell’eccessivo uso di fertilizzanti. E se l’Inghilterra si è portata avanti e già domani effettuerà un sopralluogo nello stadio, l’Italia ci metterà piede soltanto venerdì, a poche ore dalla sfida.