Tecnici, montatori, operatori e programmisti Rai incrociano le braccia e manifestano davanti gli studi di via Teulada a Roma contro “il taglio di 150 milioni di euro del governo Renzi e la svendita di Rai-Way“. Uno sciopero dimezzato a cui non aderiscono la Cisl e l’Usigrai (il sindacato dei giornalisti Rai ndr)”. “Si sono accontentati della promessa del governo di non toccare le sedi regionali – spiega dell’Usb-Cgil – e hanno voltato la faccia a noi che siamo i titoli di coda del servizio pubblico“. “Ce la prendiamo con il governo, ma anche con i dirigenti – dice Maurizio Lepri (Uilcom) – a cui chiederemo di rendere conto del loro operato”. Ad essere contestate sono le esternalizzazioni: “Non capiamo perché dobbiamo avere tecnici interni con le braccia conserte e appaltare all’esterno”. “E’ necessaria una riforma della Rai tagliando gli sprechi e mandare via dall’azienda la politica a iniziare da Renzi che su questa vicenda doveva tacere” di Annalisa Ausilio
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