Un'intercettazione telefonica tra il responsabile di una coop rossa e il consigliere regionale veneto del Pd Marchese mette in connessione le due inchieste di Milano e Venezia. Minimo comun denominatore è il 'Compagno G'
Le coop rosse, pezzi grossi del Pd e il Mose. E ora anche Expo. Il filo che collega i vertici del triangolo non è solo il nome degli arrestati. Bensì cosa gli arrestati, o alcuni di loro, dicevano al telefono quando parlavano di affari. E i nomi che facevano. Fassino e Greganti, ad esempio, con il ‘Compagno G.’ che mette in connessione tangenti, amici degli amici, Mose ed Expo. E’ il 3 maggio del 2011, ad esempio, quando Franco Morbiolo, numero uno della Coveco, azienda che compare nelle carte del Mose, parla con il consigliere regionale del Pd Giampiero Marchese, attualmente agli arresti. L’argomento, neanche a dirlo, sono i lavori da far avere alla cooperativa. Obiettivo di Morbiolo? Avere un appoggio politico da Marchese. “Abbiamo bisogno degli amici, (…) o abbiamo un rapporto col Pd, al Pd… a livello nazionale e veniamo considerati in qualche maniera rispetto a quelle che sono le nostre opportunità”.
Il numero uno della Coveco, poi, inizia a elencare gli appalti presi o ancora da prendere: “100 milioni e rotti” per la metro tramvia di Milano, “entreremo forse nel tunnel di Milano, 2500 milioni”, “come Coveco il tunnel di Torino, Fassino…altri 900 milioni”. E in questo frangente Morbiolo parla di un incontro a Torino tra lui , un uomo vicino al sindaco Piero Fassino e Primo Greganti, ex funzionario Pc coinvolto in Tangentopoli e nell’inchiesta milanese su Expo 2015. “Primo, Sola Claudio che è amico di Fassino , io e la cooperativa che interessa”. Il presidente della Coveco, però, vuole allargare il campo d’intervento. E non lo nasconde. Annota la polizia: “Ma possiamo lavorare anche a Roma, Anas potremmo avere rapporti, Rfi potremmo avere rapporti…”. Il discorso, poi, si sposta sui soldi. E interviene Marchese: “Adesso faccio partire una lettera… alle cooperative, ai consorzi (…),. I soldi che devono venire dentro – e in questo frangente, annotano gli agenti, Marchese abbassa il tono della voce – 100mila euro li sto mettendo dentro come Fondazione, in cui vadano a noi, voi sapete il patrimonio, il partito si è trasformato in fondazione”.